Il beneficio del dubbio – by Valeria
Sarebbe buona educazione lasciare ai nostri interlocutori il beneficio il dubbio, almeno secondo quanto prevede il galateo; così tanto per non dare l’impressione di essere dei presuntuosi…
Ma sarebbe ben più importante, almeno ogni tanto, avere dei dubbi veramente, intimamente e non solo dichiararli per questioni di forma.
Molta gente è convinta di averne ma è soltanto un’altra convinzione.
Il dubbio, quando è sincero, nasce solo a fronte di una disponibilità ad abbandonare le solide sponde delle nostre certezze, così sicure e confortevoli.
Nasce dal desiderio di spingerci in mare aperto, esponendoci alle correnti oceaniche, alle variazioni climatiche, lasciandoci cullare dal movimento oscillatorio dell’imbarcazione, dall’eccitazione della conquista di ogni nuova frontiera.
Nasce lasciando che calde lacrime scorrano sul viso: ogni goccia che cade è una parte di noi che si rinnova, che si rigenera, che torna a nuova vita; un ciclo, un’onda che riacquista energia dopo averla perduta.
È quasi un gesto amorale, perché esce dallo schema di ciò che riteniamo lecito o illecito pensare, presumere, ritenere. È un atto creativo, non condizionato.
È un lasciar transitare anche quello che non vogliamo vedere, che non ci piace sapere, che in un momento ci potrebbe gettare nella disperazione.
Ma è l’unica possibilità che abbiamo di comprendere qualcosa di nuovo, di noi stessi e del mondo in cui viviamo… Una piccola goccia di saggezza per la quale la vita vale la pena di essere vissuta.
E invece noi vorremmo capire senza compromettere nulla, senza rischiare di rimanere feriti, delusi o umiliati, senza deludere.
Vorremmo sempre tutto in cambio di niente e così abbiamo niente in cambio di tutto.
Nulla in cambio della nostra intera esistenza.
Forse, allora, ci verrà un dubbio soltanto alla fine.
Alla fine dei nostri giorni sapremo con certezza che tutte le certezze costruite erano soltanto fili della tela di un ragno che abbiamo incessantemente tessuto per paura di quell’ultimo inevitabile istante, di quell’ultimo addio.
Avremo allora perduto mille occasioni di guardare negli occhi tutti i colori del mondo, tutta la potente magia della vita che è sempre in trasformazione, sempre in evoluzione, altrimenti non è vita ma mera sopravvivenza.
Avremo perduto tutta la bellezza, ogni amore mai nato, ogni piccola verità taciuta, ogni alito di vento, ogni respiro del mare, ogni nota dolente, avremo rinunciato per sempre a salpare.
(Articolo scritto oggi, 19 ottobre 2009, dodicesimo anniversario della morte di mio papà.
Un grande uomo, desideroso di trascendere le “umane cose” ma che si trovò in balia di un mondo ottuso.
Lui non ebbe mai la fortuna di trovare la via, forse non trovò mai la forza cieca di cercarla veramente.
Ma io, osservandolo, sapevo che era nel giusto e a lui devo il fatto di non aver mai perduto la forza di continuare a cercare…)
tutto quello che esprimi nel tuo articolo,si può racchidere in una parola “coraggio“se non abbiamo la forza di alimentarlo,nella vita perderemo tante occasioni :shake:
Eh si coraggio, un’attitudine indispensabile sopratutto per un ricercatore della verità…
:borg:
Direi che il coraggio non è tutto. Col coraggio si vincono grandi battaglie ma qualche volta le persone molto coraggiose non hanno abbastanza dubbi da iniziare ad abbandonare le certezze ed entrare nel campo delle possibilità.
Secondo me il dubbio è più affine all’intuizione, anche se poi affrontare e risolvere in qualche modo tutti i maremoti che i dubbi hanno sollevato richiede davvero una bella dose di coraggiosa energia, indubbiamente…
Già… il dubbio. Questo blog è dedicato ad esso.
Il dubbio è quello che ti permette di cercare. Senza il dubbio non cercheresti, non inizieresti neppure.
Il coraggio è l’ “aggio del cuore” un movimento che nasce dal cuore e che ti permette di continuare a perseguire uno scopo in barba alle difficoltà.
Ci vogliono palle per avere dei dubbi e ci vuole coraggio per muoversi subito dopo.
Ma basta un attimo di paura per cadere nel sospetto.
Questo è blog simpatico del dubbio, alla ricerca della Verità. Bene!
Proprio così io sono partito in data 25/10/1993, all’età di 54 anni, sì con tanti dubbi, alla ricerca della Verità ma a qualsiasi costo, anche mortale. Con tenace insopprimibile, arcana volontà!
A partire dal 3/3/1994, mi è capitata una vicenda legale di kafkiana memoria e, nel corso di successivi 9 anni si è sviluppata una metamorfosi che mi ha fatto acquisire l’Amore forte come la morte e, dal 1°/11/2003, sono pervenuto alla Verità privata del dubbio.
Mi sono ritrovato così in “felicità perfetta” in termini di “Pienezza dell’Essere”, ormai da oltre un lustro.
Pertanto, non ho alcuna difficoltà a ritenermi l’unico IMBECILLE esistente sulla terra, per non avere più alcun ragionevole dubbio, proprio come, giustamente, afferma Luciano De Crescenzo, universalmente condiviso.
Domando, in primis a Franz’s Blog, Valeria e tutti gli autorevoli utenti, che male c’è a condividere o partecipare tale mio stato, innanzitutto agli amati connazionali, nel bene e nel male?
Si ammette una naturale invidia, come confessatami in una mail dall’ottimo reporter Paolo Barnard, da me definita “invidia costruttiva”, feconda, auspicabile erga omnes.
Non si può ammettere chi, come il debunker Paolo Attivissimo, si ritiene offeso dalla mia persona. Pura irresponsabilità! Prova evidente che è un falso “acchiappabufale” del Web, per rifiutare in assoluto il confronto dialettico.
Gradirei qui commenti in merito, con argomentazioni. Grazie! :finger:
:stupid:
Padadio, credo che se non ti armi di un effettivo senso di modestia, quaglierai ben poco sia in questo mondo materiale e sia dopo la tua morte in mondi più sottili.….
:finger:
:borg:
Fede, con quale argomentazione mi hai tacciato d’immodestia? Nessuna! Hai solo espresso un’opinione sterile su di me. :smirk:
Convinto tu…