Troppa informazione uguale nessuna informazione. E’ uno dei teoremi di base dell’information technology.
E’ ovvio: se si cerca qualcosa che c’è, ma è “affogato” in mezzo a un miliardo di stronzate che non c’entrano nulla, sarà difficile trovarlo.
Ma l’interessante è che l’informazione, da qualche parte c’è. Magari frammentata, magari divisa in dieci pagine diverse, ma c’è.
Per trovarla occorre molta pazienza, una discreta testardaggine, e un po’ di tecnica. Le prime due non sono affar mio, ma per la terza, posso dire come faccio io.
1) Uso Google. Ma so che questo motore presenta per primi i risultati più “popolari”. La posizione in classifica delle pagine presentate, dipende in alcuni casi dalla loro popolarità, che viene dedotta dal numero di link che puntano ad esse. Faccio un esempio: se esiste un sito che dice che il pianeta Terra è in realtà un cubo, e viene linkato in 100.000 siti (magari proprio per dire che è un sito assurdo), Google lo piazzerà in classifica prima di un sito che invece dice che la Terra è tonda, ma viene linkato solo da 50.000.
Un altro criterio è quello commerciale.Google metterà prima i risultati provenienti da siti commerciali
(provare per credere: cercate “rana” su Google. La prima voce sono i ravioli omonimi.)
2) Sfrondo i link inutili. Per togliere dei risultati, è sufficiente aggiungere il segno “-” davanti alla parola che NON voglio trovare. Ad esempio, cercando “viagra”, se aggiungete “-online”, il motore non vi presenterà nessun risultato comprendente siti che lo vendono in linea.
3) A questo punto dipende da cosa sto cercando. Mediamente arrivati a questo punto i risultati di Google sono sufficientemente ristretti per cominciare ad esaminarli. Il gioco comincia qui, bisogna cominciare a leggere. Il che implica:
a) Collegare il cervello. Se il sito dice evidenti castronerie, lo casso e passo al prossimo.
b) Calibrare l’importanza e l’affidabilità del sito. Se a scrivere è un giornalista, attenzione. Non risponde in primis di quello che dice. Ma è anche vero che se è un buon giornalista, e scrive di un argomento scottante, avrà prima controllato le fonti. Lo faccio anche io, controllando le sue affermazioni con una nuova ricerca su Google, proprio di queste ultime.
c) Capire se il contenuto è originale o arriva da qualcun altro. Capita molto spesso, che una notizia particolarmente “agreable” parta da un singolo sito, e venga poi riportata in mille altre pagine web. In questo caso viene in aiuto il breve riassunto che Google fornisce subito sotto il link. Se ottengo cento risultati, ma i riassunti citano parole simili o uguali, allora probabilmente la fonte è una sola, e tutti gli altri si sono limitati ad un veloce “copia e incolla”. E’ utile allora rintracciare la pagina originale, perchè molto probabilmente citerà le vere fonti.
Quello che conta, è non farsi fregare dal motore di ricerca, ma usarlo correttamente. Può succedere così che si trovino correlazioni tra fatti anche lontanissimi tra loro, ma che danno un quadro d’insieme significativo su ciò che cerchiamo
Usare internet: le informazioni ci sono, ma bisogna metterle assieme
Troppa informazione uguale nessuna informazione. E’ uno dei teoremi di base dell’information technology.
E’ ovvio: se si cerca qualcosa che c’è, ma è “affogato” in mezzo a un miliardo di stronzate che non c’entrano nulla, sarà difficile trovarlo.
Ma l’interessante è che l’informazione, da qualche parte c’è. Magari frammentata, magari divisa in dieci pagine diverse, ma c’è.
Per trovarla occorre molta pazienza, una discreta testardaggine, e un po’ di tecnica. Le prime due non sono affar mio, ma per la terza, posso dire come faccio io.
1) Uso Google. Ma so che questo motore presenta per primi i risultati più “popolari”. La posizione in classifica delle pagine presentate, dipende in alcuni casi dalla loro popolarità, che viene dedotta dal numero di link che puntano ad esse. Faccio un esempio: se esiste un sito che dice che il pianeta Terra è in realtà un cubo, e viene linkato in 100.000 siti (magari proprio per dire che è un sito assurdo), Google lo piazzerà in classifica prima di un sito che invece dice che la Terra è tonda, ma viene linkato solo da 50.000.
Un altro criterio è quello commerciale.Google metterà prima i risultati provenienti da siti commerciali
(provare per credere: cercate “rana” su Google. La prima voce sono i ravioli omonimi.)
2) Sfrondo i link inutili. Per togliere dei risultati, è sufficiente aggiungere il segno “-” davanti alla parola che NON voglio trovare. Ad esempio, cercando “viagra”, se aggiungete “-online”, il motore non vi presenterà nessun risultato comprendente siti che lo vendono in linea.
3) A questo punto dipende da cosa sto cercando. Mediamente arrivati a questo punto i risultati di Google sono sufficientemente ristretti per cominciare ad esaminarli. Il gioco comincia qui, bisogna cominciare a leggere. Il che implica:
a) Collegare il cervello. Se il sito dice evidenti castronerie, lo casso e passo al prossimo.
b) Calibrare l’importanza e l’affidabilità del sito. Se a scrivere è un giornalista, attenzione. Non risponde in primis di quello che dice. Ma è anche vero che se è un buon giornalista, e scrive di un argomento scottante, avrà prima controllato le fonti. Lo faccio anche io, controllando le sue affermazioni con una nuova ricerca su Google, proprio di queste ultime.
c) Capire se il contenuto è originale o arriva da qualcun altro. Capita molto spesso, che una notizia particolarmente “agreable” parta da un singolo sito, e venga poi riportata in mille altre pagine web. In questo caso viene in aiuto il breve riassunto che Google fornisce subito sotto il link. Se ottengo cento risultati, ma i riassunti citano parole simili o uguali, allora probabilmente la fonte è una sola, e tutti gli altri si sono limitati ad un veloce “copia e incolla”. E’ utile allora rintracciare la pagina originale, perchè molto probabilmente citerà le vere fonti.
Quello che conta, è non farsi fregare dal motore di ricerca, ma usarlo correttamente. Può succedere così che si trovino correlazioni tra fatti anche lontanissimi tra loro, ma che danno un quadro d’insieme significativo su ciò che cerchiamo
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