E se… un incubo di ipotesi!
Tutti diamo spesso tutto per scontato. Un esercizio che mi è stato molto spesso utile è quello che chiamo del “E se”. Una sorta di “what if” (un termine del gergo fumettistico che indica una situazione ipotetica alternativa rispetto a quella reale).
Per esempio: “E se morissi tra esattamente dieci secondi…”
Una frase del genere, se la prendi sul serio, può anche arrivare a produrti un attacco di panico. In effetti tutti noi diamo sempre per scontato che fra dieci secondi saremo ancora vivi (e ci mancherebbe altro, mi pare sano!) ma… in effetti nessuno ce lo garantisce. A malapena qualche statistica che ci dice che, a meno che non siamo molto malati o ci troviamo in una zona di guerra, abbiamo buone possibilità di essere ancora vivi tra poco.
Ma in effetti il contratto d’assistenza col padreterno non l’abbiamo mica firmato, ergo… cazzo faccio se tra dieci secondi schiatto?
Anche se può sembrare un errato utilizzo dell’emotivo, una riflessione di questo tipo potrebbe invece portare ad un’immediata scoperta: ad esempio quella di non aver vissuto un cazzo di quello che avremmo voluto.
Dal che il fatto che, qualora un fulmine a ciel sereno ci stecchisse di qui a poco, avremmo davvero ben poco di concluso, di realizzato tra le mani. E una scoperta come questa, se portata abbastanza in fondo dentro di noi, può anche produrre un’autentica rivoluzione istantanea.
Un’altro “e se” interessante può essere “e se fossi nato in bangladesh?”. Similmente a quanto detto prima, anche questa ipotesi potrebbe portare ad un improvviso attacco di panico. Ma potrebbe anche portare ad apprezzare improvvisamente quel poco che abbiamo anzi che piangere in continuazione su ciò che vorremmo.
“E SE…” domanda magica che può aprire molte porte.
Per intenderci tutte quelle porte chiuse con il lucchetto della meccanica considerazione che ciò che abbiamo sia scontato e ciò che ancora ci aspettiamo sia dovuto.
Una sorta di torcia accesa nel buio della quotidiana idiozia.
E se… ci provaste anche voi?
E se.. lasciamo perdere? Troppa ansia, assurdo! :/
:muah: :muah: :muah:
E se… fossi a conoscenza della tua data di morte? cosa faresti? Quali sarebbero i tuoi pansieri e le tue azioni?
Sinceramente la vita non mi dispiace,ma la morte non mi fà paura è non dovrebbe farla, certo la speranza di tutti è che arrivi il più tardi possibile, ma non è deto sapere nè il quando nè il dove e neppure il come, succede e basta.
Il prendere coscenza di questo fatto dovrebbe far riflettere quelle menti deboli e stolte che passano la loro vita come se non dovessero mai andarsene e accumulano ” roba ” come se nel momento del trapasso potessero portarla con sè, purtroppo sono la maggioranza,quando sei venuto al mondo non avevi nulla e così te ne andrai, l’unica cosa che puoi portare con tè è solo ciò che sei nella tua anima e coloro che conosci ti ricorderanno per ciò che eri,ma se chi ti ricordano per ciò che hai,allora hai vissuto inutilmente!