Perchè le fake news aumentano in questo periodo
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Non ci vuole un esperto per vedere come, in questo periodo di difficoltà, il numero di notizie false sui social network è in costante aumento e trova, purtroppo, ampia risonanza nel pubblico.
Il fenomeno è ovviamente piuttosto grave, perchè una notizia falsa, ad esempio sono numerose quelle “negazioniste”, può ingenerare comportamenti imprudenti o anche dannosi da parte delle persone più impressionabili. Non è mio scopo discutere cosa fare e quali notizie siano false e quali no, quanto cercare di offrire un punto di vista sulla genesi di questo fenomeno ingravescente.
Ad oggi, la maggior parte di queste notizie verte sul “negazionismo”, ovvero sul negare la gravità della situazione e, di conseguenza, la necessità di misure volte a contenerla.
E’ ovvio che in tutti noi, la speranza che questo periodo possa passare presto è molto alta, così come è ovvio che a tutti farebbe piacere alzarsi un mattino e scoprire che tutto questo non è stato altro che un brutto sogno, un equivoco… insomma, scoprire che la realtà non è così grave.
E’ altrettanto ovvio che proprio da questo nasce, in chi riceve queste notizie, una “permeabilità” a questi argomenti. Coloro che hanno una minor strutturazione a livello emotivo, psicologico e culturale sono naturalmente più portati a prendere per buone affermazioni di questo genere proprio perchè rappresentano, per quanto false, una facile via di uscita ad una situazione oggettivamente pesante.
Ma il vero problema sono coloro che le diffondono per primi. Pur non essendo uno psicologo, mi ritengo comunque, per cultura, interiorità e ricerca, un buon conoscitore dell’animo umano ed è comunque evidente che dietro a questa sconsiderata abitudine, c’è una sola ed unica cosa: un egoismo totale. Che si manifesti nella ricerca di attenzione, o di visibilità come immagine di personaggio pubblico o come “semplice” ricerca di click su qualche sito da una parte o come voler apparire come gli unici a sapere la verità dall’altra, alla fine sempre sotto c’è un ego che si muove per fini che di altruistico non hanno nulla, anche se magari non proprio nel 100% dei casi.
Diverso è il discorso per chi le notizie non le “vara” in prima persona ma le diffonde. In questo caso valgono le considerazioni precedenti ma, secondo me, ancora più gravi. Se chi da per primo una notizia falsa può farlo in modo più o meno ingegnoso, o più o meno in buona fede, chi invece la condivide senza preoccuparsi di verificarla prima, oltre che egoista a livelli spesso esagerati, è anche doppiamente colpevole, dato che non utilizza il proprio buono senso e la propria capacità analitica per diventare un filtro importante davanti alla comunità.
Se una notizia falsa non viene condivisa, verrà in poco tempo esclusa da qualunque algoritmo. Se invece viene diffusa, ecco che diventerà, per lo stesso algoritmo, molto più “papabile” e verrà quindi proposta e riproposta più e più volte, fomentando di fatto la diffusione.
E’ nostra responsabilità condividere o meno un contenuto che giudichiamo meritevole di diffusione. Farlo senza un minimo di buon senso, riflessione, analisi e, perchè no, controllo delle fonti, è a parer mio un atto ancora più esecrabile della prima “creazione” di quel contenuto.
L’ignoranza, la superficialità e la mancanza di senso di responsabilità nei confronti del prossimo sono gli unici veri motivi dietro la diffusione di queste notizie spesso molto ben costruite ma che, mediamente, si smontano in meno di 5 minuti di indagine mirata sui motori di ricerca.
E se uno non ha la capacità o la possibilità e la voglia di verificare? Semplice: nel dubbio che taccia. Male non può fare.
Ci si vedrà in giro! (Sono certo tra non molto).
Ciao Franz, in questo periodo mi sto spaccando la testa per cercare di capirci qualcosa. Raccolgo elementi, anche discordanti tra loro, li metto a confronto e proseguo così cercando punti fermi sui quali costruirmi un’idea.
Le fake news di cui tanto si parla, che esistono e sono sempre esistite (prima le chiamavano leggende metropolitane), sono ora amplificate dai social e internet in generale. Come dici tu basta un po’ di senso critico, di ricerca delle fonti e queste vengono smascherate oppure, in mancanza di sufficienti elementi che ne garantiscano o meno l’attendibilità, si può semplicemente sospendere il giudizio in attesa di ulteriori dati.
Ma quello che proprio non mi piace in questo periodo è la tendenza ad etichettare come fake news qualsiasi pensiero o informazione che non sia in linea con quello dominante o con il diktat di certi scienziati che, in nome della scienza, addirittura si spingono a diffidare e denunciare scienziati e giornalisti che non la pensano come loro (vedi Patto Trasversale per la Scienza).
Veniamo tempestati in tv da messaggi contro le fake news ma a me pare che spesso questo problema venga strumentalizzato dal pensiero dominante per screditare opinioni diverse dalle loro.
Purtroppo in questo clima di emergenza in cui siamo stati privati di alcuni diritti costituzionalmente riconosciuti e in cui sembra che la colpa dei contagi che non si arrestano sia di qualche passeggiatore, non ci sto a rinunciare anche alla libertà di opinione e informazione.
Ciao
Silvia
Ciao Silvia… che dire… purtroppo hai perfettamente ragione. In più posso assicurare che il fenomeno che indichi (usare il trucco del “è una notizia falsa” contro qualunque nozione contraria al pensiero comune) è in realtà una strategia già in atto da diverso tempo, da molto prima di questa situazione sanitaria. Un trucco becero, che purtroppo è difficile da contrastare, perchè qualunque fonte si indichi a supporto viene anch’essa additata come “non affidabile”. E’ il sistema usato dai famigerati “siti anti bufala”, dove vige il fanatismo al contrario, ovvero “la scienza ha sempre ragione” a prescindere da qualunque buon senso.
E’ quel fenomeno da molti descritto come “la scienza è la nuova religione”, cosa che deriva direttamente da uno scientismo materialista e del tutto idiota ma che trova sempre più forza nella mancanza di capacità di discernimento delle persone che si allineano sempre più facilmente a qualunque fonte “ufficiale”, senza alcuna capacità critica.
La libertà di opinione è sacra e inviolabile, almeno secondo me, ma andrebbe riconosciuta per tale, ovvero proprio per quella che è. Un’opinione non deve essere propalata come un fatto assodato. Allo stesso tempo, occorrerebbe anche la libertà (e la volontà) di verificare anche quelle opinioni che vanno contro il pensiero corrente. Ed è questo l’aspetto più terrificante dello scientismo di cui parlo sopra. La scienza dovrebbe verificare tutto, non solo quello che è già assodato. E soprattutto dovrebbe essere libera e non “money-driven”, ovvero non soggetta a ragioni economiche che ne guidano le sceltae. La libertà di informazione dovrebbe avere le stesse possibiltà ma anche qui, le informazioni dovrebbero essere tali ma, soprattutto, dovrebbero essere divulgate per quello che sono: informazioni. Per questo gli organi di stampa dovrebbero essere i primi ad autoregolarsi e fornire informazioni non solo di regime.
Sì Franz, sono ben cosciente che la strumentalizzazione delle fake news non sia un fenomeno nuovo, me ne sono pienamente resa conto qualche anno fa grazie alla ministra Lorenzin e la sua legge sull’obbligatorietà dei vaccini ai bambini…
Ci vuole coraggio a guardare in faccia la realtà delle cose e forza nel non deprimersi.
A presto! Silvia