Crisi mutui: Unicredit si finanzia con un piano da 6,6 miliardi di Euro. Chi sono gli azionisti che pagano?
Unicredit è una banca, giusto? E siccome ha beccato degli schiaffi pazzeschi in borsa a causa della crisi dei mutui, essendo la più esposta banca italiana sul piano internazionale, i suoi azionisti, un po’ per rincuorare i mercati, un po’ per evitare che chi ha il conto lì faccia un fugone rapido, ma soprattutto per evitare una scalata, ovvero l’acquisto da parte di qualche altro gruppo di investimento, rifinanziano la banca.
La domanda sorge spontanea: chi sono questi filantropi? A voler capire, ci vogliono cinque minuti di ricerche su internet.
Dal sito Unicredit troviamo che gli azionisti principali sono:
Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Vicenza, Belluno e Ancona
Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
Carimonte Holding S.p.A.
Gruppo Allianz
Quindi Unicredit è una banca di proprietà di Fondazioni che sono organi emessi e finanziati (in origine, ora autonomi) da altre Banche; ma… un momento… mi sbaglio o Unicredit figura anche negli azionisti della Banca d’Italia?
Oh, per bacco! Si! E’ uno dei due maggiori azionisti di Bankitalia insieme a Intesa San Paolo.
Ma chi possiede Intesa San Paolo? Altri cinque minuti su internet ed ecco qui gli azionisti:
Compagnia di San Paolo
Carlo Tassara S.p.A
Credit Agricole
Assicurazioni Generali
Fondazione Cariplo
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Ente Casse Risparmio Fondazione
Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna
Viene da dire: ma chi sono la Compagnia di San Paolo e Carlo Tassara S.p.A.?
Compagnia di San Paolo (il sito qui) si presenta così:
“Fin dal 25 gennaio 1563, quando nacque come confraternita a fini benefici, la Compagnia di San Paolo è stata una istituzione al servizio della società in cui è radicata. Oggi, la Compagnia è una fondazione di diritto privato, tra le maggiori in Europa, retta da un proprio Statuto adottato nel marzo 2000.
La Compagnia dunque non è una banca, anche se prosegue con orgoglio le tradizioni civiche e filantropiche che erano proprie dell’Istituto Bancario San Paolo, e non è una pubblica amministrazione, anche se dialoga e collabora con molte istituzioni pubbliche locali, nazionali ed europee. È invece un membro attivo della società civile, un soggetto senza fini di lucro che, pur essendo privato, persegue finalità di interesse pubblico e di utilità sociale, allo scopo di favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico delle comunità in cui opera. I redditi prodotti dal suo patrimonio accumulato nei secoli, e che abbiamo l’impegno di trasmettere intatto alle generazioni che verranno, sono posti al servizio di queste finalità.”
Qualcuno capisce cos’è questa roba? Io no, so solo che il valore commerciale ammontava a fine 2007 a 9,12 miliardi di euro. Una cosuccia…
Ma passiamo oltre: Carlo Tassara S.p.A.
Carlo Tassara è un ferramenta. Sconvolti? No, tranquilli… questo era nel 1856. Oggi la Carlo Tassara S.p.A. è un colosso della finanza, una holding che nel corso degli anni si è comprata praticamente di tutto. Ultima della lista, così per intenderci è la Edison (nata dalla fusione dell’allora Montedison con Sondel e Fiat).
Questa S.p.A. è pazzesca: qui sotto c’è il l’home page del loro sito (ammesso che sia il loro).
Non c’è traccia di altri siti da nessuna parte su Internet. Eppure, se provate a cercare su Wikipedia, alla voce in questione trovate un elenco pazzesco di partecipazioni di questa S.p.A. nelle principali banche e attività industriali e immobiliari italiani.
Comunque la Carlo Tassara S.p.A, è guidata dal Signor Romain Zaleski. Finanziere internazionale e uomo d’affari, secondo la rivista Forbes al 488° posto tra gli uomini più ricchi del mondo.
Andiamo al terzo socio: Credit Agricole.
