I pensieri dei nostri vecchi
Potete ascoltare o scaricare il podcast direttamente qui sotto
Podcast: Download (Duration: 4:59 — 6.8MB) | Embed
Subscribe: Email | RSS | More
Poco tempo fa (sigh!) fa ero in Grecia, diretto all’aeroporto in una divertente gymkana con un taxista che guidava con un cellulare per mano.
Con me sulla vettura, oltre alla mia compagna, una signora di circa ottant’anni, ben portati. Lì si fa così; i taxi sono pochi e si condivide parte del viaggio con chi va nella stessa direzione.
Durante il tragitto la signora era molto silenziosa e, guardandola con la coda dell’occhio, mi sono reso conto di come funzionasse il suo sistema di pensiero.
Con estrema lentezza.
I nostri pensieri sono sempre veloci, affrettati, superficiali, frenetici in molti casi. Ma quelli di quella donna no.
Erano palesemente rilassati, lenti, ed estremamente dolci.
In quel momento mi sono reso conto che quello stesso schema l’ho visto tante volte, in tutte le occasioni in cui ho avuto a che vedere con una persona molto anziana.
I vecchi non pensano come noi; la loro mente non è proiettata ansiosamente al futuro, perchè sanno benissimo che il loro tempo sta volgendo al termine.
Una questione di anni, o di mesi, ma quando arrivi ad una certa età, credo che il fondo della pista sia ben visibile.
Noi continuiamo a pre-occuparci, a pre-vedere. A immaginare un futuro che molto probabilmente non sarà mai come ce lo siamo prefigurato, mentre il vecchio no.
Il vecchio osserva. Vede quello che gli rimane da vivere che gli passa davanti, senza quasi toccarlo. Il sesso non è più una chimera, il successo neppure, il denaro è quello che è, i figli, se ci sono stati, sono andati per la loro strada.
Rimangono i ricordi. Un mare di ricordi, su cui il pensiero di questi vecchi naviga costantemente, con un vento che a volte è una debole brezza, a volte un fiero maestrale.
Un vento che spinge i loro pensieri in rotte sconosciute, a volte ricorrenti, a volte strampalate, ma quasi sempre con dolcezza.
Una dolcezza che raramente sfiora il dolore per qualche passata ferita, che il tempo ha trasformato in qualcosa di ovattato, quasi evanescente.
Nella loro mente non c’è molto spazio per le nostre ansie, per i nostri casini.
Credo che nella maggior parte dei casi la loro mente sia così piena di ciò che hanno vissuto, da non lasciar più molto spazio al presente.
Ecco perchè, credo, spesso i vecchi ci guardano e non rispondono o lo fanno dopo tempi per noi inaccettabili.
Perchè non hanno più tempo per le cazzate.
Bell’articolo Franz…molto dolce…
già…i vecchi…bisognerebbe osservarli di più e starli ad ascoltare…
Ti ringrazio. Effettivamente si, occorrerebbe proprio ascoltare di più. E non solo con le orecchie…
Buona giornata