Guru di ‘sta fava, eletti da Dio e scimmie del Dharma

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Premesso che tutto quanto segue viene scritto in modo fondamentalmente impersonale… come dice Morla, la tartaruga saggia ne “La Storia Infinita”: “non che ciò mi importi un gran che… però”  ogni tanto ai santissimi che girano bisogna pure dare un minimo di soddisfazione.

Ordunque… Mettiamo che esista un libro che, poniamo pure per ipotesi assodata, contiene insegnamenti del tutto corretti, concetti esoterici del tutto veri e profondi.

Un tizio lo legge e dentro di lui qualcosa scatta e… capisce quello che c’è scritto! Quindi, del tutto in buona fede, decide di divulgare questo suo bagaglio, possibilmente a pagamento, dato che pure lui in qualche modo deve mangiare. In tutto questo, come direbbe l’I-Ching, “nessuna macchia” (oddio… in realtà ne vedo già un paio ma facciamo pure finta di niente).

Il problema nasce un po’ alla radice e un po’ subito dopo.

Alla radice

Sapere ovviamente implica capire: ciò che apprendi lo capisci (forse). Ma ancora non si è capito che “capire” (o “sapere”) e “conoscere” sono due attività, pur complementari, che tra loro interagiscono in modo particolare: il capire non è e non genera la Conoscenza. Il capire è il risultato dell’elaborazione mentale della Conoscenza, sulla base del sapere. Può aiutare il ricercatore a trovare la porzione successiva di Conoscenza ma in nessun caso la può sostituire.

Questo perchè la Conoscenza avviene al di fuori della mente, quindi in un’altra dimensione rispetto al capire. Il sapere è l’accumulo di fatti e nozioni che, anche se capiti, nella lontana ipotesi che abbiano qualcosa di oggettivo in sé, non trasferiscono una sola particella di tale oggettività al soggetto che “li sa” e/o li “capisce”.

La Conoscenza, per contro (quando è tale, badate bene!!!) non ha nulla di soggettivo. O meglio… è possibilmente soggetta alla soggettività del piano in cui viene realizzata ma, in sé, è oggettiva! (si lo so, questa era contorta ma non si può andare oltre un certo limite invalicabile di superficializzazione).

So bene che è difficile capire la differenza perciò vedo di sfruttare un antico assioma esoterico per esemplificarla:

“LA DIFFERENZA TRA CONOSCERE E CAPIRE E’  MOLTO PIU’ VASTA DI QUELLA CHE C’E’ TRA TROMBARE E GUARDARE UN PORNO ALLA TV”

Quindi, in sintesi, il succo è: il tizio di cui sopra pensa che l’aver capito qualcosa sia condizione necessaria e sufficiente ma, dato che pur avendo capito, oggettivamente non ha realizzato una beato favazza, il risultato è come tutto quello che viene prima del “ma”: non conta una ceppa boliviana (per dettagli sulla Ceppa Boliviana cfr. wikiminchia)!

Subito dopo

Il problema successivo è che, se non ti è chiara l’esoterica differenza di cui sopra, al raggiungimento di un corposo numero di libri letti, penserai di aver raggiunto inconcepibili vette realizzative quando in realtà proprio è il contrario: se confondi il capire con il Conoscere, farai anche meno di prima per Conoscere, dato che penserai di aver capito tutto quello che c’è da capire, un po’ come il proverbiale cretino che, essendo tale, non si rende conto di essere un cretino. Quindi te ne andrai in giro raccontando cose che, pur essendo vere ed oggettive in sé, sono state da te capite e non realizzate e questo è quello che trasmetterai, ovvero, per semplice proprietà transitiva di quanto espresso in precedenza… un emerito cazzo di niente!

E questo considerando in certa sostanza la buona fede del guru in cui pensi di esserti trasformato. E già qui, lo ammetto, mediamente mi frullano i didimi ma senza andare del tutto fuori giri.

A questa categoria, quella dei GURU DI ‘STA FAVA è dedicata la prima parte del titolo di questo post.

Poi però ci sono quelli che non solo non hanno realizzato nulla, ma in realtà non hanno neppure capito una minchia farcita di quello che NON hanno realizzato eppure, ugualmente, si vendono raccontando di tutto e di più, pescando di qui e di là, un po’ da chatGPT (‘tacci sua!), un po’ dai contenuti in rete pubblicati da chi magari si è fatto un mazzo a riquadro svedese per realizzarli… e vendere il tutto. Quando sono spudorati (ma almeno non ipocriti fino in fondo) linkano direttamente portali di vendita dei loro corsi.

