Un pensiero sulla violenza sessuale.
Prendo spunto da questo articolo del Corriere. Una donna di 32 anni racconta la sua esperienza e di come sia riuscita ad evitare lo stupro con la furbizia ma, soprattutto, menando l’aggressore.
Ora, immaginino i signori maschietti che leggono questo articolo, cosa possa significare per una donna essere violentate.
Non ci riuscite? Posso immaginarlo.
Per tentare di capire questa cosa, occorre comprendere che una donna, consapevole o meno, rappresenta in se molti principi. Quando viene violentata, non viene stuprata solo lei, ma tutti i principi collegati al femminile.
Madre, amante, compagna, generatrice, dispensatrice di dolcezza e di accoglienza, iniziatrice… una donna racchiude in se’ tutto ciò e molto altro.
La violenza fisica è il meno. Quello che distrugge una donna nell’intimo è la percezione della grande offesa a tutti questi principi. Una percezione che, per quanto inconsapevole, ne permea l’essenza più profonda.
Chi stupra una donna stupra l’essenza stessa dell’universo. E questo, una donna, lo sente “dentro”.
Per questo, la mia personale opinione è che uno stupratore perde tutti i diritti di un essere umano, e pure quelli di un animale.
Come ho già detto tempo fa, sono contrario alla pena di morte, ma nel caso di uno stupratore… no. Lo stupratore non è più un essere umano, per quanto mi riguarda, e neppure un animale: è qualcosa di più basso, infimo, schifoso e orrido che andrebbe eliminato prima possibile.
Terminato con estremo pregiudizio, come direbbe Altieri.
Bellissimo post e condivido tutto. Vorrei aggiungere che anche lo stupratore è già “morto”. E’ vero che per l’uomo la donna rappresenta una porta sublime ma non possiede solo caratteristiche belle e positive.
Ehhh …caro Franz … io che vivo intimamente dubbi personali sull’utilizzo della violenza nella realtà … su QUESTO tragicissimo punto … non posso che SOTTOSCRIVERE parola per parola ciò che hai – davvero – mirabilmente espresso … è sempre stata, da quando ne ho memoria, un’immagine che mi ha fatto rivoltare dentro totalmente e terribilmente … un’idea davvero insopportabile, inaccettabile… vomitevole … e le tue parole … mi hanno fatto comprendere (forse…“ricordare”…) un po’ di più il perché.…
Si, vaffanculo agli stupratori!!
Non posso che darti ragione Franz.… Una donna viene distrutta dentro, ma basta anche un tentativo perchè una donna si senta violata e ne porti i segni per sempre.…
Franz grazie per tutte noi donne, sei un uomo ma hai anche la sensibilità di una donna,l’articolo che hai scritto sulla violenza alle donne è come se l’avesse scritto una donna; mi ha toccato nel profondo e condivido pienamente tutto ma sopratutto la frase ” La violenza fisica è il meno. Quello che distrugge una donna nell’intimo è la percezione della grande offesa a tutti questi principi. Una percezione che, per quanto inconsapevole, ne permea l’essenza più profonda.
Aggiungo che una donna stuprata si sente che è stato violentato e sporcato il sacro principio femminile.
Grazie Franz!
Con questo post hai dimostrato una volta di più (non che ce ne fosse bisogno) di essere un Anima di rara sensibilità e bellezza.
Rifacendomi ad un tuo recente post…che Dio ti benedica!
Un profondo Namastè.
Grazie, Rosa!
Sissì, condivido.
Però farei provare allo stupratore la stessa “medicina”.
Vorrei che sentisse in ogni fibra del suo essere cosa si prova ad essere violati, usati, senza il minimo ritegno, con foga meno che animale.
Perché credo che molti (non sempre e non tutti, certo) commettano questo abominio senza neanche rendersi conto di ciò che fanno e delle conseguenze del loro agire.
