C’è legge… e legge!
Esistono in buona sostanza due categorie di leggi: quelle cosmiche e quelle umane.
Le leggi cosmiche sono leggi oggettive, che descrivono uno o più rapporti causa/effetto; morale? Non ci sono cazzi, o le trascendi (per cui per te non valgono più) o te le cucchi. Non c’è modo di eluderle, aggirarle o ingannarle. Sono oggettive e pertanto imprescindibili, appunto a meno di una trascendenza. Sono le cosiddette “leggi divine” o universali, quali la morte, la gravità ed altre cosucce simili.
Le leggi umane sono una accozzaglia, per lo più, di morale, costume e prassi. Non hanno nulla di oggettivo ma dipendono esclusivamente dal “legislatore” di turno e quindi sono pienamente soggettive. Come tali esistono solo nella mente e sulla carta e possono essere ignorate, raggirate, infrante, rispettate oppure no e così via.
Dal punto di vista della debosciata concezione occidentale (e pure orientale, se è per questo), ci si aspetta che una qualunque legge promulgata da un governo in carica debba essere osservata. Se questo non accade ecco che scatta (o dovrebbe scattare), la pena, sanzione o condanna prevista dalla suddetta legge.
Tutto sempre nel modo più incredibilmente soggettivo che esista. Il punto comunque è che, una volta che ti sottometti ad una legge, nessuno ti impone di accettarla. Puoi rispettarla, osservarla e seguirla ma nessuno, e sottolineo nessuno, ti può imporre di accettare quella legge per buona.
Da un punto di vista della civica italiana, per qualunque legge hai due scelta: la prima è… non rispettarla. Questo significa appunto andare contro la legge ed implica tutta una serie di conseguenze, di solito dettate dalla stessa legge quali sanzioni, pene etc. etc.
La seconda scelta che hai è quella di rispettare quella legge e, al contempo, nel momento in cui non ti sta bene, batterti per cambiarla.
Quello che intendo dire, a prescindere da tutto il resto è questo: seguire una legge non significa affatto essere d’accordo con essa o sposarla.
Significa semplicemente comprendere che vivi in un ambiente che si è dato una serie di regole tra cui quella che ti sta antipatica e, dato che sei una persona civile, ecco che segui quella legge ma, non “sposandola” appunto, ti dai da fare perchè essa cambi, oppure venga abrogata.
Ma il fatto inizia qui. Prima di tutto nessuno di noi ha “scelto” di vivere dove vive, ma ci è semplicemente nato. Il che, incredibilmente, lo sottopone alla legalità del posto in cui è nato. Non ha possibilità di scegliere, deve rispettare il corpus legale di quel luogo, anche se non ha mai scelto di viverci. Poi c’è tutto il discorso sulla morale che, insieme alla legge umana, ha anch’essa una intensa influenza su quello che un individuo può o non può fare, anche se nessuno ha mai scritto gli articoli che descrivono questo codice.
E infine abbiamo la “coscienza civica”, anch’essa deputata a fornire tutta una serie di binari entro i quali le nostre azioni sono concesse.
Ora…il Sig. Martin Luther King ha avuto il merito incredibile di fare sollevare un’intera nazione contro il razzismo, creando i presupposti perchè ci fosse almeno una lotta sull’argomento.
Le leggi sull’apartheid, e quelle di segregazione razziale, erano scritte e incontrovertibili, e lui, con tutta una serie di atti di incredibile forza e coscienza, è riuscito a far si che un’intera fetta della popolazione americana, quella di colore, avesse il coraggio di sollevarsi in massa contro delle leggi ingiuste, si mettesse in lotta contro di esse e si ribellasse nei loro confronti fino a far partire quel meccanismo, peraltro tuttora in moto e tutt’altro che concluso che porterà, almeno si spera, prima o poi, alla scomparsa di quell’aberrazione che è il razzismo.
Ora invito a questa riflessione: cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stato un Sig. King e se le persone di colore non avessero preso in mano la propria vita e la propria libertà, andando direttamente contro delle leggi ufficiali in quanto ingiuste? Nulla. Non sarebbe accaduto nulla, quantomeno non nei tempi in cui è effettivamente accaduto quello che è accaduto.
Prendiamo un altro esempio, molto famoso: Robin Hood. La storia ormai straconosciuta del ladro che prendeva ai ricchi (cioè allo Sceriffo) per darlo ai poveri (cioè il popolo affamato), ancora una volta opponendosi a delle leggi ingiuste.
In entrambi questi casi (ma anche in tutti quei casi in cui un popolo si è opposto a leggi inique), quello che c’era prima era… la legge. Una legge non accettata ma sicuramente imposta e che, per un certo periodo è stata accolta come “da rispettare” da un sacco di persone. Poi una certa coscienza, risvegliata dall’eroe o dal Wallace di turno, ha reso possibile il pensiero che quella legge fosse da cambiare, nonostante il governo non fosse chiaramente della stessa idea.
Eppure interi popoli nel corso della storia umana, ad un certo punto hanno preso dei governanti corrotti, inetti, o anche “semplicemente” cialtroni e li hanno defenestrati, interrompendo così una legislatura che non andava bene per quello stesso popolo.
Occorre sempre fare forza su un governo perchè cessi di comportarsi in un modo che il popolo considera iniquo. Ed è per questo che nel corso della storia, da sempre ogni governo fa di tutto per far digerire al popolo le proprie porcate, in modo che mai quello stesso si ricordi che il potere, sotto tutti i punti di vista, è suo e non di chi governa.
Alla fine il sunto è questo: guardate che in Europa in genere e in Italia in particolare, quello che sta accadendo è di una iniquità incredibile e può avvenire solo perchè il popolo ancora non ha preso in mano il proprio destino. E se non ci sta riuscendo è perchè, a furia di rincoglionire le persone con massicce dosi di televisione di regime, cultura di livello infimo e moralismo dei più beceri, con la consapevole quanto interessata connivenza del potere religioso, la consapevolezza individuale, senza la quale nessun risveglio è possibile, sta per essere spenta in modo completo.
Ci si vede in giro!
Felice di averti ritrovato. Concordo pienamente e il tuo scritto mi conferma la stima che ho su di te. Chissa se ti ricordi di me. Julio Mazzei, Liceo Umberto 1969