Come sfuggire all’irrealtà del mondo creata dai media
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Era da un po’ che volevo parlare di questo singolare aspetto della società in cui viviamo oggi. Già vivere un piano materiale come se fosse l’alfa e l’omega di tutto ciò che esiste è davvero un’illusione enorme ma, se possibile, questa viene costantemente manipolata in modo che le masse vivano in strati sempre più profondi di illusorietà.
La consapevolezza con cui questo viene fatto, costantemente, giorno dopo giorno, si badi bene, non è completamente sviluppata a tutti i livelli. Ci sono personaggi che non hanno la minima idea di quello che fanno, in quanto profondamente immersi nella stessa alterazione che contribuiscono a creare. Poi, man mano che si salgono i gradini dell’autorità, questa consapevolezza cresce. Ma solo pochi hanno davvero il quadro globale della situazione.
Oggi l’informazione vera non è più disponibile per nessuno, se non appunto per quei pochi che hanno in mano tutti gli aspetti e anche per quei pochi, la consapevolezza vera di quello che accade è al di là da venire, in quanto spesso sono in possesso solo degli aspetti che li toccano direttamente.
In buona sostanza direi che cercare di avere una qualsiasi certezza su quello che davvero accade (e non sto parlando di aspetti esoterici, quanto di quelli che più materiali non si può), è diventato sostanzialmente impossibile.
L’unica cosa che abbiamo a disposizione da studiare, l’unico campo in cui il chiarimento è possibile, è… noi stessi. Credo che questo sia l’unico campo in cui sia possibile davvero avere una possibilità di comprendere, chiarire, portare alla luce.
Con questo non sto ovviamente dicendo che la realtà “esterna” va abbandonata, lasciata perdere. No, anzi, esattamente il contrario: solo che la comprensione non può partire da lì, da quello che vediamo, ma deve obbligatoriamente passare da noi stessi.
Immaginate di guardare il mondo attraverso uno spesso schermo ad altissima tecnologia, su cui qualcuno proietta continuamente delle immagini tridimensionali e in movimento. Ovviamente non si vede nulla di quello che c’è dall’altra parte, giusto? Ora immaginate di cominciare a fare dei piccoli fori nello schermo, anche microscopici.
All’inizio non si vede comunque nulla se non la proiezione ma, con il passare del tempo e l’aumentare del numero e delle dimensioni dei buchi, ecco che quello che c’è dall’altra parte dello schermo inizia ad essere visibile. Dal principio vedremo qualcosa, ma dovremo stare attenti a ricordarci che quello che vediamo è solo un pezzo, magari anche piccolissimo, di quello che c’è dall’altra parte (avete presente il famoso esempio: “Se vedi un muro grigio dal buco della serratura allora sposta l’elefante che c’è nell’altra stanza”?). Poi però, con l’aumentare del numero di buchi e, magari, anche delle loro dimensioni, ecco che il mondo inizia a diventare visibile in modo sempre meno parziale fino a che, distrutto completamente lo schermo a forza di farci buchi, la nostra visuale sarà finalmente libera.
Lo schermo di questo esempio rappresenta la nostra ignoranza di noi stessi, su cui qualcuno proietta immagini del tutto false, mentre i buchi rappresentano quelle parti che di volta in volta portamo alla luce: a furia di dai e dai, alla fine noi non saremo più ignoranti sul nostro essere e proprio per questo avremo la possibilità di osservare il mondo per quello che è.
Probabilmente scoprendo che non aveva proprio nulla a che vedere con quello che credevamo reale.
Ci si vede in giro!