E allora vorrei dar loro una mano a capire… 😈
Caro Franz, condivido il tuo pensiero tranne l’utilizzo della pena di morte. Credo che l’eliminazione della pena di morte da parte di una società, per QUALUNQUE tipo di reato, sia un’evoluzione della società stessa. Lo si può capire per esempio confrontando l’Europa, dove la pena di morte non esiste più vista la sua antica storia, con gli Stati Uniti, un paese dalla storia ancora molto giovane. Infatti chiunque abbia conosciuto diversi americani sa che molti di esssi, per diversi aspetti, sono proprio dei bambini.
Questo non è un discorso né buonista né moralista, infatti consepisco benissimo che in certe situazioni la scelta migliore sarebbe l’eliminazione fisica dell’individuo, ma non credo che sia giusto che la società sia a farlo, per il seplice motivo che di questo passo ci sarebbero tanto altri reati che potrebbero esere paragonati per diversi aspetti alla crudeltà della voilenza sessuale e non si capirebbe allora perché anche non per questi ammettere la pena di morte. Eentiualmente se ne assuma la responsabilità il singolo se ritiene di avere la saggezza e la visione per poter assumersi questa reponsabilità, innanzi tutto di fronte alla propria coscienza.
Tempo fa sentii dire da una persona molto in gamba una cosa che ricorderò sempre:
“La legge non può essere uguale per tutti, la vera giustizia richiede la saggenza dei singoli, le leggi di una società non possono mai essere veramente giuste, possono solo impedire maggiori ingiustizie.”
Questo è il mio pensiero.
Un saluto.
d’accordo con te Ilia…
non può essere una società a togliere la vita, perchè non è la società a darla…la società può punire un reato cercando un punto di equilibrio tra offesa-difesa-pena. diverso discorso, come dici tu, per la scelta individuale..di cui un singolo si assume le responsabilità dinanzi a se stesso e al suo senso della vita. Sarebbero tanti i reati per cui si potrebbe fare questo discorso, e diverse le situazioni in cui questi reati accadono (prendiamo il caso di disturbi psichici..o di stati momentaneamente alterati da droghe, alcool ecc..); per cui io ammetto che potrei uccidere se qualcuno violasse chi amo o anche me stesso.. ma non può essere una società a ragionare in questi termini.Per i pedofili (e potrei amplificare , selezionando una categoria, scrivendo: “per i preti pedofili”…) ad esempio che dovremmo fare?..visto che la violazione di bambini innocenti, fisicamente ancor più fragili degli adulti, è una violazione ancora più aberrante..?
invece si può cambiare la legislazione, consentendo maggiore possibilità di difesa alle donne..e pene moooolto più aspre per gli stupratori (e no che dopo 3 anni sono fuori!!).
Ricordate Thelma e Louise? fu legittima difesa l’omicidio che una delle due commise per salvare l’altra…ma divennero delle ricercate..
ecco, è sul piano della prevenzione e della legittima difesa che agirei di più…
peraltro in una società come la nostra in cui il sesso è distorto e amplificato da media, da comportamenti castranti o – al contrario- di superficiale licenziosità, da dogmi moralistici o – per contrappasso – immorali…in cui gli uomini perdono l’orgoglio della propria forza, e le donne quello del loro mistero..una società in cui non c’è nessuna educazione alla conoscenza del corpo, del sesso, delle proprie energie.…..beh è pressochè inevitabile che le situazioni tendano ad esplodere nella follia!
il tuo discorso, Franz, è rispettabile come punto di vista soggettivo…ma una persona che crede in modo profondo al valore del perdono, o alla possibilità di redenzione per chi commette violenza, non la penserebbe come te..e una società deve potere ammettere la possibilità di redenzione o di mutamento o di rieducazione, pur inasprendo le condanne..oppure riflettere su cosa porti alla violenza, interrogandosi sui valori che veicola..
ma non sono certo io a difendere gli stupratori…
per indole reagirei come te..
come riflessione più ampia dico che c’è qualcosa che non va a monte..come può un uomo trovare l’energia per eccitarsi nella violenza? e sopratutto come può un atto che realizza l’ ”unità” diventare il suo esatto opposto? ci sono secoli di violenze che ci mostrano questo fatto..
