Il sottile fascino del sottile
A farci caso, il fascino che subiamo per tutto ciò che materiale non è, ha dell’incredibile.
Ma a ben analizzarlo, quel fascino, non è che abbia molto senso. Quello che ha, per lo meno la gran parte, lo prende dal fatto che siamo ignoranti come delle scarpe, ciechi come protei e sordi come campane.
Molti pensano che la vita sia tutta qui, che quello che possiamo toccare con mano (poco importa se mano strumentale) sia tutto ciò che esiste, che non ci sia nulla al di là della ben misera portata della nostra ridottissima percezione scientifica.
Altri, mi piace pensare che siano i più, pensano invece che qualcos’altro ha da esserci, oltre alla ridicola portata (peraltro interpretata) dei nostri sensi, quand’anche corroborati ed adiuvati da sistemi strumentali.
Ma tutti (e dico tutti), al di là di ciò che professano, al di là di ciò che temono, sanno benissimo, in qualche punto più o meno profondo, più o meno sepolto sotto una montagna di convinzioni, che la vita è molto, molto di più di quello che possiamo definire come “materia”.
Per questo tutto ciò che è “sottile”, “extrasensoriale”, acquista un fascino immediato e potentissimo; perchè trova risonanza al nostro interno, persino all’interno dei più biechi materialisti, e in quella risonanza, alla fine, ripone una speranza.
Ma, come diceva il saggio, chi vive sperando è assai probabile che muoia cagando. Un modo non così sottile per dire che se non ti dai da fare ma ti limiti a sperare, hai la massima probabilità che non succeda proprio nulla.
Spesso non succede comunque nulla, anche a fronte degli sforzi più encomiabili ma certamente, senza muoversi da dove si è, sarà difficile arrivare da qualche altra parte.
Diamoci da fare: ampliare la propria percezione non è cosa difficile. Anche solo dare una “ripulita” al nostro corpo fisico, già aumenta la portata dei nostri sensi. Ridurre o eliminare il fumo, ad esempio, porterà il gusto e l’odorato a riprendere insospettato quanto dimenticato vigore.
Seguire un’alimentazione senza eccessi, in cui la componente “carnea” sia ridotta al minimo porterà immancabilmente ad una raffinazione di almeno tre veicoli, di cui il corpo fisico è solo uno. Ecco che allora le nostre percezioni emotive potranno ritrovare slancio e, magari, fornirci un diverso punto di vista su chi ci sta attorno.
Se poi proprio vogliamo lanciarci, allora una pratica costante, di meditazione o yoga, fornirà ulteriore slancio al processo di purificazione e durante qualche pausa di silenzio, nella nostra testolina potrebbero far capolino intuizioni e nozioni che non avevamo neppure preso in considerazione.
E non date adito e ambito a coloro che vorrebbero tanto che il mondo fosse di sola materia: dopo tutto non fanno altro che dire a tutti quanto sia grande il loro terrore di scoprire un giorno quanto si siano rifiutati di partire per un viaggio nel quale bene o male tutti gli altri si sono imbarcati da tempo.
Dar spazio alle convinzioni di chi ci vorrebbe esclusivamente umani, oltre che un danno notevole per noi, sarebbe anche un gran danno per loro. Il karma gira infatti (e con esso anche altre parti umane assai meno nobili) e per chi cerca di impedire agli altri di raggiungere un livello evolutivo maggiore, non è di certo cosa leggera.
Non vorremo essere complici di un simile vituperio… nevvero?