Trasmissione con il suono
Allo stesso modo in cui possiamo definire la materia come uno stato estremamente densificato dell’energia, anche molti altri aspetti della vita e del mondo che abitiamo sono una rappresetnazione simbolica ad alta densità di principi più sottili.
Il suono non fa eccezione a ciò, trattandosi di una vibrazione che si propaga in un mezzo, non solo l’aria come si pensa abitualmente ma, di fatto, qualunque materiale lo trasmette, anche se alcuni solo per pochi millimetri ed altri per centinaia di chilometri.
Qui sul nostro pianeta, il suono è la rappresentazione fisica del principio vibratorio in senso lato, ed ha un valore particolare proprio in quanto un mezzo di trasmissione, bene o male, lo trova sempre. E nel farlo, non si limita a trasmettere una vibrazione fisica ma, molto spesso, molto altro: quando urliamo, parliamo o sussurriamo, pratichiamo un mantra, cantiamo, all’ascoltatore nono arriva solo una vibrazione fisica ma anche qualcos’altro: il nostro emotivo nel caso più semplice, ma a volte, se abbiamo fortuna, anche qualcosa di molto più profondo ed interiore.
Ecco perchè possiamo trovare grandi e profonde differenze, ad esempio, tra l’ascolto di un canto registrato e la stessa esecuzione ma ascoltata dal vivo: nella registrazione, ciò che viene riprodotto è in massima parte una vibrazione fisica, evocante al nostro interno un vibrazione emotiva che si sviluppa per assonanza e intervento della mente. Quando invece la stessa cosa la sentiamo dal vivo, ecco che ciò che ci raggiunge non è più solo una vibrazione fisica, ma anche una energia emotiva o anche più rarefatta, originata da chi produce il suono.
Inoltre, sempre per continuare con le analogia musicali, vi è l’effetto della risonanza emotiva che si produce tra noi che ascoltiamo e gli altri che come noi ascoltano lo stesso suono: una sorta di risuonatore che amplifica i segnali sottili tanto quanto quelli vibrazionali fisici o anche emotivi.
In barba a quanto sostenuto da certi ambienti scientifici ufficiali, una vibrazione prodotta con cognizione di causa può davvero trasmettere qualcosa di assolutamente non fisico da un essere umano ad un altro. Qualcosa che fa la differenza non solo tra un artista ed un altro ma anche, ad esempio tra un oratore “buono” e uno “cattivo”, tra un trascinatore di folle e lo scemo del villaggio.
Esiste qualcosa all’interno di chi è in grado di trascinare una massa, che lo rende efficace nell’uso del suono. Si tratta di conoscenza tecnica naturalmente, ma anche di dote innata nella capacità di trasmettere qualcosa, ovviamente sia nel bene che nel male.
Hitler era un trascinatore di folle. Anche Ghandi lo era. Ma guarda un po’ erano esattamente agli antipodi.
Una cosa però li accomunava, al di là di tutto: la capacità di far vibrare una folla intera su un unico principio, un’unica onda.