..eppure molte persone “ragionano” così a diversi livelli ancora oggi: molte persone fanno veri e propri “stupri psichici” prima ancora che fisici..anche se quello fisico è il peggiore e il più umiliante…
l’atto sessuale come prova di forza e sopraffazione, l’esaltazione del proprio ego nella dominazione dell’altro…tutto questo si spiega con un vero e proprio blocco a livello del cuore, per cui le energie esplodono in “orizzontale” e verso il ” basso” in modo folle e ossessivo. Non sono solo gli stupratori che vivono così, sono in tanti, solo che chi stupra è come una diga che si spezza ..ed ecco l’inondazione..
bisognerebbe agire sul livello che precede questa rottura, e sulle cause..
A proposito di stupratori, guarda questo video da 0,35 sec. in poi…
http://www.youtube.com/watch?v=a967NeqFrFo&feature=player_embedded#!
Ecco una bella “riabilitazione!!!
Hasta la vista!
Ciao Ilia
Allora…una sera, magari la sera del vostro anniversario, stai aspettando a casa la tua compagna per il giusto festeggiamento.
Tu con amorevole impegno ti sei operato per delle ore nell’ordinare casa e nel preparare una cena raffinata e succulenta. Ad un certo punto, proprio quando inizi a rilassarti, squilla il telefono: il numero è sconosciuto e quindi, con una certa curiosità rispondi: ‘buona sera, qui è l’ospedale maggiore ‑dice una voce femminile e un po fredda- devo comunicarle che purtroppo la sua compagna è ricoverata al nostro pronto soccorso perché è stata oggetto di brutale violenza da parte di un uomo che è stato catturato’
Ti precipiti all’ospedale, vai al pronto soccorso e finalmente giungi di fronte al suo letto ma ciò che vedi ti lacera il cuore: lei è seduta sul cuscino con le ginocchia portate al petto e le braccia che cingono le gambe, si dondola avanti e indietro intonando una cantilena, la stessa che la mamma le intonava per farla addormentare quando era una bambina…
Ma è quando la guardi negl’okki che ti rendi conto che la tua donna non c’è più: al suo posto c’è un essere lacerato offeso dilaniato nel più profondo.… in un attimo ti rendi conto che la tua lei non tornerà più… e allora un profondo dolore e una infuocata rabbia si impadroniranno di te… e allora sentirai che anke la morte, per quello schifoso, è poco…POKISSIMO!
Caro Fede, onestamente trovo la tua argomentazione piuttosto debole, e poco convincente.
È assolutamente scontato che, da un punto di vista personale, tante azioni, e non solo la violenza sessuale, sono in grado di produrre a chi ne subisce personalmente le conseguenze, reazioni emotive forti e desideri di ripagare l’autore di certi atti con una reazione tale da concepire la morte come unica soluzione. Ma si tratta di una reazione emotiva, è naturale, è umano, è comprensibile. Ma una società civile, che tale voglia definirsi, si basa per forza di cose su considerazioni di carattere diverso, basate più su una visione macroscopica e meno personalistica della vita. È l’arroganza di noi singoli individui, tale da considerarci sempre al centro dell’universo, come se tutto ciò che ci accade dovesse essere tenuto in alta considerazione dal mondo che ci circonda. Ma non è così, siamo solo insignificanti granelli di sabbia nell’economia dell’universo, in un piccolo pianeta localizzato in una zona periferica della nostra galassia, una tra le innumerevoli nell’universo. In ogni momento qualcosa in grado di stravolgere la nostra esistenza potrebbe accadere, questa è la vita, il suo mistero, la sua crudele bellezza.
