Dal suono alla vibrazione
Nello scorso post ho parlato del suono come vibrazione. Ma realmente cosa si produce quando un suono ci raggiunge ? Dal punto di vista fisico la faccenda è molto semplice: la vibrazione dell’aria si trasmette al timpano e da lì all’orecchio interno, dove viene raccolta e trasformata in impulsi elettrici che raggiungono il cervello.
Ma da tutti gli altri punti di vista?
In realtà non esiste il punto di vista fisico come separato dagli altri. Se tutto è energia, allora anche il suono lo è. La parte fisica, ovvero quella parte di energia che vibra in modo particolarmente lento, non è altro che una porzione di un segnale molto più ampio.
Per fare un paragone al contrario, immaginate di essere un po’ sordi. L’orecchio umano mediamente può avvertire frequenze che vanno dai 40 ai 18−20.000 Hertz. Immaginate di essere in grado di udire solo le frequenze che vanno dagli 8.000 hz ai 12.000 e di essere nati con questo difetto.
Per voi il mondo del suono sarà estremamente ridotto, più o meno quanto lo è una sinfonia ascoltata al telefono in rapporto con la stessa esecuzione ascoltata dal vivo.
Solo che essendoci nati non avreste neppure l’idea che i suoni possano essere diversi, nemmeno se qualcuno ve lo dicesse.
Ecco, quello che viene trasportato dal suono, in paragone a ciò che viene realmente trasmesso, è qualcosa di paragonabile all’udito di una persona come nell’esempio sopra messo a confronto con l’orecchio più fino del mondo (e in realtà la proporzione non è neppure esatta)
Affinare l’energia che ci costituisce significa a tutti gli effetti farla vibrare su una frequenza più alta. A quel punto la possibilità di percezione cambia, ampliandosi e raffinandosi a sua volta.
E non è raro, in questo modo, scoprire ogni giorno di essere stati un po’ meno “sordi” di quello precedente.
Molto interessante…
Spesso mi sono messo a pensare a come o cosa senta una formica (ammesso che senta). Piu’ volte e facilmente ci chiediamo come “vedremmo” il mondo se fossimo gatti o cani (almeno io l’ho fatto) ma sarebbe molto interessante saperne di piu’ anche sull’udito.
Per esempio: io ora sono a casa, e sento i rumori che provengono da questo ambiente, fino ad un certo punto. Nel momento in cui mi spostassi, riterrei ovvio sentire i rumori dell’ambiente in cui mi sposto e non piu’ quelli di casa. Ma… a ben pensarci… è tutta una questione relativa: considero casa mia UN ambiente, e la strada sotto casa, un ALTRO… eppure… se allargassi, diciamo cosi’, ampliassi il mio concetto di ambiente, fino a considerare che, ad esempio, il PIANETA è il mio ambiente… potrei forse sentire qualcosa di diverso…
Ora, è ovvio, cio’ viene considerato fisicamente impossibile… ma dipende tutto da cio’ che ritieniamo appartenga ai confini della fisica (in termini di sensori uditivi o di qualsiasi altro senso di ricezione).
Lo spazio e il suono sono legati fra loro indissolubilmente.
Allargare lo spazio di percezione significa allargare le possibilita’ di percepire un suono.
Insomma, detto in altri termini: la formica non mi sente parlare, immagino… eppure IO PARLO. Chissa’, fuori da cio’ che considero il mio ambiente naturale, CHI o COSA sta parlando o emettendo suoni, ovvero vibrazioni, e io non lo sento…
p.s. Franz magari avevi gia’ scritto tutto negli altri post, ma ho letto solo quest’ultimo e son andato giu’ a getto, cosi’ come mi è venuto 😉
Sicuramente non in questi termini. Comunque la tua osservazione non fa una grinza.
D’altronde sarà capitato a molti di “aguzzare l’udito” per sentire qualcosa che ci interessa. E’ un atto di concentrazione e anche di qualcos’altro. Desiderare di sentire qualcosa può portare a diminuire il grado di separazione da questo “qualcosa”, ed ecco che improvvisamente riusciamo a seguire una conversazione in mezzo ad un ambiente rumoroso. E’ il desiderio che porta ad annullare le barriere dello spaziotempo.
Credo che ne scriverò nei prossimi post sull’argomento.
Grazie mille per il contributo e per il passaggio.
“Lo spazio e il suono sono legati fra loro indissolubilmente.
Allargare lo spazio di percezione significa allargare le possibilita’ di percepire un suono.”
“E’ il desiderio che porta ad annullare le barriere dello spaziotempo.”
Grazie a te Franz.
Questa oggi ha fatto breccia, per me.
Rimarro’ sul pezzo.