Pensieri in corsa
Sonno che vieni, che spiri sul capo come vento leggero,
ebbrezza di mare, di sale non sento il sapore,
le sartie che tremano appena,
bonaccia che sembra ma forse è tempesta,
perchè quella che viene non è altro che lotta,
al grande diniego come ombra sul cielo di notte,
mi raggiunge, mi copre,
finto tepore nel silenzio totale
che preme alle tempie e spinge il pensiero in mille sentieri,
diaspora folle.
Il male si placa, si ferma, qualcosa risale,
nel cuore si allarga il pulsare di un senso perduto,
pe poco zittito dal vento del sè finora protetto,
ma ora l’anima riprende il suo piede,
impone il suo grido e non regala l’oblio se non per istanti,
rubati al sangue di passo, al rombo silente,
alla nota che stenta a guadagnare un presente.
Si espande nel ventre un ronzio di api furenti,
al tatto la sera ha perso il suo tocco.
Il corpo sdraiato pare quello di un’altro,
e dietro la schiena un tremore nascosto
annuncia la fine di tutto il processo.
Finisce l’angoscia, dissolve nel nero
la vita lasciata, prosegue nel sogno,
regista impazzito di quanto sopito,
e a tratti riapro le coltri dinnanzi,
solo per ricordare che ancora non è andato il sapore,
l’amaro toccare, il mero tornare
che acquista diritto come di stirpe regale.
Ma è solo un tratto, una pausa, una tregua,
il sonno riprende la corsa,
cascata di buio nel lago del piombo.
Ma là nella landa che silenziosa mi attende non c’è difesa nè oblio,
e quando riapro la strada del giorno,
riavverto soltanto un’altra puntata,
in un’alba di nebbia, un solo rumore:
il sinistro fruscio del silenzio che fugge.
Ecco, devo dire che questa è una poesia che mi piace. Usi lo stream of consciousness… davvero toccante. Complimenti!
Nell’ombra del vento, qual sole ritroso,
nascondi il tuo volto.
Mostrami almeno il tuo cuore,
amante silente
Bruciami dentro, come fuoco impietoso
ma non lasciarmi mai sola.
Ti prego dammi il calore,
mio sole lucente.
Franz, io non ne capisco molto di poesia. Ma credo che non sia solo sintesi l’obiettivo di questa forma d’arte. Un conto possono essere gli aiku o un aforisma, come quelli di w58, o come quello che ho letto di Trismegisto. Ma… resisti. Credo che tu abbia qualche possibilità. Inoltre mi piacerebbe capire cosa al tuo interno abbia generato queste parole. Colgo un peso, una stanchezza e una mancanza di difesa nelle tue parole. Direi che potresti scriverne qualcun’altra. Che ne dici?