Nella situazione ipotetica che descrivi vi è inoltre un’altro punto debole, cioè non tenere conto assolutamente di quali cause hanno portato una essere umano a compiere un atto come una violenza sessuale. Con questo non voglio dire ovviamente che ci siano delle giustificazioni, ma immagina un bambino cresciuto in mezzo a violenza e sopprusi tali da spingerlo a diventare con il tempo una bestia violenta, che non conosce altro modo di vivere se non quello della violenza e della prevaricazione. È egli veramente responsabile delle sue azioni oppure non e’ anch’egli una vittima della stessa violenza di cui è inconsapevole portatore suo malgrado? Se accettiamo la pena di morte per lui dovremmo dare la stessa punizione a tutte quelle persone che sono stati responsabili del suo essere divenuto quello che è. E poi, se è giusto condannare a morte uno stupratore, perchè non fare lo stesso con tutte quelle persone che per esempio, lavorando nel campo della finanza e della speculazione, con le loro azioni senza scrupoli sono la causa della messa sul lastrico di centinaia di migliaia di persone nel mondo, della morte di bambini nel terzo mondo, dell’inquinamento del nostro pianeta (vedi l’ultimo caso della marea nera nel golfo del Messico). Guarda cosa sta facendo l’ENI nel delta del Niger solo per fare un esempio. Ma naturalmente in questi casi, le cose non ci toccano personalmente e quindi non c’è la stessa reazione emotiva, ma è l’emotività un metro di giudizio adeguato in una società? Personalmente non credo proprio.
No caro Fede, non è questa la soluzione, le tue parole sono solo dettate da un trasporto comprensibile ma allo stesso tempo, permettimi, un po’ arrogante e infantile.
Un saluto.
Spiacente Ilia, ma qui non è Fede ad essere arrogante.
Per quanto mi riguarda mi ha tolto le parole di bocca.
Per Ilia e Roberto.
Questa sera sono stanco morto, percui sarà molto sintetico: i vostri commenti mi sembrano davvero qualunquisti e superficiali.
“Non è la società a dare la vita e quindi la società non può toglierla”
Che cazzata cosmica!
Dai, ragazzi. Da parte vostra mi aspettto molto, ma molto di più! Ricominciate da capo, su!
Franz..anch’io sono molto stanco stasera per cui ti rispondo di getto come viene, ripromettendomi di ritornare con più calma e precisione quando posso..
ma..
o sei per la pena di morte o no…nel senso che se la introduci (e sto parlando giuridicamente, cioè in relazione alla regole sociali) per un caso, che è quello che TU ritieni il più grave, è invitabile che si creano le condizioni per introdurla in tantissimi altri casi di orrore e violenza. perchè no allora la pena di morte per i pedofili (caso che io ritengo, se ha senso un graduazone degli orrori, peggiore dello stupro di un adulto)???..o anche – visto che la condanna è commisurata sul reato- per l’omicidio…qualsiasi omicidio ?? pena di morte per i mafiosi ad esempio , che violentano un’intera società. Se per lo stupro di una donna prevedi la pena di morte..anche per l’omicidio di una donna sarebbe logico introdurla, non credi?..cioè sarebbe una escalation in cui lo stato, la società, re-introdurrebbe la pena di morte in toto…
altro discorso le reazioni di un individuo dinanzi alla violenza personale..una donna che uccide il suo stupratore effettua una legittima difesa…anche se lo dovesse uccidere dopo tempo..sono d’accordo..
io mi posso assumere il diritto – pagandone le conseguenze di coscienza o esistenziali – di uccidere chi mi ha fatto del male..
la scelta di un singolo ricade sul singolo…e probabilmente io ucciderei chi ha fatto del male a chi amo.. o forse no..non so…dovrei trovarmi nell’unica e irripetibile e soggettiva situazione..(potrei pure scoprire il perdono cristiano, chissà..ne dubito..ma chissà..)
ma una società dovrebbe inglobare molti principi al suo interno, e non solo quello di una giustizia che diventa vendetta per un caso (e non per altri..??),
le scelte di uno stato riguardano milioni di persone e quindi occorre una valutazione complessiva sui valori etici e giuridici che quella società ritiene importanti e universali..
se vogliamo riflettere sulla “pena di morte in toto” ok…sulla “pena di morte solo per stupro” non saprei cos’altro aggiungere, perchè mi sembra una tua personale visione che ritieni “oggettiva”..(fermo restando tutto l’orrore che lo stupro rappresenta eh… ma di orrori ce ne stanno a bizzeffe..senza minimizzarne nessuno).
credo che anche tu possa fare di meglio Franz…mi sembra che Ilia la veda giusta quando parla di impeto emotivo..va bene per un singolo, non per le scelte di una società..
ma non voglio affatto convincerti..solo instillare un dubbio..
ne riparliamo con meno stanchezza addosso
Eccomi Roberto,
adesso che sono un po’ meno stanco espando quanto detto.
