Ricerca della Verità e meditazione 16 – Una necessaria osservazione
Il fatto è che per come siamo messi oggi, in occidente è veramente molto difficile darsi da fare sulla linea di una qualsiasi ricerca. In Italia in particolare modo. E’ difficile perchè comunque la possibilità di andare fuori strada è piuttosto elevata.
Credo che questo sia dovuto al fatto che l’uomo occidentale oggi è talmente svuotato dal punto di vista interiore, che la sola idea di poter guardare qualcosa che fino a poco prima non vedeva gli risulta talmente aliena da renderlo addirittura idiosincrasico a questo. Una specie di sindrome di Stoccolma maturata nei confronti del nulla.
Ne “La storia infinita”, il nulla che minaccia di distruggere fantasilandia è figlio della perduta capacità dell’uomo di sognare. Io credo che nella realtà, il nulla sia figlio della perduta capacità dell’uomo di osservare.
Osservare ciò che ci accade è estremamente importante, altrimenti presto o tardi il famoso dubbio di cui ho parlato nei post precedenti… si annulla.
Ogni processo, fisico, mentale o emotivo che sia, ha bisogno di carburante per mantenersi attivo, quindi anche il dubbio, interazione tra mente ed emotivo e sospensione della capacità di reazione duale della mente, non può essere qualcosa di duraturo, se non alimentato.
L’osservazione di ciò che ci accade può essere un modo per mantenerlo in vita. Poco importa che sia sempre lo stesso dubbio (poi va a finire che veramente uno si chiede cosa cazzo sia Matrix…). Ma la capacità di generare continuamente dubbi è in un certo qual modo una misura dell’essere vivi.
Resta ovvio che il dubbio, quando troppo presente nel nostro sistema, alla fine diventa ragione di paralisi. Occorre quindi farne qualcosa, trasformarlo in qualcosa di utile. La capacità di osservare, di concentrarsi veramente su qualcosa, può essere un metodo per effettuare questa trasformazione.
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