Me l’hanno regalato a Natale e, devo dire, sono rimasto veramente colpito. Da amante della carta stampata, del suo profumo, della qualità che in un libro si può apprezzare anche solo tenendolo in mano, ho sempre stortato un po’ il naso di fronte agli e‑Book e relativi lettori.
Ma dopo averne avuto uno per le mani, ammetto di essermi in parte ricreduto.
Premetto che sono uno che legge di tutto, in continuazione (un difetto di quelli che usano troppo il cervello) al punto che, se vado al cesso e non c’è nulla di meglio, mi trovo persino a leggere le istruzioni d’uso del dentifricio, pur di leggere qualcosa.
Ho quindi la mania del libro come tale che, a costo di sembrare un vecchio retrogrado, non ritengo che debba mai poter essere messo nelle condizioni di sparire.
Però anche un e‑reader ha la sua bella ragion d’essere.
Prima di tutto, ti trovi improvvisamente a poter portare con te tutti i libri che vuoi, senza borse, sacche e altri pesi inutili.
Poi… l’oggetto in sè è davvero affascinante: parliamo naturalmente di un vero e‑reader, ovvero uno di quelli con “inchiostro elettronico” e quindi non retroilluminati. L’effetto è davvero vicinissimo alla carta vera (se non c’è luce non leggi un tubo) e per i modelli più recenti, puoi anche permetterti di prendere appunti e note.
Diverso quanto riguarda l’acquisizione dei libri in formato digitale. Un consiglio: state alla larga da quelli protetti con Adobe DRM, almeno fino a che la tecnologia non si sarà stabilizzata. Il processo di autorizzazione e trasferimento sul lettore può essere infatti talmente complicato da farti venir voglia di lanciare l’apparecchio dalla finestra.
Di e‑book protetti con Social DRM (molto più semplici da autorizzare) il mondo è pieno, per non parlare dei sempre più numerosi e‑book semplicemente in vendita e non protetti (costano in genere un bel 15% in meno, li compri, li paghi e li leggi senza rotture di coglioni)
Ovviamente parlo per esperienza diretta e vi confermo che autorizzare un DRM Adobe può essere qualcosa che mette a dura prova i nervi.
Oltretutto, da che mondo è mondo, i libri usati si prestano, si regalano, si rivendono, senza troppe rotture di coglioni. Quindi non vedo perchè non si dovrebbe pensare alla stessa cosa con gli e‑book.
E infatti il mondo è pieno di editori intelligenti che vendono i propri libri digitali allo stesso modo di come vendono quelli cartacei; senza protezione e senza rotture di coglioni inutili.
In sostanza ritengo che si tratti di un oggetto da possedere e da… riempire di libri (senza dimenticarsi di metterne ogni tanto qualcuno nuovo anche in libreria)!
E‑reader? Molto volentieri!
Me l’hanno regalato a Natale e, devo dire, sono rimasto veramente colpito. Da amante della carta stampata, del suo profumo, della qualità che in un libro si può apprezzare anche solo tenendolo in mano, ho sempre stortato un po’ il naso di fronte agli e‑Book e relativi lettori.
Ma dopo averne avuto uno per le mani, ammetto di essermi in parte ricreduto.
Premetto che sono uno che legge di tutto, in continuazione (un difetto di quelli che usano troppo il cervello) al punto che, se vado al cesso e non c’è nulla di meglio, mi trovo persino a leggere le istruzioni d’uso del dentifricio, pur di leggere qualcosa.
Ho quindi la mania del libro come tale che, a costo di sembrare un vecchio retrogrado, non ritengo che debba mai poter essere messo nelle condizioni di sparire.
Però anche un e‑reader ha la sua bella ragion d’essere.
Prima di tutto, ti trovi improvvisamente a poter portare con te tutti i libri che vuoi, senza borse, sacche e altri pesi inutili.
Poi… l’oggetto in sè è davvero affascinante: parliamo naturalmente di un vero e‑reader, ovvero uno di quelli con “inchiostro elettronico” e quindi non retroilluminati. L’effetto è davvero vicinissimo alla carta vera (se non c’è luce non leggi un tubo) e per i modelli più recenti, puoi anche permetterti di prendere appunti e note.
Diverso quanto riguarda l’acquisizione dei libri in formato digitale. Un consiglio: state alla larga da quelli protetti con Adobe DRM, almeno fino a che la tecnologia non si sarà stabilizzata. Il processo di autorizzazione e trasferimento sul lettore può essere infatti talmente complicato da farti venir voglia di lanciare l’apparecchio dalla finestra.
Di e‑book protetti con Social DRM (molto più semplici da autorizzare) il mondo è pieno, per non parlare dei sempre più numerosi e‑book semplicemente in vendita e non protetti (costano in genere un bel 15% in meno, li compri, li paghi e li leggi senza rotture di coglioni)
Ovviamente parlo per esperienza diretta e vi confermo che autorizzare un DRM Adobe può essere qualcosa che mette a dura prova i nervi.
Oltretutto, da che mondo è mondo, i libri usati si prestano, si regalano, si rivendono, senza troppe rotture di coglioni. Quindi non vedo perchè non si dovrebbe pensare alla stessa cosa con gli e‑book.
E infatti il mondo è pieno di editori intelligenti che vendono i propri libri digitali allo stesso modo di come vendono quelli cartacei; senza protezione e senza rotture di coglioni inutili.
In sostanza ritengo che si tratti di un oggetto da possedere e da… riempire di libri (senza dimenticarsi di metterne ogni tanto qualcuno nuovo anche in libreria)!
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