La sovrana fregatura della memoria
Le persone di solito non ci pensano: alla memoria, intendo. Eppure questa “cosa” è la vera interprete della realtà per come la vediamo noi.
Tutti i sensi parlano al cervello, il quale interpreta quello che vede, sente, odora, tocca, gusta e ci fa “sperimentare” la realtà. Come già detto in altri articoli, la realtà non è affatto quella che noi sperimentiamo: al massimo, ne tocchiamo alcuni aspetti.
Ma il problema è che, per loro stessa natura, i sensi non sono “in tempo reale”; sono in differita: di poco, ma non vanno in diretta. Da quanto lo stimolo lascia l’oggetto a quando raggiunge i nostri organi di senso, passa del tempo. Millisecondi, d’accordo, ma pur sempre tempo. Poi ne passa dell’altro mentre i segnali raggiungono il cervello, e ancora dell’altro mentre il nostro organo direttivo fa tutte le sue magie.
Quindi la realtà viene percepita con parecchio ritardo. Ma non è finita.
Subito dopo aver ricevuto, interpretato e quindi sperimentato uno stimolo… il presente (ammesso che di tale si possa parlare) è già trascorso, volato via, svanito. Di esso rimane una traccia solo nella nostra memoria.
Ma, dato che il tempo di percezione è quel breve istante in cui uno stimolo arriva alla nostra coscienza, possiamo tranquillamente affermare che noi non viviamo la vita: la ricordiamo.
E qui, se uno ci vuole proprio guardare dentro, sono cazzi!
La memoria, come credo chiunque di noi abbia sperimentato, ha l’abitudine di alterarsi col tempo; le cose vissute nell’infanzia ci ritornano sempre in mente come macroscopiche: giganti, assordanti, lunghissime… etc. etc.
Tante cose ci dimentichiamo quante ne ricordiamo in modo errato; ricordi che si intrecciano per formare frasi, episodi e intere vicende che non sono mai accadute per come le ricordiamo.
E’ abbastanza noto il fenomeno per cui, sulla scena di un delitto, di solito, non c’è una testimonianza uguale all’altra. E quando avviene, c’è da preoccuparsi perchè la possibilità di un abbaglio collettivo è tremendamente elevata, come ben sa chi per lavoro si occupa della pubblica sicurezza.
Ancora una volta è la memoria che si altera, mescolando ciò che è accaduto con quello che si è pensato subito dopo, o che si è udito da qualcuno nelle vicinanze.
E come se non bastasse, la memoria finge pure di essere completa. Provate a fare un esperimento: una sera, prima di addormentarvi, provate a ricordare la vostra giornata. Avrete la sensazione di ricordare tutto ma, nel momento stesso in cui vi accingerete a “riavvolgere la moviola”, scoprirete che i vostri ricordi non sono affatto sequenziali o chiari come pensavate.
Ecco perchè, tra le altre cose, si parla spesso di “illusione”; noi viviamo una vita che è sempre un ricordo, per quanto recente, di quello che ci accade.
Un ricordo che può cambiare in qualsiasi momento, senza preavviso. E siccome il nostro cervello non mantiene le “versioni precedenti”, come potrebbe fare un computer con un documento di Word, ecco che non abbiamo il modo di accorgerci che la nostra percezione e la vita vera hanno ben pochi punti in comune.
Ed ecco perchè, periodicamente, si trova sempre qualche pazzoide in giro che decide di mettersi a cercare la verità: in genere si tratta di persone smemorate.
Il che, forse, non è così un male come si potrebbe pensare.
:wow:
che bel finale 😛