Gli altri alla fine le fregnacce di cui parlano manco le vendono: le usano per far vedere quanto sono realizzati e SOLO POI ti vendono il nulla, perchè alla fine, manco loro sanno che cosa dirti e nei loro corsi trovi il vuoto pneumatico travestito da verità semibiblica.

Sono una schiatta particolare, perchè se riesci ad osservarli nella vita scopri non solo che non praticano, non si evolvono, non studiano… in una parola: che non lavorano su di sé… No, scopri che si autodefiniscono come le più alte autorità spirituali, magari incarnate con la missione sacra di portare la Conoscenza sul pianeta Terra come Eletti da DIO (o giù di lì). Gentaglia che nella vita non riesce in nulla quando va bene ma che, quando va male, sono veramente degli stronzi, delle persone di una cattiveria rara: manipolatori, narcisisti patologici e pacottari, peggio di quelli che tentano di vendere il Colosseo al povero turista straniero.
Personaggi che causano veramente dei danni enormi, contribuendo da un lato a rendere quanto più sporca possibile l’immagine della Ricerca Spirituale, dall’altro rovinando direttamente un sacco di esseri umani che, purtroppo, mancano sia degli strumenti cognitivi che di quelli interiori per rendersi conto della fogna in cui sono finiti.

Vi è poi tutta una lunga serie di persone che direttamente ai suddetti faveschi guru si affida e lo fa perchè si crogiola nella gratificazione che comunque forniscono certi concetti, anche quando espressi nella più totale inconsapevolezza (quando non mala fede). La gratificazione in questione, oltre ad essere del tutto inutile, dato che nulla produce, risulta anche dannosa, perchè non fa fare neppure un passo nella direzione della crescita interiore, ma conferisce al malcapitato l’impressione di essere in cammino. Costui penserà di aver realizzato cose che nella maggior parte dei casi manco ha capito, ma gli piacciono un sacco, soprattutto perchè non lo portano a fare il minimo sforzo.

Persino Neo in Matrix quando arriva a scegliere la pillola blu (rossa, ostrega!), lo fa dopo essersi fatto un culo così per tutta la sua pur breve vita alla ricerca di qualcosa di cui ha a malapena percepito l’esistenza! E infatti alla fine della trilogia scopre di essere soltanto l’ultimo di una lunga serie di prequel di sé stesso.

Eppure oggi tutto quello che implica uno sforzo viene visto come inutile quando non addirittura sinonimo di falso, quanto meno nell’ambito della Ricerca Interiore, quando invece lo sforzo (non quello epico di “Balle spaziali” ma quello che deriva e da cui inevitabilmente deriva un certo grado di sofferenza), è l’unico modo per progredire, a meno di interventi divini (leggi: botte di culo) che peraltro in quei rarissimi casi in cui avvengono, hanno la loro ragion d’essere in uno sforzo magari gargantuesco fatto in chissà quale remoto momento, da chissà quale remotissima entità.

Ecco, questo sono LE SCIMMIE DEL DHARMA: persone che non hanno capito una proverbiale quanto colossale mazza ma che a causa della propria totale ignavia spirituale, scambiano peni per funghi e consumate nella propria bulimia dell’informazione si concedono in toto ai GURU DI ‘STA FAVA e anche con maggior piacere, gratificazione e concupiscenza agli ELETTI DA DIO.

In rete (ma soprattutto in libreria e in biblioteca, due misteriose categorie di edifici pubblici di cui si è persa la memoria), si trovano davvero tanti testi con esempi, tecniche ed esercizi per sviluppare quella che viene definita “presenza”. Uno stato che può dare il via alla vera Ricerca, che non necessita obbligatoriamente di un istruttore (dopo serve eccome!) ma che è già una meta irraggiungibile per la stragrande maggioranza degli esseri umani, perchè raggiungerlo implica… sforzarsi, lavorare seriamente su sé stessi, e le scimmie del Dharma non solo non hanno intenzione di fare nulla, ma richiedono, anzi pretendono a gran voce la pillola blu direttamente. Nel frattempo, da bravi idioti brachisenzienti, perculano chi cerca inutilmente di far entrare un minimo di buon senso nei loro cervelli iposviluppati. Ma loro, da perfetti esempi di facoceri sotto mentite spoglie, sono disposti a pagare per la pillola blu anche se, come è ovvio che sia, non porterà a nulla, mentre tutto quello che davvero potrebbe portare alla presenza e magari anche oltre, viene denigrato e gettato nel fango.

Onestamente alla fine tra le tre categorie non so quale sia la peggiore.

Ricordatevi di essere eccezionali!

Ci si vede in giro!

Edit: ho appena rivisto Matrix e la pillola è quella rossa, non quella blu. Chiedo venia agli appassionati!

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