La bellezza, ormai, è sempre più legata a canoni che non fanno altro che allontanare l’essere umano dalla sua vera natura: magrezza e grassezza esagerate, labbra gonfiate, zigomi imbottiti o spostati, occhi che cambiano forma, seni pompati, glutei rialzati, addominali posticci… insomma non c’è una parte del corpo che uomini e donne non siano pronti a sostituire o cambiare pur di aderire ai canoni sempre più assurdi imposti da questa società ormai lercia, oltre che decaduta, debosciata e decerebrata.
Tralasciando quei casi in cui la chirurgia estetica o la dieta possono (e alcune volte devono) avere un senso, come nel caso di patologie o danni gravi o deformità invalidanti, gli esseri umani dimenticano sempre di più (ammesso che l’abbiano mai conosciuta) la vera natura della bellezza, ovvero l’armonia.
Un vecchio detto recita: “Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”. Detto forse all’apparenza semplice ma che, come molti detti, nasconde una profonda verità, ossia il fatto che la percezione della bellezza è qualcosa di soggettivo. Ma il fatto che lo sia nella maggior parte dei casi non ha nulla a che vedere con il fatto che sia giusto così. E infatti non lo è.
La soggettività non è un valore, ma un effetto collaterale dell’inconsapevolezza, quanto meno in ottava bassa (in ottava alta fa riferimento all’individualità ma è un altro paio di maniche) e, in quanto tale, non è nulla da coltivare ma, al contrario, da deprecare con la massima efficacia.
Esiste una bellezza oggettiva? Chiaro che sì: è l’effetto dell’armonia. La bellezza non è una causa e, se per questo, neppure l’armonia. Entrambe sono effetti consecutivi, “in cascata” se vogliamo, della verità. Una cosa vera è oggettiva e per questo risulta bella, in quanto esprime un’armonia, la quale a sua volta offre la possibilità di cogliere per riflesso quanto la produce.
Armonia è equilibrio; non nel senso di “50 e 50” ma nel senso di opposti che si equivalgono, con quel tanto di differenza necessaria e sufficiente a generare il movimento della vita (basta guardare un simbolo del Tao per capirlo).
Il fatto che molta popolazione maschile sia disposta a sbavare davanti a un seno rifatto, in quanto grande e statuario, dimostra come tale popolazione abbia una capacità cognitiva che non permette di superare alcunché.
Il fatto altresì che una donna, per sfilare su una passerella deve avere al massimo una taglia 38, rendendola rappresentativa al massimo di un 5/6% della popolazione femminile mondiale adulta, dovrebbe far pensare (come in effetti aveva iniziato a fare) a quanto la cosiddetta “moda” non abbia nulla a che vedere con qualcosa di oggettivo ma, al contrario, sia complice nel generare la distorta idea di bellezza che oggi molti hanno e che induce migliaia di ragazzine verso la bulimia e l’anoressia, così come non ha alcun senso che si promulghi l’obesità come libertà o bellezza. Magrezza e grassezza eccessive sono semplicemente due aspetti della mancanza di equilibrio, ovvero di armonia (ovviamente al netto delle patologie che, purtroppo, in alcuni casi le producono ma che, a loro volta, sono esse stesse rappresentative di un disequilibrio, di una disarmonia).
Il fatto che un essere umano (uomo o donna non fa differenza) sia disposto a sacrificare qualunque cosa, a volte anche la propria stessa vita, pur di avere un corpo con una percentuale di grasso prossima allo 0, e per contro una massa muscolare che manco il Dio Ares si è mai sognato di sviluppare, dovrebbe far capire come nella mente umana si sia insinuato l’ennesimo virus rincoglionigeno. Soprattutto perchè questa fetta del genere umano guarda il rimanente della popolazione (ovvero la maggior parte) con assurdo sprezzo e mancanza di rispetto.
Ho conosciuto persone bellissime seppur fisicamente messe davvero male e persone veramente di merda, seppur con l’aspetto di angeli. Le prime erano dotate di una loro armonia interna che le rendeva bellissime, le seconde, almeno ai miei occhi, erano così disarmoniche da far quasi venire il vomito.
