Fonti attendibili: non scassatemi i maroni…
Ogni tanto capita che, a seguito di qualcosa che scrivo su un argomento “piccante” (vedi i vaccini, ad esempio o altre cosucce di questo genere), spunti il solito facinoroso che pretende la fonte di quello che dico perchè se no l’articolo non è documentato.
Ora, a parte il fatto che il più delle volte cito le fonti, e che prima di dire qualcosa verifico SEMPRE i fatti (il che non implica che non possa sbagliare), vorrei chiarire una cosa una volta per tutte: io scrivo per condividere qualcosa che so, oppure che ho realizzato, o anche di cui ho il sentore. Non lo faccio per tornaconto personale, ma per il piacere di condividere qualcosa con le persone a cui interessa. Lo faccio perchè sono un accanito sostenitore del teorema “sii tu stesso il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”.
Questo costa comunque fatica, sforzo, impegno e molto spesso, per capire e comprendere o conoscere ciò di cui parlo, ho impiegato magari anni di ricerca personale. A questa fatica, aggiungo quella di scrivere, sintetizzare, aggiungere foto, immagini e condividere sui vari social network, rispondere ai commenti che arrivano di qui e di là e, molto spesso anche via mail (o per telefono).
Usare la scusa che l’articolo non cita fonti attendibili (o addirittura come in alcuni casi che la foto non è congruente al contenuto) per definire inattendibile un post, significa non solo mancare di rispetto a quanto detto sopra, ma, quel che più conta, dimenticare un aspetto fondamentale della faccenda, ovvero che non ho bisogno che mi crediate e neppure che vi convinciate di quello che dico.
E non solo non ne ho bisogno, ma non me ne frega neanche un cazzo! Io so quello che so e comprendo ciò che comprendo e questo non cambia, anche se fossi l’unico a saperlo e/o a comprenderlo.
Volete le fonti di quello che dico? Cercatevele da soli! E se non le trovate, perchè magari per una volta siete incappati in un contenuto originale (quindi senza fonti se non il sottoscritto) sono cazzi vostri!
Certo, se qualcuno mi chiede qualcosa per capire di più dell’argomento sono ben contento di fornire ulteriore documentazione, ammesso che ne sia in possesso.
Ma se dovete venire a commentare con la spocchia dello scettico che “a quelle cose lì non ci credo” o peggio ancora con la tracotanza di quelli che “se non è provato con metodo scientifico allora non vale niente”, allora semplicemente andate prima di tutto a cagare e, in secondo luogo, a cercarvi le fonti da soli e infine a leggere da qualche altra parte.
Magari sul sito del CICAP che sicuramente fa più al caso vostro.
Tutto chiaro o volete un link?
Dovere morale e atto obbligatorio, sicuramente etico e immensamente liberatorio, mandare a cagare questi poveri illusi, capaci solo di condividere la spocchia di cui sono pieni ( una volta la chiamavamo merda ma eravamo molto più grezzi di oggi!).
Il fatto che oggi siamo capaci di usare linguaggi molto più educati e raffinati, non deve però trarre in inganno e essere scambiato per debolezza; attenti che una mandata affanculo da parte nostra è sempre in agguato!
Bravo Francesco, condivido molto (direi tutto ma non si dice mai) di quello che scrivi, specialmente l’ultimo articolo (chi ci comprerà per una pipa di tabacco?) orrendo destino ma siamo già schiavi di altri schiavi, la peggior schiavitù, quindi peggio di così si può anche andare e molto. Mi sono imbattuto nel tuo blog per caso e ogni tanto ci do un’occhiata, più che altro per ossigenarmi il cervello. Sono lieto che anche tu ti sia fatto venire un dubbio come me che ci rinugino dal 68. Bravo per il coraggio di scrivere così chiaramente; richiede sprezzo del pericolo o qualcos’altro che non voglio indagare, io non ci sono ancora riuscito in pubbico ma solo tra amici già preparati. A rileggerci. Ciao Andrea
Ciao Andrea. E’ un piacere! Grazie del passaggio e del commento!