Oh, finalmente uno normale. Una banca. Si, ma una banca FRANCESE. Per la precisione il terzo gruppo bancario francese. Ma Credit Agricole in Italia è di Cariparma (un’altra banca), che a sua volta è, tanto per chiudere il cerchio, controllata per l’85% da banche francesi (75% Credit Agricole e 10% altre banche Francesi
Riassumendo:
La Banca d’Italia ha come due dei principali azionisti:
Unicredit
Banca Intesa
Unicredit ha come principali azionisti:
– delle fondazioni bancarie.
Intesa San Paolo ha come principali azionisti:
– la Compagnia di San Paolo (una cosa che non è una banca ma non si sa cos’è)
– una società (la Carlo Tassara S.p.A.) controllata da un uomo di nome Romain Zaleski, che oltre ad essere proprietario di una serie infinita di cose, è anche azionista di spicco in molte banche italiane.
– Il Credit Agricole italiano, che però tramite Cariparma è di fatto controllato dal Credit Agricole FRANCESE.
A fine corsa, mi pare di capire che la Banca d’Italia è di proprietà della Compagnia di San Paolo, di un miliardario polacco di nome Romain Zaleski, di alcune banche francesi, di alcune fondazioni bancarie, e di alcune assicurazioni.
Mi pare, ma magari mi sbaglio…
Guarda penso proprio che tu abbia appena scoperto l’acqua calda . .. .E si!!Il 90% delle banche italiane hanno come azionisti fondazioni bancarie,che non sono delle banche.queste devono per statuto rinvestire gli utili derivati dalle loro controllate in opere di interesse pubblico!La maggior parte delle fondazioni sono controllate da enti pubblici(come fondazione monte paschi di siena controllata da comune e provincia di Siena) o dalle curie vescovili in altri casi!Proprio alla base di questo sta la bassa scalabilità delle banche italiane,quello che le salverà assieme agli enormi patrimoni delle fondazioni stesse. Sitema antiquato ma solido .…Non scandalizzarti il 60% di Credit Agricole è in mano alle cooperative agricole francesi.
Un conto è scoprire l’acqua calda, un conto è tirarla fuori dalla pentola e tentare di portarla in piazza.
Non mi sembra proprio cose che non si sanno anzi… E comunque per ragioni storiche questo è il sistema bancario italiano,non si può impedire alle fondazioni di recitare il loro ruolo di azionisti,e non mi sembra abbiano statuti cosi malvagi…Cerca negli azionisti.Se poi parte del capitale e sul mercato nessuno impedisce ad un signore francese di comprare in libero mercato….
E’ proprio questo il problema. A te non sembra. A me invece si. Ciao
e va beh il dialogo è bello proprio x i diversi punti di vista!!Da quello che ho visto mi sa che siamo delle stesse parti.. .CIAO
Raste, il problema è che tu parli di libero mercato, ma il libero mercato necessita per sopravvivere di due cose: uno stato sovrano che possa porre dei paletti e che sia pronto ad intervenire qualora non si osservino le regole del mercato stesso e delle norme anti trust che non permettano situazioni di monopolio. In assenza di una sola di queste condizioni non si è più in libero mercato. La situazione oggi in Italia è la seguente: lo Stato non è sovrano sull’economia, non battendo moneta propria, ma prendendo in prestito la moneta che bankitalia decide di prestargli ai tassi che lo stesso creditore stabilisce; in secondo luogo, laddove pochi gruppi finanziari, intrecciati fra di loro, posseggono bankitalia e le più importanti banche del sistema monetario, oltre che il mercato farmaceutico, oltre che i sistemi di informazione, oltre che uno pseudo monopolio sull’agricoltura, siamo in un sistema di oligopolio che, se spulci bene, ti rendi conto che è un monopolio di gruppo. Quindi, se si tratta dell’acqua calda significa che siamo una masnada di teste di cazzo che si sorbiscono i difetti del sistema di libero mercato senza godere dei pregi dello stesso (non essendolo) e che non dicono nulla, ma anzi accettano supinamente. In caso contrario è bene che la gente sappia, La spaventosa crisi finanziaria ci sta fottendo tutti: io preferisco sapere chi me lo mette nel culo e perché.