I Sussurri del Lama: retto pensare
I pilastri dell’Ottuplice Sentiero comprendono diverse fasi per colui che vuole illuminare il proprio Dharma. Forse il Retto Pensare è il punto più difficile da mettere in atto.
Spesso nell’espressione buddhista si parla della Mente ma tale termine non si riferisce, ovviamente, al pensiero ne alla mente ordinariamente cosiddetta.
Il concetto di Mente è molto simile, nella trasliterazione, a quello di Cuore, inteso come Nucleo interiore di un essere.
Non a caso il mio ospite ha così voluto chiamare la sua nuova attività (per la quale gli faccio tutti i miei migliori auguri di un luminoso successo). Kokoro è la parola giapponese che meglio attiene al significato di Mente nella simbologia interiore del buddhismo classico.
Il Nucleo (in pratica il cuore, detratte le connotazioni emotive) è la Mente. Questa è una delle trappole cui vanno incontro gli antichi testi una volta tradotti in un linguaggio che non è quello in cui sono stati pensati.
Il Retto Pensiero non può che derivare da una Mente pulita, realizzata, presente e completamente ferma in se stessa. Per questo motivo è così difficile da mettere in pratica.
Il pensiero ordinario, erratico e capriccioso, tende sempre alla via di minor resistenza, al minor male per se stesso, potremmo dire. Di qui il cambiare idea, la fallacità con cui il pensiero cambia linea, vittima degli accidenti esterni ed interni o, per usare un termine caro alla cultura mediorientale, in quanto polvere mossa dal vento.
Da qui la necessità del retto pensare intesa come forza applicata dalla volontà della Mente (ovvero del nucleo persistente di un essere) a permanere sulla linea della rettitudine, non già intesa come morale aggiustamento di ciò che è giusto o non giusto, quanto come veritiera espressione di ciò che deve o non deve essere fatto.
Il retto pensiero presume quindi innanzitutto un retto essere che, a sua volta, presume una lunga permanenza sul sentiero della volontà indefettibile che porterà all’auto rivelazione della propria buddhità.
La difficoltà del retto pensiero viene quindi direttamente dalla difficoltà del retto essere. Una rettitudine intrinseca che, qualora non donata come petit cadeau a corredo di un’incarnazione particolarmente fortunata, deve essere conquistata sul duro terreno di scontro della consapevolezza.
Una conquista, più che un punto di partenza.
Thanks for greetings. :bye:
Bello e utile. Grazie.
grazie lama T.il tuo scritto è illuminante.
Bello, ma mi sorge una domanda ?
Qual’è il retto pensiero, è uguale per tutti o è qualcosa di personale ?
Se vai in giro a chiedere qual’è il retto pensiero, ogni persona ti risponrerà in maniera diversa ma molto collegato alla religione di ognuno o comunque della propria programmazione sociale a cui appartiene.
Personalmente capisco ciò che dici nel tuo scritto, ma credo che vada approfondito.
Ciao LamaT.
Jack, ho postato la traduzione alla risposta di LamaT, ma avendola messa come replica a lui non ti è arrivato l’avviso email.
Dear Jack, “right thinking” is more related to “how to think” than to “what to think”. It’s not a matter of what you think because as you said we are all different, and even if the laws are for everyone, nobody excluded, the answer to them is singular, different from one man to another. This obiosuly speaking of individuals.
Further, as you correctly pointed out, reactions are chained to everyone’s conditioning experiences. Therefore, right thinking is related to “how you think”. The more mechanical your reaction is, the less it will be “right thinking”.
But in the end, right thinking is a consequence of right being. If you are completely free, then your thinking cannot be less than right.
It’s very difficult to explain in terms of english words. Franz, please help!
Traduco.
Caro Jack, “retto pensiero” è qualcos di più relativo a “come pensare” che a “cosa pensare”. Non è una questione di quello che pensi, perchè, come hai detto, siamo tutti differenti e, anche se le leggi universali valgono per tutti, nessuno escluso, la risposta ad esse è individuale, differente per ogni essere umano. Questo ovviamente parlando di individui.
In più, come hai correttamente sottolineato, le reazioni sono legate alle esperienze condizionanti di ognuno. Quindi, retto pensiero si intende in relazione a “come pensi”. Più è meccanica la reazione meno il pensiero sarà “retto”.
Quindi, alla fine, il retto pensiero è una conseguenza del retto essere. Se sei completamente libero allora il tuo pensiero non potrà fare a meno di essere retto.
LamaT, non c’è molto che possa fare per aiutarti se non traducendo il più fedelmente possibile la tua risposta.
Franz
Incredibile come poche parole dette bene spieghino cose che a volte sfuggono leggendo interi libri. Questa semplice risposta sulla differenza tra il ‘cosa’ e il ‘come’ si pensa è veramente chiarificatrice.
Ancora grazie Lama T. Mi inchino…
Un sentito GRAZIE PER LA RISPOSTA CHE DEFINIREI SPENDIDA E PER LA TRADUZIONE