Il nostro corpo viene spesso definito come un tempio. Nulla di più vero: è l’unico strumento che abbiamo per vivere nel presente e va tenuto il più possibile in efficienza e ordine. Tuttavia faccio notare che un tempio serve a contenere ciò che lo rende tale, ovvero lo spirito. Certo che il tempio deve essere il più possibile armonico e rispondente a leggi oggettive in connessione con ciò che contiene. Ma un tempio non può e non deve essere tale a sé stesso.
Oggi conta sempre più l’apparenza, l’aspetto. Quello che c’è dentro passa in secondo piano; e infatti i sepolcri imbiancati si moltiplicano più che mai, perchè gli esseri umani non sanno più vedere l’armonia, ma solo l’aderenza a canoni imposti da altri, sempre nel flusso del mai abbastanza maledetto pensiero unico.
Se gli esseri umani dedicassero alla propria educazione evolutiva anche solo l’1% del tempo che dedicano a trasformare il proprio corpo, saremmo ormai un pianeta illuminato.
E pensare che per avere corpi come quelli che oggi siamo abituati a definire “belli”, servono una determinazione ed una costanza incredibili! La stessa determinazione e costanza applicate allo sviluppo interiore sarebbero sufficienti, nella stragrande maggioranza dei casi, a realizzare in una sola vita un essere umano e, di conseguenza, a rendere questo pianeta un paradiso.
Il fatto che il suddetto pianeta sia invece sempre più simile ad un letamaio, dimostra quanto lontano sia il genere umano da quella che davvero è la bellezza.
E infatti l’armonia è un bene sempre più prezioso e raro, mentre i conflitti, le guerre e le nefandezze da parte di governi sempre più corrotti abbondano sempre di più, spesso e volentieri con la colpevole e decisa connivenza degli esseri umani, sempre più ciechi, asserviti e decerebrati!
Ricordatevi di essere eccezionali!
Ci si vede in giro!
La natura della bellezza
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La bellezza, ormai, è sempre più legata a canoni che non fanno altro che allontanare l’essere umano dalla sua vera natura: magrezza e grassezza esagerate, labbra gonfiate, zigomi imbottiti o spostati, occhi che cambiano forma, seni pompati, glutei rialzati, addominali posticci… insomma non c’è una parte del corpo che uomini e donne non siano pronti a sostituire o cambiare pur di aderire ai canoni sempre più assurdi imposti da questa società ormai lercia, oltre che decaduta, debosciata e decerebrata.
Tralasciando quei casi in cui la chirurgia estetica o la dieta possono (e alcune volte devono) avere un senso, come nel caso di patologie o danni gravi o deformità invalidanti, gli esseri umani dimenticano sempre di più (ammesso che l’abbiano mai conosciuta) la vera natura della bellezza, ovvero l’armonia.
Un vecchio detto recita: “Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”. Detto forse all’apparenza semplice ma che, come molti detti, nasconde una profonda verità, ossia il fatto che la percezione della bellezza è qualcosa di soggettivo. Ma il fatto che lo sia nella maggior parte dei casi non ha nulla a che vedere con il fatto che sia giusto così. E infatti non lo è.
La soggettività non è un valore, ma un effetto collaterale dell’inconsapevolezza, quanto meno in ottava bassa (in ottava alta fa riferimento all’individualità ma è un altro paio di maniche) e, in quanto tale, non è nulla da coltivare ma, al contrario, da deprecare con la massima efficacia.
Esiste una bellezza oggettiva? Chiaro che sì: è l’effetto dell’armonia. La bellezza non è una causa e, se per questo, neppure l’armonia. Entrambe sono effetti consecutivi, “in cascata” se vogliamo, della verità. Una cosa vera è oggettiva e per questo risulta bella, in quanto esprime un’armonia, la quale a sua volta offre la possibilità di cogliere per riflesso quanto la produce.
Armonia è equilibrio; non nel senso di “50 e 50” ma nel senso di opposti che si equivalgono, con quel tanto di differenza necessaria e sufficiente a generare il movimento della vita (basta guardare un simbolo del Tao per capirlo).
Il fatto che molta popolazione maschile sia disposta a sbavare davanti a un seno rifatto, in quanto grande e statuario, dimostra come tale popolazione abbia una capacità cognitiva che non permette di superare alcunché.
Il fatto altresì che una donna, per sfilare su una passerella deve avere al massimo una taglia 38, rendendola rappresentativa al massimo di un 5/6% della popolazione femminile mondiale adulta, dovrebbe far pensare (come in effetti aveva iniziato a fare) a quanto la cosiddetta “moda” non abbia nulla a che vedere con qualcosa di oggettivo ma, al contrario, sia complice nel generare la distorta idea di bellezza che oggi molti hanno e che induce migliaia di ragazzine verso la bulimia e l’anoressia, così come non ha alcun senso che si promulghi l’obesità come libertà o bellezza. Magrezza e grassezza eccessive sono semplicemente due aspetti della mancanza di equilibrio, ovvero di armonia (ovviamente al netto delle patologie che, purtroppo, in alcuni casi le producono ma che, a loro volta, sono esse stesse rappresentative di un disequilibrio, di una disarmonia).
Il fatto che un essere umano (uomo o donna non fa differenza) sia disposto a sacrificare qualunque cosa, a volte anche la propria stessa vita, pur di avere un corpo con una percentuale di grasso prossima allo 0, e per contro una massa muscolare che manco il Dio Ares si è mai sognato di sviluppare, dovrebbe far capire come nella mente umana si sia insinuato l’ennesimo virus rincoglionigeno. Soprattutto perchè questa fetta del genere umano guarda il rimanente della popolazione (ovvero la maggior parte) con assurdo sprezzo e mancanza di rispetto.
Ho conosciuto persone bellissime seppur fisicamente messe davvero male e persone veramente di merda, seppur con l’aspetto di angeli. Le prime erano dotate di una loro armonia interna che le rendeva bellissime, le seconde, almeno ai miei occhi, erano così disarmoniche da far quasi venire il vomito.
Il nostro corpo viene spesso definito come un tempio. Nulla di più vero: è l’unico strumento che abbiamo per vivere nel presente e va tenuto il più possibile in efficienza e ordine. Tuttavia faccio notare che un tempio serve a contenere ciò che lo rende tale, ovvero lo spirito. Certo che il tempio deve essere il più possibile armonico e rispondente a leggi oggettive in connessione con ciò che contiene. Ma un tempio non può e non deve essere tale a sé stesso.
Oggi conta sempre più l’apparenza, l’aspetto. Quello che c’è dentro passa in secondo piano; e infatti i sepolcri imbiancati si moltiplicano più che mai, perchè gli esseri umani non sanno più vedere l’armonia, ma solo l’aderenza a canoni imposti da altri, sempre nel flusso del mai abbastanza maledetto pensiero unico.
Se gli esseri umani dedicassero alla propria educazione evolutiva anche solo l’1% del tempo che dedicano a trasformare il proprio corpo, saremmo ormai un pianeta illuminato.
E pensare che per avere corpi come quelli che oggi siamo abituati a definire “belli”, servono una determinazione ed una costanza incredibili! La stessa determinazione e costanza applicate allo sviluppo interiore sarebbero sufficienti, nella stragrande maggioranza dei casi, a realizzare in una sola vita un essere umano e, di conseguenza, a rendere questo pianeta un paradiso.
Il fatto che il suddetto pianeta sia invece sempre più simile ad un letamaio, dimostra quanto lontano sia il genere umano da quella che davvero è la bellezza.
E infatti l’armonia è un bene sempre più prezioso e raro, mentre i conflitti, le guerre e le nefandezze da parte di governi sempre più corrotti abbondano sempre di più, spesso e volentieri con la colpevole e decisa connivenza degli esseri umani, sempre più ciechi, asserviti e decerebrati!
Ricordatevi di essere eccezionali!
Ci si vede in giro!
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