Sotto le stelle
Durante la propria esistenza si può leggere e studiare moltissimo, riflettere e giungere a molte diverse conclusioni, vivere molte esperienze, gioire e soffrire.
Ma alcuni giorni fa durante una limpidissima notte estiva, mentre tutti erano addormentati, mi sono seduta in mezzo al verde; ero completamente circondata da un piacevole silenzio estivo, leggero, interrotto ogni tanto solamente dal frinire di qualche grillo.
Il cielo sembrava tirato a lucido, fitto fitto di stelle più piccole e più grandi e Giove era sorto da un pezzo.
Ho alzato lo sguardo e al cospetto di quello spettacolo non ho potuto fare a meno di pensare che tutto per me è ancora da capire, praticamente nulla è stato compreso.
Tutto il mio bagaglio di informazioni, conoscenze, tutta la polverosa biblioteca, tutte le vicende di una vita, di fronte all’immensità di quel cielo scompaiono in un istante.
Ne potrei rimanere intimorita o estasiata, ma il denominatore comune è uno soltanto: tanti sforzi di una vita, osservando quella immensità, sembrano vanificati.
C’è qualcosa davanti ai miei occhi di così esteso, di talmente imponente che nessuna attività quotidiana mi sembra poter colmare il desiderio di capire che sopraggiunge di fronte a questa infinità silenziosa di luce e buio, di chiaro e scuro, di estensione di proporzioni inaudite.
Ed ecco qui, concentrati in questo cielo, tutta l’impazienza di una vita, tutto il desiderio di comprendere. Tutte le domande non fatte, tutte le risposte attese e mai ricevute, tutte le cose non dette e quelle taciute per quieto vivere.
Mi domando se forse lassù c’è qualcuno che, mentre tutti attorno a lui dormono o sono immersi nelle loro attività quotidiane, sta osservando la stessa immensità e prova il medesimo senso di stupore, di sbalordimento che sto provando io.
Avvolta in quel manto trapuntato di stelle, mi chiedo Dove devo cominciare a cercare e mi domando se c’è Qualcuno che può ascoltare questo canto silenzioso e solitario.
Mi sento un po’ stanca, non fisicamente certo, ma avverto qualcosa che sembra una specie di stanchezza della vecchiaia, ma non è una questione di età, non esattamente.
Come un viandante, che abbia viaggiato dovunque, abbia incontrato il bello e il brutto, si sia lasciato stordire dalla vita fino al momento in cui capisce che il più grande segreto è rimasto celato ai suoi occhi …
E in quel momento ammutolisce. Lui, che credeva di aver visto ogni cosa, si siede e si domanda cosa c’è oltre il visibile. Qual’è il “Cuore” di tutto.
E forse il suo stesso cuore, che finora ha portato passione e ardimento, gioia e tristezza, paura e viltà, dovrebbe ora cominciare a portare una piccola luce che accenda la fede.
L’osservazione, o meglio, la contemplazione di un cielo stellato, in particolari condizioni dell’animo, può portare ad avere quella che gli antichi saggi definivano “un’esperienza mistica”.
E proprio allora, quando la mente razionale cede, anche solo di poco, il passo all’alter ego spirituale , finalmente libero dai vincoli quotidiani fatti di stress, problemi e quant’altro, affiorano le domande più vere e purtroppo ancora senza risposta…In tanti ci si sono cimentati, dagli antichi Greci agli scienziati dei nostri giorni, ma nessuno ha ed avrà, chissà per quanto tempo ancora, le risposte…
Anche io ho avuto la fortuna di potermi letteralmente perdere in un cielo così tanto pieno di stelle, da lasciarti senza fiato (“…tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”). Qualche anno fa, in navigazione su un mare lontano da qui, privo di qualsiasi forma di inquinamento luminoso, solo e dove l’unico rumore era lo sciabordio del mare sulla chiglia della nave (purtroppo non c’erano i grilli, ma mi sarebbero piaciuti :smirk: ), mi estasiavo nella visione della Croce del Sud e di quella magnifica ‘autostrada luminosa’ che è la Via Lattea. E, come un bambino, stupivo di fronte all’immensità dello spazio e di quanto ce ne fosse visibile da quel posto di osservazione privilegiato, non circondato da palazzi o alberi o colline o montagne, ma libero fino all’orizzonte; pieno di stelle. Quante!!
