All of me (Jon Schmidt): conoscere la legge del sette… aiuta!
Un po’ come ai tempi di Canon Rock, anche per questo brano di Jon Schmidt non si contano le versioni e le cover di appassionati, fan e musicisti di ogni genere.
Un brano dalla trama semplice ma dall’architettura estremamente raffinata, che ti fa piovere addosso gioia come da una cascata. Un’energia incontenibile che prorompe dalle mani magiche di questo ragazzo, e che sembra moltiplicare addirittura le note prodotte dal pianoforte.
Il segreto? Guardate bene: il 99% del brano è suonato sui “tasti neri”. Cosa significa? Il brano è impostato su una scala pentatonica maggiore (satebbe meglio dire esatonica, dato che ogni tanto il sesto tono ce lo ficca dentro…), che sostanzialmente elimina i cosiddetti “semitoni mancanti”. Tanto è vero che il rimanente 1% delle note è quasi sempre un FA o un DO che a tutti gli effetti stanno subito dopo i semitoni mancanti nei punti di terza e di settima (riferiti ad una scala maggiore).
Quindi anche quell’unica possibilità di deviazione viene eliminata.
Dal punto di vista della legge del sette è come se impedissimo il cambiamento accidentale: la costruzione armonica marcia infatti perfettamente dritta senza tentennamenti, come su un binario.
Provate ad ascoltare con il cuore: non c’è mai una caduta, mai un cambiamento della qualità. La vibrazione è sempre, costantemente la stessa. La qualità idem. Ecco perchè questo brano “accende” così tanto l’anima: la stabilità della qualità vibrazionale è sostanzialmente continua e quello che viene trasmesso segue di conseguenza.
La Magia del Suono è anche questo: trasmettere, trasmettere, trasmettere. Poco importa con cosa. Quelle che importa è… cosa trasmetti. E quello che ti arriva addosso da questo brano è pura bellezza e gioia di vivere!