La vita è. Punto. Nessuno la da. La vita esiste e basta. La società e il padreterno (quello di normale concezione intendo, ovviamente) non danno nulla a nessuno.
Una società però ha tutto il diritto di difendersi da elementi particolarmente pericolosi.
Per quello che mi riguarda, quando un uomo arriva ad abusare sessualmente di una donna (parlo di delitto vero, non di cose inesistenti, come quelle di cui si legge talvolta sui giornali, denunciate da ragazzine che poi risultano essersi inventate tutto), commette uno dei delitti più gravi e orrendi che si possano commettere.
Un essere umano che si macchia di questo crimine dimostra di avere al suo interno qualcosa di così profondamente storto, da meritarsi di essere eliminato dalla faccia della terra.
E se gli uomini fossero un po’ meno rincoglioniti dal moralismo cattolico, perbenista e iperbuonista che tanto va di moda in questi tempi, si renderebbero conto che, pur essendo la vita (anche nell’accezione estremamente riduttiva del mero veicolo fisico) assolutamente sacra, esistono casi in cui la sacralità della vita di un criminale passa in secondo piano di fronte alla sacralità di quella delle sue possibili vittime.
Ovvero, la vita è sacra e, proprio per questo, va difesa quella di coloro che potrebbero vedersene privati da un animale di questo tipo.
Personalmente tuttavia, ne avessi la capacità giuridica, NON introdurrei la pena di morte neppure per questo caso, che ritengo il più grave di tutti, anche forse più grave di un omicidio, per il semplice motivo che a decidere della sorte di un animale di questa stregua, sarebbero altri uomini.
Uomini che, come dimostra la quotidiana idiozia, sono talmente addormentati che le probabilità di mandare a morte uno che non c’entra nulla sono troppo elevate.
Ma in altri tempi, di maturità e saggezza, la pena di morte DOVREBBE essere introdotta, perchè verrebbe somministrata solo nei casi in cui l’esistenza in vita stessa di un criminale sarebbe di nocumento a quella di altre persone, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Per concludere: dato che la vita è sacra, spiegami: come mai l’intero universo si basa sulla morte fisica?
(potremmo chiamarlo il dubbio del momento questo…)
Ciao :bye:
Ciao Franz, rispondo qui a tutti i tuoi commenti per semplicità e consequanzialità del discorso.
Trovo la tua precisazione sulla pena di morte condivisibile a 100%, esprime semplicemtne in un’altra forma lo stesso concetto che ho espresso io. Una società civile, per quello che l’umanità ha raggiunto al momento, non si può permettere di reintrodurre la pena di morte, farebbe un salto indietro e correrebbe troppi rischi. E’ ovvio che se una società si basasse sulla vera saggeza, allora il discorso cambierebbe completamente. Personalmente ho dei dubbi che una tale consapevolezza sia praticamente realizzabile a livello sociale e quindi per quanto mi riguarda, la cosa è talmente lontana da venire che rimane una pura speculazione teorica che condivido, ma non applicabile per ora.
Per quanto riguarda il commento a Fede, ti consiglio veramente di rileggere quello che ho scritto. Io non ho detto che lui è arrogante, ma che lo sono state un po’ le sue parole, naturalmente secondo la mia sensibilità, e permettimi questa non è assolutamente la stessa cosa. Non si tratta di un giudizio personale. Se quello che osservo è vero è semplicemnte una osservazione di un dato di fatto, se invece è una percezione sbagliata, è semplicemnte una percezione soggettiva sbagliata, ma non vi è niente di personale. Io Fade non lo conosco nemmeno, vedere nelle mie parole un giudizio è una forzatura che non posso accettare per onestà intellettuale. Mi sarebbe emotivamente più facile darti ragione e chiedere scusa, ma mentirei a me stesso.
