Emozioni farlocche e campo emotivo

Quelle che ordinariamente definiamo emozioni, in realtà non sono altro che perturbazioni prodotte nel pensiero da sbalzi emotivi automatici. In altre parole sono quelle che vengono definite spesso “schiuma emotiva”.

Fanno parte di questo tipo le crisi di rabbia, le depressioni improvvise, le delusioni, e tutte le altre manifestazioni emotive dall’insorgenza esplosiva e minima durata.

Le vere emozioni, peraltro quelle di più basso livello, iniziano ad un altro livello, possiamo dire che stanno dietro, sia al pensiero che a quelle appena elencate, ed hanno il vizio di partire e svilupparsi con una velocità infernale, cosa che le rende davvero difficili da osservare.

Il campo emotivo umano non è quello che viene abitualmente da noi sperimentato. E’ un campo molto più espanso ma soprattutto raffinato, in cui sensazioni della più disparata profondità ed espansione, vivono vita propria spesso senza neppure essere immaginate dai legittimi proprietari.

Potremmo immaginarci l’emotivo come un grosso campo giochi a tre dimensioni (sarebbe meglio dire 4 ma poi non ce la caviamo proprio più…). Questo campo è diviso in tanti strati, allo stesso modo in cui l’acqua del mare presenta diversi strati caratterizzati da differenti temperature e in esso nascono, nuotano e muoiono le emozioni.

Ogni strato emotivo presenta qualcosa di simile, ma al posto della temperatura abiamo la qualità (o frequenza) vibratoria. Diciamo che un’emozione che nasce in uno strato, non ha la possibilità di passare a quello superiore, a meno che non si “raffini” in qualche modo (ovvero non aumenti la propria frequenza vibratoria).  La possibilità che questo avvenga esiste, ed è una delle cose più belle che Dio ci ha regalato: la possibilità di raffinare noi stessi, cosa che include anche (e soprattutto) le nostre emozioni.

La raffinazione del camo emotivo è un processo che coinvolge molte strutture ergo, spiacente, ma magari ne parliamo in un altro momento.

Ad ogni modo, tornando alla parte più elevata del campo emotivo, possiamo dire che è in questa zona che nascono molte opere d’arte della poesia, della scrittura, della pittura e della scultura, non di certo dal bailamme sensoriale che ci offusca la mente in continuazione.

Occorre quindi comprendere che la capacità di osservare qualcosa implica obbligatoriamente un punto di vista più elevato rispetto all’osservato. (se sei chiuso in una stanza non puoi vedere tutto quello che avviene all’interno, dato che qualcosa alle tue spalle si potrà sempre muovere, mentre invece se il tuo punto di visto è sul soffitto…)

Ecco perchè osservare le emozioni nella loro totalità diventa sempre più difficoltoso con il progredire della relativa raffinatezza: perchè il punto di vista deve essere sempre più elevato.

Tanto da stabilirsi, alla fine, in quel piano definito “mentale” (attenzione a non confonderlo con l’emotivo superiore), che corrisponde al soffitto dell’esempio precedente per quanto riguarda il campo emotivo.

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