Escherichia Coli negli alimentari. E adesso la colpa sarebe delle colture “bio”?

E ti pareva. Silvio Garattini, direttore dell’istituto farmacologico “Mario Negri” di Milano, la buttà lì con nonchalance, accusando il mercato biologico in merito ai recenti casi di intossicazione alimentare.
“Forse non è una coincidenza o un caso che il prodotto fosse ‘biologico’. Senza voler condannare nessuno, questi prodotti ‘biologici’, che si giovano solo di sostanze naturali, si arrogano meriti spesso indebiti. Sono infatti i produttori coloro che garantiscono la purezza dei prodotti e quindi la salute, mettendoli in contrapposizione con i prodotti industriali che invece sarebbero il frutto della chimica”
Può anche darsi. Il mondo del biologico non sempre offre sufficienti controlli. Ma a parer mio, forse non è una coincidenza che sia proprio uno dei massimi promotori del farmaco italiano a dire una cosa simile.
Così come, sempre a parer mio, forse non è una coincidenza che questi batteri siano di un ceppo mutante, completamente diverso dal solito e refrattario alle normali terapie antibiotiche.
A voler parlare sul nulla si fa sempre presto. Il mondo scientifico ci mette un attimo a tacciare chiunque di scarsa scientificità ma, guarda caso, quando conviene a loro, le frasi senza nessuna base sperimentale o probatoria le usano, eccome|!
Non sanno da dove arriva esattamente il batterio, non sanno a che punto della filiera si è introdotto e non sanno neppure come abbia potuto svilupparsi a questo livello di mutazione e patogenicità. Però l’occasione è ottima per sollevare dubbi sul biologico e portare l’acqua al mulino del farmaco di sintesi, della sterilizzazione forsennata, della disinfezione totale.
Ma visto che siamo nel campo delle ipotesi, mi permetto di portarne una mia.
Non è forse vero che ormai da anni, qualunque tipo di produzione alimentare è sottoposta ad ogni genere di malvessazione chimica? Non è forse vero che frutta e verdura, per non parlare di carne e altri alimenti, sono inondati da gas, disinfettanti, conservanti, edulcoranti, aromatizzanti e tutta una serie di “anti” del tutto artificiali?
E non è forse vero che da anni la popolazione occidentale si riempie di antibiotici per ogni cazzata, dal raffreddore all’influenza, in tutta una serie di casi in cui gli antibiotici non solo non servono a un cazzo ma fanno pure male?
E non è forse vero che siamo arrivati ad assumere così tante porcate farmacologiche che l’acqua del Mare del Nord è diventata farmacologicamente attiva a causa di tutto ciò (gli uomini ingurgitano antibiotici e poi li pisciano, il tutto confluisce negli scarichi e alla fine si butta in mare, alzando la concentrazione di residui farmaceutici oltre la soglia terapeutica)?
Però la mutazione altamente virulenta dell’E. Coli non è frutto di questo comportamento dissennato, continuamente fomentato dall’industria farmacochimica, no, figurati! La colpa è degli alimenti biologici che non offrono sufficienti garanzie.
Nemmeno l’ombra del sospetto che sia l’uso indiscriminato di ogni possibile agente chimico nell’industria alimentare a innescare mutazioni pericolose come questa, certo. E non c’è nemmno l’idea che un caso come questo sia il risultato di decenni di alterazioni chimiche furibonde su qualunque alimento.
Mi pare logico: la colpa è del bio!
condivido in pieno, quando girano troppi interessi,molte cose ci vengono nascoste e chi ha un certo ruolo sociale,medico o scienzato che sia, dovrebbe evitare di parlare a vanvera.
Come capita spesso la soluzione c’è l’hanno sotto il naso e non la vedono.
E poi chi mi dice che un virus del genere non sia frutto di qualche esperimento farmaceutico che gli è sfuggito di mano ? Ma non lo diranno mai !