Per quanto riguarda il motivo della sua arroganza te lo spiego. Io ho fatto alcune argomentazioni generali, dal mio punto di vista, sul perchè non sia giusto da un punto di vista sociale, condannare a morte uno stupratore, sottolinenado allo stesso modo che è comprensibile e condivisibile il sentire umano in tal senso di chi sia conivolto direttamente. Anzi, per dirtela tutta, personalmente io metterei a morte anche chi sevizia gli animali, chi abbandona i cani in autostrada, solo per afre alcuni esempi, sempre di violenza nei conforniti di una forma di vita si tratta, che umana o animale che sia, ha la sua forma di sacralità. Ma ovviamente so che questo è un mio sentire emotivo personale, che non può essere trasformato in un codice sociale. Alle mie argomentazioni, condivisibili o meno, Fede cosa fa? La butta sul personale e sull’emotivo, cercando di “coinvolgermi personalmente” in una situazione ipotetica, cioè sul piano che avevo chiaramente separato in quanto non lo ritengo applicabile ad un livello più generale. Mi sarebbe venuto da dirgli:
” Ma hai letto quello che ho scritto? Che cosa c’entra il livello personale con delle considerazioni di carattere sociale più generale? E poi, pensi che sono così stupido da non averci pensato a questo tipo di situazioni e aver personalmente fatto la mia libera scelta da quale parte voglio stare, se da quella della reazione emotiva personale oppure di una visione più generale e più distaccata?”
Ecco dove sta l’arroganza, ovviamente inconsapevole infatti non è che me la sono presa, una totale mancanza si attenzione per il mio commento pensando di poterlo liquidare senza uno straccio di srgomentazione pertinente ma con un semplice contro esempio. Caro Franz, a volte possono essere molto più graffiani e sgradevoli le parole non dette, anche incosapevolemtne, di quelle dette esplicitamente. Ero consapevole di essere stato un po’ “abrasivo” nel mio tono della risposta, ma permettimi, ho semplicemtne risposto a tono alla sua provocazione e proprio da te, che sei spesso alterttanto “ruvido”, non accetto che mi vieni adesso a fare “la punta allo stronzo”. La dialettica è anche questo, accetarre le osservazioni e i toni degli altri senza fare troppo i sensibili finche la cosa rimane all’interno di una normale dialtettica. Altrimenti allo stesso modo molti dei tuoi commenti di questo blog potrebbero essere considerati un po arroganti, presuntuosi e inaccettabili, ma inaccettabili da chi poi mi chiedo. Siamo qui per conforntarci, uno spazio aperto per la dialetticca, un luogo aperto al confronto, non un meeting di signorine inglesi riunite per il te, quindi per cortesia, non venite a farmi i sensibili, questo si che mi sembra un po’ moralista e non nello spirito di questo blog.
Per concludere, so di avert risposto in maniera molto diretta senza peli sulla lingua, ma l’ho fatto per la stima ed il rispetto che ti porto.
Un caro saluto.
Riguardo alla reazione del singolo individuo sono daccordo con Roberto. Invece per quanto riguarda la società solo il Divino può giudicare e condannare a morte.
Caro Franz, dire che una cosa è una cazzata cosmica senza argomentare, per quanto uno può essere stanco, è questo si supericiale, anche se da te come caro amico accetto questo e ben altro. Quindi credo che, se hai voglia e tempo di rispondere a me e a Roberto, sia tu il primo a dover fare di meglio.
Che io sia stato arrogante non credo… ho scritto i miei due commenti con molta cura rileggendo molte volte per cercare equilibrio e mi conosci, quindi ti consiglierei di rileggere quello che ho scritto con maggiore attenzione, in particolar modo la frase (che non è mia tengo a precisare):
“La legge non può essere uguale per tutti, la vera giustizia richiede la saggenza dei singoli, le leggi di una società non possono mai essere veramente giuste, possono solo impedire maggiori ingiustizie.”
che al di la di tutte le argomentazioni sia mie che di Roberto, secondo me racchiude l’essenza della questione e ritengo personalmente esprima molta compassione.
