Quello che accade e quello che possiamo far accadere

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Leggevo qualche giorno fa questo bellissimo post di Gianluca Riccio sul sito di Futuro Prossimo, in cui l’autore disamina con grande lucidità quello che sta accadendo su Internet a seguito dell’ avvento delle IA di ultima generazione. Uno degli aspetti analizzati è quello del meccanismo per cui i cosiddetti “bot” (software autonomi in grado di interagire con contenuti ed utenti) ad oggi producono la maggior parte del traffico web. Capite? Più della metà delle interazioni è “fatta” da software e non da esseri umani.

Il secondo aspetto che Gianluca Riccio mette in evidenza è quanto gli algoritmi dei social non siano in grado di distingure un “like” lasciato da un essere umano da uno lasciato da un bot. I social non hanno nulla di social: sono macchine per fare soldi. Quello che gli interessa è il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di spettatori (più engagement, più pubblicità, più dati sugli utenti, più soldi). Per questo gli algoritmi spingono alla visione di contenuti che sono visti più degli altri, con un maggior numero di interazioni (“like” e sottoscrizioni) e un maggior numero di commenti. Per questo i bot generano così tanto traffico: per spingere i contenuti in modi indistinguibili da quelli che userebbe un utente umano.

Anche i contenuti generati dalle AI ormai sono la maggioranza, per cui alla fine se la giocano tra di loro. Un’AI crea un contenuto, un’altra lo spinge in modo che gli algoritmi lo ripropongano più degli altri. E una marea di utenti umani si ferma a guardare il contenuto in questione perchè è studiato apposta per creare interesse.

E’ qui che entra in gioco la consapevolezza, questa sconosciuta che ormai non esiste quasi più nemmeno nelle definizioni: i contenuti più virali sono quelli che fanno leva sugli istinti più bassi, sulle emozioni più dense e negative. La vendetta ad esempio; avete presente quanto vi “prendono” quei filmati tipo “mai giudicare un libro dalla copertina” o quelli in cui il poliziotto cattivo viene punito dal capitano giusto e responsabile? L’indignazione segue a ruota: tantissimi “creator” generano contenuti a dir poco disturbanti (e disturbati), molto spesso palesemente falsi, al solo scopo di far indignare il pubblico, oppure quei filmati in cui i ricchi di turno esibiscono comportamenti del tutto esagerati di spreco ed esibizionismo, facendo incazzare gli utenti per portarli ad interagire (magari anche giustamente) con commenti negativi e di condanna.  Questo genere di contenuti, studiati a tavolino e spesso prodotti tramite IA generative che li rendono ancora più credibili (ecco perchè Veo3 sta sfondando…) generando interazioni a valanga, vengono portati sempre più in evidenza dagli algoritmi dei social.

Non c’è un modo di opporsi a questo fenomeno, perchè è un pendolo (di quelli di Zeland per intenderci) ormai inarrestabile. Quello che però possiamo fare, squisitamente per la nostra evoluzione e sopravvivenza mentale, è… smettere di alimentare quel pendolo e di alimentarci di esso. I modi di trovare e usufruire di contenuti che puntino alla comunicazione di un pensiero e non alla vendita di prodotti ci sono. Lo stesso vale per fonti di divulgazione, riflessione autentica, cultura o filosofia. Basta trovarli (e mi piace pensare che se siete arrivati a leggere questo post potreste anche decidere che questo blog può avere una sua utilità) e usufruirne direttamente: salvatevi un preferito, iscrivetevi ad una newsletter, ad un canale o ad un gruppo su Telegram o Whatsapp.

I social sono già morti che camminano ma internet consente ancora di condividere direttamente pensieri, riflessioni, notizie e cultura. Quando passate ad un vostro amico il link di un blog che vi piace, oppure di un canale Telegram che trovate interessante, vi state di fatto spostando su un piano diverso dai miliardi di persone che stanno ore a scrollare le minchiate di TikTok o di Instagram, in condizioni di ipnosi totale e in quello che è uno stato di “non coscienza” molto pericoloso perchè in quei momenti “non c’è nessuno in casa” e quindi chiunque (o qualunque cosa), entra con facilità.

Vi ricordate il tema centrale di Inception? La potenza di un’idea che si sviluppa da un seme piantato apparentemente in modo casuale? Siamo lì, adesso! Tornate in casa, chiudete la porta dietro di voi e prendete un libro dalla vostra libreria. Siate presenti e lasciate che chi non vuole esserlo, non lo sia.

Ricordatevi di essere eccezionali!

Ci si vede in giro!

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