Oltre le classi sociali – By Giuseppe
Abbiamo visto come l’antica società indiana era strutturata in classi sociali, classi non rigide ed ereditarie, ma basate sulle qualità predominanti in un essere umano.
Queste qualità originavano dai Guna: Sattva, Rajas e Tamas.
Ma cosa sono i Guna?
Raphael, nella sua edizione della Bhagavad gita (opera che spiega esaustivamente la natura dei guna) offre la seguente definizione:
- I Guna sono i princìpi che promuovono le svariate possibilità motorie o le differenti combinazioni vibratorie non solo a livello fisico grossolano, ma anche in rapporto a tutta la sostanza universale sottile e causale. Possiamo avere così questa configurazione: Tamas = Inerzia; Rajas = Accelerazione; Sattva = Movimento costante (o ritmo) -.
In pratica, nell’antica India, si sapeva che gli esseri umani rappresentano (e sono influenzati) da differenti “qualità vibratorie”.
Così qualità vibratorie più lente (Tamas) caratterizzano tipi umani “più grossolani”, per questo più adatti a lavori manuali e poco adatti a lavori intellettivi. Il tipo Rajas, vibrando in modo più accelerato essendo molto attivo e passionale, sia fisicamente che intellettivamente (potremmo dire di gran cuore), era più adatto a posti di comando e di amministrazione. Il tipo Sattva, invece, vibrando in modo più armonioso e puro era naturalmente portato per lo studio dei Veda, per il pensiero astratto e la conduzione “spirituale” della società (interessante notare, a questo riguardo, che sempre i re e i governati agivano in conformità alle direttive dei Brahmana).
Questa, in poche parole, era la società strutturata secondo le influenze dei Guna.
Ma l’India aveva una più vasta visione della vita e dell’universo. Quella cultura evoluta sapeva che il compito dell’essere umano non era fine a se stesso, bensì il mezzo per evolversi in modo armonioso verso stati di coscienza più inclusivi e rarefatti. Stati di coscienza tali da realizzare l’unità col Divino.
Esistevano perciò anche degli “esseri” fuori dalla struttura delle caste, esseri che avevano realizzato (a differenti livelli) l’unità col Brahman, con la Coscienza Cosmica. Questi erano i Rishi (veggenti); poi vi erano gli yogi itineranti e adepti dediti all’ascetismo.
Questi esseri vivevano isolati o in piccoli gruppi, nelle foreste o sulle montagne, e solo raramente scendevano nelle città (di solito quando lo facevano era per compiti importanti di ordine evolutivo sociale).
Sembra quindi che la società indiana fosse a conoscenza dell’importanza dell’esistenza di simili esseri, e tributava loro onore e rispetto, tanto che era considerato un onore offrire loro del cibo o ospitalità.
I Rishi erano tenuti talmente in alta considerazione da essere considerati superiori anche ai Brahmana (sacerdoti), e quando un Rishi arrivava alla corte di un Re era ricevuto col massimo degli onori e la sua parola era tenuta in altissima considerazione (il Mahabharata e il Ramayana sono pieni di questi esempi).
Questi esseri erano considerati fuori dalle caste perché avevano “trasceso” i Guna (erano cioè divenuti superiori alla condizione umana).
Ma in base a cosa si riconosceva chi aveva trasceso i guna?
A questo riguardo Krishna dice nella Bhagavad gita:
- Colui che, o Pandava, non respinge l’illuminazione, l’attività o l’ignoranza quando vengono a lui né le desidera quando non le possiede; colui che siede nella neutralità da ciò che avviene, che non è toccato dai guna, ma è consapevole del fatto che sono i guna ad agire; colui che considera in modo equanime dolore e piacere, che è saldamente fondato in se stesso, che considera con equanimità una zolla di terra, un sasso o un lingotto d’oro…colui che è fermo di animo, che rimane lo stesso nell’onore e nel disonore, verso i nemici e gli amici, che abbandona ogni voglia: quegli si riconosce aver trasceso i guna. –
Parole su cui riflettere spesso…(credo che anche in tempi moderni vi sono stati (e vi sono tutt’ora) esseri che hanno manifestato simili qualità, pensiamo ad Aurobindo, Paramahansa Yogananda, Sri Yukteswar, Lahiri Mahasaya, Ramana Maharishi, Krishnamurti….).
Vediamo quindi che vi era il grosso della società che compiva il proprio dharma (dovere) e in questo trovava soddisfazione ed evoluzione.
Ma vi erano anche degli esseri “superiori”, detentori di conoscenza, amore e potere. Esseri che a ben ragione erano considerati “guide dell’umanità”, ma solo se dimostravano di essere effettivamente “signori” dei tre guna e maestri della vibrazione.
E in base a quanto abbiamo detto era ben facile smascherare un impostore… mettendolo alla prova.
Non sapevo affatto queste cose!
Grazie di cuore Giuseppe per il tuo articolo, hai scritto qualcosa su cui riflettere.
Buona giornata :bye:
E’ un piacere Luna. Buona giornata anche a te. 😉
Ciao Giuseppe. A me risulta che il ‘Deva del Fuoco’ è la Coscienza Cosmica… e Brahman è l’Infinito…
Grazie Giuseppe proprio un bell’articolo.….
Interessante sarebbe un utile strumento per mettere ordine nel caos delle odierne società “civili”!!!
Ma la vedo dura ad applicarlo su tutto il pianeta.…
ciao. :warrior:
interessante! ma non ho capito .. quando?
Per Pirata: non vorrei entrare in sottigliezze che non mi competono. Io so solo che Brahman è il “mondo di Brahma”, cioè tutto ciò che esiste, a tutti i livelli, e si riferisce a qualunque dimensione energetica spazio-temporale (ed anche coscienziale) possibile e immaginabile.
Secondo me Giuseppe Brahman sta per il creatore, Visnu stà per il legislatore e mantiene i mondi e Shiva stà per il distruttore. Ciao