Spagna: fragole schifose coltivate illegalmente invadono il mercato
Ricevo dalla sempre attenta Vyger e volentieri pubblico:
Da qui a metà giugno la Francia e l’Italia avranno importato dalla spagna più di 83.000 tonnellate di fragole. Cioè, se si possono chiamare “fragole” questi grossi cosi rossi, ancora verdi vicino al gambo, che assomigliano a dei pomodori e più o meno con lo stesso sapore…
La quasi totalità di questi frutti cresce nel sud dell’Andalusia al delta del Guadalquivir, una delle più straordinarie riserve di uccelli migratori e nidificatori d’Europa.
Ci è voluta una squadra di inquirenti del WWF francese per svelare l’aberrazione ecologica di questa produzione. Questa agricoltura copre circa seimila ettari, di cui un buon centinaio ha già invaso in tutta illegalità (tollerata) il parco nazionale. Ufficialmente, soltanto il 60% di queste colture è autorizzato; le altre sono delle estensioni “selvagge” sulle quali l’amministrazione regionale chiude gli occhi, nonostante le proteste degli ecologisti.
Le piante di fragola destinate a questa produzione, benché si tratti di una piante produttiva per vari anni, sono distrutte ogni anno. Per dare delle fragole fuori stagione, le piante, prodotte in vitro, sono poste in piena estate in frigoriferi, che simulano l’inverno, per anticipare la loro produzione. All’autunno, la terra sabbiosa è pulita e sterilizzata, e la microfauna distrutta con del bromuro di metile e della cloropicrine. Il primo è un violento veleno, proibito dal protocollo di Montreal; il secondo, composto di cloro e ammoniaca, è pure un pericoloso veleno : blocca gli alveoli polmonari.
Un ecologista della regione racconta il diffondersi di malattie polmonari e di affezioni cutanee tra la manod’opera marocchina, degli stagionali o dei clandestini sotto-pagati e alloggiati in condizioni precarie, e che si scaldano la sera bruciando i residui delle serre in plastica che ricoprono d’inverno le piante di fragola.
Le piante crescono sotto una plastica nera, e ricevono un’irrigazione che trasporta dei concimi, dei pesticidi e dei funghicidi. Le colture sono alimentate in acqua tramite dei “pozzi” di cui metà è stata scavata ilegalmente. Il che trasforma in savana arida una parte di questa regione andalusa, provoca l’esodo degli uccelli migratori e la sparizione delle ultime lince pardel, piccoli carnivori di cui non resta più che una trentina di esemplari nella regione, visto che il loro unico cibo – i conigli – è in via di estinzione. Al pari della foresta, di cui 2.000 ettari sono stati rasati al suolo per fare posto alle piante di fragola.
La stagione termina all’inizio del mese di giugno. Le cinquemila tonnellate di plastica sono o portate via dal vento, o sotterrate ovunque capiti, o bruciate sul posto.
Quando la regione sarà saccheggiata e la produzione troppo onerosa, sarà trasferita in Marocco, dove gli industriali spagnoli della fragola cominciano ad installarsi. Prima di arrivare in Cina, da dove sono già importate delle mele encora più trattate ccon pesticidi delle mele francesi…
weeeeeeee salve arrivo qui dal blog di connie e che ti trovo un articolino moolto interessante veh che allora succedono anche in altre parti dell’europa ste cose
Ciao Ponyboy… eh si, ne dubitavi?