Era talmente bello stare lì, che il pensiero dell’arrivo dell’alba mi dava un certo senso di …fastidio, perché avrebbe cancellato quel dipinto meraviglioso e pulsante, per farlo sbiadire nella vita di ogni giorno.
Forse, più semplicemente, non volevo cedere il controllo alla mente razionale, ecco tutto.
Ma intanto il cielo e le stelle sono sempre lì, con la loro luce ed il loro calore, eterne (almeno nei termini della nostra breve esistenza!) ed arcane, con il pullulare di Vita che, sono sicurissimo, abbonda, misteriosa e (forse) diversa da come la conosciamo noi, piccoli abitanti di questo piccolo e problematico Pianeta, che gira intorno alla nostra piccola Stella, alla periferia della Galassia…
Non ricordo quale scienziato disse: ” Se Noi siamo gli unici abitanti nell’Universo, che magnifico spreco di spazio…”
Sono lì tutte le risposte che cerchiamo; bisogna solo avere pazienza, tanta pazienza.
E continuare a contemplare il cielo.
Grazie per il bellissimo post.
Nel leggere queste paroline bianche su fondo blu che parlano di cielo stellato mi è venuto in mente che questo blog ricorda proprio un cielo pieno di stelle.
Ma se riusciamo a codificare il significato di questi simboli è perché ne conosciamo la chiave interpretativa. Forse anche il firmamento ne ha una… “Basterebbe” conoscerla…
Grazie Ashtar, scrivi sempre commenti molto intensi e sentiti :coffee:
Parlare di Cosmo, Stelle, Infinito è di per se piacevole…
Ma il condividere queste esperienze e la lettura che se ne può fare con chi ha il tuo stesso sentire, questo è ancora più gratificante e consolante.
Chissà, forse un giorno passeggeremo sull’orizzonte degli eventi… :cuckoo:
‘Notte! :oogle: :thumbup:
chissà cosa succederà un giorno … :turtle: …
:smirk:
Conoscere, capire, studiare… hanno sempre rappresentato una grandiosa e magnifica sfida per chiunque sia stato, o sia, minimamente interessato alla propria esistenza ed a quello che lo circonda.
Se la nostra civiltà ha raggiunto, nel bene e nel male, i traguardi che tutti conosciamo lo dobbiamo proprio a quelle persone che, come dici tu, si sono messe sedute a guardare ed a chiedersi “cosa c’e’ oltre”.
Le cose che debbono rallegrarci, in tutto questo, sono che queste persone esistono ancora ma, soprattutto, che ancora esiste questo infinito da conoscere.
La pigrizia mentale puo’ essere, ed e’, infinitamente piu’ pericolosa di quella fisica.
Se tutti ci sedessimo un attimo, un solo attimo a pensare potremmo sicuramente migliorare ancora in molte cose mantenendo la sicurezza ed il gusto di avere ancora tanto da capire e conoscere (purtroppo per noi pura utopia).
Auguriamoci, comunque, che prima o poi possa accadere 🙂
Michele
P.S. : La foto allegata al tuo post (mi sembra siano Le Pleiadi) e’ una di quelle cose che, fin da bambino, avrei desiderato di vedere ad occhio nudo. Semplicemente fantastiche.
Grazie MicheleC piacere di leggerti su queste pagine!
Ma le Pleiadi si vedono a occhio nudo! Un po’ lontanucce, certo…
Grazie Michè per il commento :coffee: