Euro, Trojka e distruzione controllata dei paesi europei

Tanto per cominciare: cosa si intende per Trojka? Il termine, sempre più in voga (e straordinariamente simile a uno dei tanti sinonimi di “bagascia”), sta ad indicare il triangolo formato da Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea. In sigle: BCE, FMI, UE  (per ogni ulteriore definizione rimando all’ottimo post di Umberto Mangiardi su “TAGLI”).

La suddetta Trojka esiste non come percezione ma come triangolo oggettivamente attivo. Infatti, anche se nessuno ha ovviamente creato una forma giuridica associativa tra le tre entità, la suddetta unione si è creata nei fatti.

L’ha addirittura citata Letta quando, nel corso della recente crisi di governo, l’ha usata come spauracchio, affermando: “…altrimenti la prossima legge di stabilità la farà la trojka” o giù di lì.

Il fatto è che a distanza di anni, si comincia ormai sempre di più a delineare l’effetto nefasto (e aggiungo: VOLUTAMENTE nefasto) dell’Euro sui paesi che sono stati così idioti da adottarlo volontariamente o così sfigati da vederselo appioppare di autorità dal proprio governo.

La sostanza è sempre quella: la sovranità monetaria. Ogni paese indipendente infatti ha la possibilità di stampare la propria moneta. Così fanno gli Stati Uniti, ad esempio, oppure il Giappone, o la Svizzera, solo per fare alcuni esempi.

Il debito pubblico di questi paesi monetariamente indipendenti è dovuto unicamente nei confronti dei propri cittadini, oppure di altri stati, ma alla fine viene pagato con la moneta “stampata in casa”. Il risultato può anche sfociare in una inflazione molto alta ma, e qui sta la cosa più importante, gli interessi su tale debito si autopagano.

Per tutti i facenti parte dell’eurozona invece, questo non accade. Paesi come l’Italia infatti sono costretti a comprare il denaro dalla BCE la quale lo “vende” con una buona fetta di guadagno (e questo è il signoraggio). Ma non solo: dovendo comprare il suddetto denaro dalla BCE, il debito del paese in questione è tutto verso la Banca Centrale Europea e non può che aumentare, dato che gli interessi da soli sono superiori a quello che l’Italia può pagare. 

Quindi inizia il circolo vizioso: l’Italia (come gli altri paesi) è indebitata verso la BCE, alla quale continua a chiedere denaro che non può pagare, se non in minima parte, andando ad aumentare progressivamente un debito che non potrà mai essere ripagato.

A questo punto entra in azione la Trojka cosiddetta la quale, per elargire il prestito richiesto, va ad imporre regolamenti, leggi e procedure operative al paese richiedente, aumentando sempre più la proporia ingerenza nel governo e diventandone, di fatto, sempre più la proprietaria effettiva.

E’ successo alla Grecia, con i risultati che (più o meno) ben conosciamo. E’ successo alla Croazia, ultima entrata nell’UE che, nonostante la decisione di rimandare l’adesione materiale all’Euro, ha visto in pochi mesi la completa debacle delle esportazioni (-20% solo in Agosto). Sta succedendo al Portogallo che si è già visto imporre tagli e ridimensionamenti di spesa pubblica che ne impoveriranno gli assets nazionali.

Sta succedendo all’Italia, come è sotto gli occhi di tutti.

I paesi europei che non si chiamano Germania o Francia (comunque non stanno bene nemmeno loro), stanno vedendo il proprio valore nazionale ridotto a zero, i propri assets depredati da compagnie estere, i propri cittadini sempre più poveri e con sempre meno possibilità di lavoro e di spesa.

I mercati sono paralizzati dall’assenza di denaro fluido e l’economia è prossima alla tabula rasa.

Non si tratta di complottismo, ma di dati di fatto, facilmente verificabili da chiunque in qualunque momento.

Ora, partendo sempre dal presupposto che una cosa del genere non può essere frutto di stupidità ma DEVE essere conseguenza di un ragionamento e di un preciso volere, bisogna solo aprire gli occhi per capire che gli unici a guadagnare da tutto questo, a parte i singoli rappresentanti delle istituzioni, evidentemente conniventi, non possono che essere le banche.

Ma non le Casse di Risparmo, le banche che tutti conosciamo, bensì quegli organismi bancari centrali che, de facto, gestiscono l’operatività di tutte le banche europee e mondiali.

Il gioco è abbastanza chiaro. Il primo (almeno il primo di cui so) ad evidenziarlo è stato David Icke, che già da parecchi anni sta parlando al mondo, cercando di spiegare le cose ad una manica di idioti che ancora crede nel fatto che tutto ciò sia fantasia di complottisti, quando invece la fantasia non c’entra per nulla.

Il processo è in atto già da tempo. Coinvolge i governi centrali delle varie “unioni economiche mondiali”. Gli Stati Uniti da una parte, poi l’Unione Europea e l’Euro che nascono senza che nessuno dei cittadini abbia mai voluto che accadesse (l’hanno voluto dopo, e solo grazie all’indottrinamento dei vari capi di stato, come da noi fece l’esimio Prodi).

Il mondo occidentale è tutto lì: multinazionali farmaceutiche, dell’energia, del tabacco e dello zucchero (i quattro grandi poteri economici in essere) sono americane o europee ma detengono in sé la ricchezza di tre quarti dell’occidente. Ma più di esse possono le banche. E le fondazioni che stanno dietro ad esse. Parliamo essenzialmente di Rotschild, Rockfeller e pochi altri.

Il processo in questione sembra muoversi verso due obiettivi acclarati: il primo, è quello di arrivare a concentrare i beni materiali nelle mani di pochissimi personaggi o istituzioni. Questo sta già accandendo in Europa e nel mondo con un processo di drenaggio che vede il debito come attore principale.

Il debito verso le banche, naturalmente, da parte dei cittadini che, non potendo venire ripagato quando la banca stringe i cordoni sui prestiti e i fidi già concessi, porta case e possedimenti nelle mani della banca e l’altro tipo di debito, stesso sistema ma su scala nazionale, che vede il singolo paese indebitato verso un organismo finanziatore esterno (è il caso dei paesi dell’Euro verso la Trojka) che, non potendo far fronte al debito accumulato in modo inevitabile, porta i propri assets, sia materiali che governativi, nelle mani dello stesso ente.

In questo modo i beni materiali reali si accumulano tutti nelle mani di pochi organismi e dei pochissimi individui che li gestiscono.

Il secondo obiettivo è quello di un governo globale, che viene istituito piano piano, senza grosse scosse fino a che non è troppo tardi. Prima gli Stati Uniti che trattano con il Canada da una parte e con i paesi del Sud America dall’altra (e guardate che i trattati sono basati sempre sullo stesso sistema: il debito). Poi l’Unione Europea che delegittima progressivamente i vari governi fino a renderli dei fantocci della Trojka.

Il passo successivo? Alla voce “Lo facciamo per il vostro bene”, un unico organismo sovranazionale che includa sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea sotto un’unica “bandiera” governativa.

Allora diventa molto difficile scappare, uscire da questo stato di potere.

Certo, non succederà domani, nemmeno fra un anno. Ma non sarei così certo che si vada oltre il prossimo decennio.

E questo, piaccia o no, riguarda più o meno tutti.

Diffidate da chi vi parla di complottismo, di fantasie. Usate il cuore: lì dentro saprete che tutto questo è realtà.

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Francesco p

ok, debiti, e giochi delle tre carte, ma l’Italia non esiste, cos’è l’Italia? Non dura una squadra di governo per + di un anno, l’Italia non è un paese, è una topologia geografica. Gli italiani sono un’accolita di gente che copre uno spettro molto ampio, da geni a ladri (a volte tutte e due le cose insieme). Con un 1 milione di persone direttamente dipendenti dalla politica, e 80% del PIL controllato dalla politica, come possiamo pensare che chi entra nel gioco vada a staccarsi dalla “tetta” dal quale munge? Mi spiace solo per le tante persone che si impegnano sinceramente e che magari hanno una speranza. Forse le prossime generazioni possono riscattarsi? Non so…