In ogni caso, si possono avere opinioni diverse, anche questa è la vita, ma credimi se ti dico che quello che ho scritto è meditato e non già un commento buttato li “en passant”.
Un saluto.
No Ilia, io non devo giustificare proprio un tubo (leggiti le istruzioni per l’uso del blog).
Per quanto riguarda la tua frase in cui dai dell’arrogante a Fede, risulta invece evidente ed estremamente sgradevole il tono di superiorità con cui hai trattato il suo commento, con quella frase che, sinceramente, non riesco in alcun modo a giustificare.
In cosa starebbe l’arroganza secondo te espressa da Fede? Nell’enunciare qualcosa che sente profondamente (e che, per inciso, condivido in pieno)?
Non è così. Potrà magari essere stato “forte” nell’espressione, o particolarmente crudo nell’esposizione.
Ma non vi è, almeno secondo me, alcuna traccia di arroganza nelle sue parole.
ilia e Roberto siete liberi di pensare il cazzo che volete. Giudicatemi pure (anke se trovo che i giudizi non servono a un cazzo: meglio attenersi alla comprensione…): non me ne frega un cazzo dei vostri giudizi come non mi é mai fregato un cazzo dei milioni di giudizi che ho ricevuto nella mia strana e colorita vita…
Papale papale vi dico, e non solo a voi, che se la mia Barbara venisse violentata, allora io mi farei arrestare e mandare nel carcere dove hanno rinkiuso il balordo e.….…
Nessuno ti ha giudicato Fede.
Ovviamente tu, Roberto ed io, come chiunque altro del resto, abbiamo tutta la libertà di pensare quello che vogliamo, sottolinearlo è assolutamente retorico. Dovrebbe farti pensare invece la reazione incazzata che hai avuto nelle tue ultime parole… ma forse la cosa non ti interessa.
Fammi una cortesia, e qui forse si che sono un po’ arrogante ma quando ci vuole ci vuole, se non ha voglia, o non sei in grado, di discutere con calma, lascia perdere, non sprecare il tuo tempo, non c’è nulla da vincere o da perdere.
Un saluto.
Si invece, Ilia. Tu hai espresso un giudizio proprio nel momento in cui gli hai dato dell’arrogante.
ecco..il livello emotivo..
quando una comunicazione deraglia nella soggettività , senza ascoltare gli altri..
io ti ho giudicato??
dove? quando?..
indubbiamente il tema è caldo, ma è proprio questo che fa perdere lucidità…
tutti, mi sembra, conveniamo che la reazione di rabbia individuale sarebbe violentissima e giustificabile se capitasse a ciascuno di noi…ognuno di noi agirebbe secondo il proprio sentire coinvolto nella vicenda.….e sarebbe legittimo fare questo..
ma , evidentemente, abbiamo opinioni diverse su cosa debba fare invece un tribunale, un giudice, una società civile, un codice penale – quindi qualcuno o qualcosa che serva ad osservare gli eventi in modo più equilibrato possibile, in modo anche “freddo” e più ampio – per far sì che si esca dalla barbarie..
(…ed eviterei di tirare in ballo Leggi Universali in relazione a “scelte” storiche collettive o soggettive.…)
E’ vero, Fede. Roberto non ha espresso giudizi nei tuoi confronti, ha solo espresso il suo punto di vista, discutibile quanto vuoi, ma a cui dare tanto spazio quanto a quello di chiunque altro.
Ilia mi stai dicendo che mi devo ‘annullare’?
No Fede, non devi proprio niente. Ti invitavo semplicemente, in maniera un po’ provocatoria visto il tono del tuo ultimo commento, a non fare l’incazzoso inultilmente, non c’è ne motivo. Nessuno ti hai giudicato. Ognuno ha le sue opinioni, si può discuterne se si vuole, ma bisogna sapere ascoltare e provare ad argomentare, altrimenti secondo me è meglio restare in silenzio, tenendosi liberamente il proprio punto di vista.
