Ragazzi, attenzione a cosa scrivete su Facebook!

Lo so, lo so, mi sto ripe­te­den­do con que­sto post. Ma non è mai abbastanza.

Ieri sera, giro­va­gan­do per le home di con­tat­ti vari, mi sono reso con­to che la popo­la­zio­ne di Face­book, quan­do sot­to una cer­ta età, anco­ra non si ren­de con­to di quel­lo che fa.

Ragaz­zi, fate atten­zio­ne: non ave­te alcun con­trol­lo su chi può leg­ge­re quel­lo che scrivete.

Geni­to­ri: anche se non capi­te una maz­za nep­pu­re voi, per favo­re pren­de­te que­sto post e fate­lo leg­ge­re ai vostri figli. Anzi, stam­pa­te­glie­lo diret­ta­men­te sul muro, sopra al monitor.

Face­book sfrut­ta il viral net­wor­king. Que­sto signi­fi­ca che fon­da le pro­prie fun­zio­na­li­tà sul fat­to che quel­lo che scri­ve il tizio A sul­la sua bache­ca può esse­re let­to dai suoi con­tat­ti, ma anche dai con­tat­ti dei suoi con­tat­ti e così via all’in­fi­ni­to. Vir­tual­men­te cioè, da tutti.

E non si pen­si che le opzio­ni di pri­va­cy pos­sa­no seria­men­te limi­ta­re que­sta leg­gi­bi­li­tà. Pote­te bloc­ca­re un con­tat­to, ma non tutti.

Allo stes­so modo è pos­si­bi­le fare in modo che i pro­pri scrit­ti sia­no visi­bi­li solo dai pro­pri con­tat­ti, ma anche così, basta un’i­den­ti­tà “fake”, cioè fin­ta, per bypas­sa­re il problema.

E non dite­mi che ave­te tra i con­tat­ti solo per­so­ne che cono­sce­te per­so­nal­men­te: non ci cre­do nep­pu­re mor­to, e quan­d’an­che fos­se così, ricor­do che oltre l’80% dei casi di vio­len­za coin­vol­ge, oltre alla vit­ti­ma, una per­so­na conosciuta.

Ergo, pian­ta­te­la di sban­die­ra­re ai quat­tro ven­ti dove andre­te que­sta sera. Maga­ri con tan­to di indi­riz­zo e ora pre­vi­sta d’arrivo.

Ave­te una foto in bel­la vista. Ci voglio­no cin­que minu­ti per capi­re dove sare­te alla tal ora e rico­no­scer­vi dal­la foto del vostro profilo.

Soprat­tut­to le ragaz­ze, devo­no capi­re che esi­ste un’in­te­ra raz­za di esse­ri, che sten­to a defi­ni­re uma­ni, che pas­sa­no il pro­prio tem­po a sfa­gio­la­re su Face­book alla ricer­ca del­la pros­si­ma per­so­na cui usa­re violenza.

Non scri­ve­te i caz­zi vostri su Face­book. Non scri­ve­te nul­la che pos­sa ren­der­vi rintracciabili.

Evi­ta­te di met­te­re foto pro­vo­can­ti o sexy, a meno che non lo fac­cia­te a sco­po di pro­mo­zio­ne per­so­na­le, ragio­na­ta e consapevole.

Met­te­re una foto con le cosce al ven­to, maga­ri man­co le vostre, allo sco­po di rac­cat­ta­re 2.000 con­tat­ti di arra­pa­ti di varia natu­ra non è pro­pria­men­te consigliabile.

E anche i ragaz­zi, non cre­da­no di esse­re esen­ti dagli stes­si rischi. Dav­ve­ro cre­de­te che una stra­fi­ga con le cosce al ven­to in foto sul pro­fi­lo, maga­ri dal nome fan­ta­sio­so tipo “Nadia Coci­mi­lo­va” che vi chie­de l’a­mi­ci­zia, sia quel­lo che sembra?

Ricor­da­te­vi che ci sono cin­ghia­li appar­te­nen­ti alla stes­sa raz­za di quel­li sopra men­zio­na­ti che non fan­no nes­su­na dif­fe­ren­za di ses­so, quan­do si trat­ta di com­bi­na­re porcate!

Face­book è un otti­ma vetri­na, un posto fan­ta­sti­co per far cono­sce­re le pro­prie idee, per vei­co­la­re dei valo­ri o degli idea­li e anche, per­chè no, per fare mar­ke­ting selvaggio.

Ma diven­ta una trap­po­la peri­co­lo­sis­si­ma per il pri­va­to che met­te in piaz­za i pro­pri caz­zi personali.

Ricor­da­te che non ave­te il mini­mo con­trol­lo su chi c’è dal­l’al­tra par­te di un’i­den­ti­tà ben costrui­ta. Una per­so­na anche solo mini­ma­men­te pre­pa­ra­ta vi può far cre­de­re che è il prin­ci­pe azzur­ro, o la fata tur­chi­na, sal­vo poi tra­sfor­mar­si nel peg­gio­re dei vostri incu­bi non appe­na gli rive­la­te il mini­mo indi­zio che gli con­sen­ta di individuarvi.

E per indi­zio, non inten­do l’in­di­riz­zo di casa. Ricor­da­te­vi che esi­ste una cosa chia­ma­ta inge­gne­ria socia­le, ovve­ro un’in­te­ra scien­za che per­met­te di risa­li­re ai segre­ti più recon­di­ti di una per­so­na, sem­pli­ce­men­te col­le­gan­do tra loro le trac­ce che lascia di se’ in rete.

Quin­di ragaz­zi, okkio e straok­kio a quel­lo che fate. Veni­te giù dal pero e date­vi una sve­glia, pri­ma che sia la vita a darvela.

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Giuseppe

infor­ma­zio­ni dav­ve­ro mol­to uti­li le tue.
Gra­zie mille!

carla maria casini

Gra­zie Franz, per tut­to l’im­pe­gno che met­ti, gra­zie anche da colo­ro che non ti cono­sco­no, ma che comun­que sono bene­fi­cia­ti da chi si pren­de cura di loro come te. Non ho altro da aggiun­ge­re, vole­vo solo ester­nar­ti la mia amicizia.