PS: Mi auguro di cuore che nessuno tocchi mai la tua Barbara.
Sai Ilia, io sono cresciuto in un ambiente familiare dove, purtroppo, veniva generata continuamente una totale sfiducia nei miei confronti, e una “sottile” violenza basata su un certo terrorismo… Ma nonostante ciò non mi sono mai sognato di fare violenza a chicchessia!
Anzi io sono di passo benevolo in questo mondo!…
Buona giornata a tutti!
Caro Fede, scusami ma continui a non capire e a fare l’errore di personalizzare, guardando le cose solo attraverso il filtro della tua esperienza soggettiva. Pensi forse di aver avuto l’infanzia più sfortunata e difficile di tutti? Ci sono sofferenze a questo mondo che ne io ne tu probabilmente riusciamo nemmeno a concepire e, se le avessimo subite, molto probabilmente oggi non saremmo qui a discutere su questo blog. Qiuesto non giustifica chi commete la violenza, di qualunque tipo, ma chi siamo noi per giudicare e condannare in maniera definitiva? Esiste a questo modno un Karma che ci contiene, che comunque la si pensi fa il suo corso, ineluttabilmente e non spetta a noi fare i giudici inquisitori. Prova a staccarti da una visione personalistca che sarebbe comprensibile se fossi direttamnete coivolto emotivamente da una pesante situazione traumatica, ma per fortuna così non è.
Non hai bisogno di giustificarti con me di quello che non sei, della tua natura, io non ti conosco (e certo non mi basta qualche scambio su questo blog per capire veramente qualcosa di te) quindi limitiamoci al più ad argomentare con un po’ di distacco, senza cadere nel personale. Se un giorno avremo l’opportunità di guardarci negli occhi, di sedere allo stesso tavolo a bere un caffe insieme… allora sarà tutta un’altra storia.
Un saluto.
hmmmm no! Non sono daccordo: io parto sempre dalla mia esperienza o da altre esperienze che sono vere…
Parli di ciò che io ho vissuto come se ne conoscessi tutti i tratti!!! Se permetti, al limite, questo posso farlo solo io…
Negl’anni ’80 ho voluto tanto bene a Sara, una bella ragazza che quando aveva 9 anni venne violentata brutalmente…
Cia Fede, ho risposto prima ad un commento di Franz che mi aveva indirizzato. Se lo leggi troverai anche delle considerazioni che riguardano il nostro precedente scambio. Per quanto riguarda la tua esperienza personale io non la giudico minimamente. Continuo semplicemnte a sostenere che l’esperienza personale di nessuno è sufficente per poter etrapolare delle conclusioni di carattere generale applicabili per l’intera società. Io non critico il tuo sentire nei confronti di uno stupratore e quali sarebbero le tue reazioni, le comprendo benissimo. Dico semplicemnte che una società non può basarsi su questo tipo di sentire soggettivo per fare delle leggi che valgono per tutti, che debbano contemperare diverse esigenze, tenendo specialmente conto del livello di “poca sagezza” che l’essere umano ha raggiunto, e quindi l’alto rischio di condannare a morte qualcuno di innoncente. Se continui a rispondere ai miei commenti buttandola sul personale, ritengo che le tue parole siano semplicemente non pertinenti con quello che sto esprimendo. Spero così di essere essere stato più chiaro.
Un saluto.
No comment.
si comment.
Ilia scusa ma il tuo stile non mi piace molto: prima ‘spari addosso’ e poi saluti come se niente fosse stato… brrrtrrrrr
STOP! Chiudo i commenti qui. Eventuali discussioni ulteriori posso proseguire in privato (via mail, skype, sms fax…) basta che mi lasciate mangiare il mio Magnum! :bye:
P.S. Roberto, dato che ti rimane una “cartuccia”, se vorrai aggiungere un commento di replica al mio, mandamelo per mail che lo aggiungo volentieri.
(e poi ditemi che non sono democratico…)