Molte volte mi sono trovato a dire “Se l’è cercata..” di fronte a questo o quell’altro evento, e ho ragione di credere, almeno altrettante ne sono stato oggetto.
Ma oggi mi è capitato di dirla in un momento in cui passavo di lì… e mi sono reso conto improvvisamente del perchè questa sia una delle frasi più dette in Italia (ma anche all’estero).
Se l’è cercata… di solito si dice quando a qualcuno succede qualcosa di spiacevole, e noi sappiamo (o più spesso presumiamo di sapere) che il soggetto, con il suo comportamento, è stato la causa diretta degli accadimenti occorsigli.
Causa, effetto. Nulla di più semplice.
Ma quello che ho scoperto in me, mentre la dicevo, mi ha procurato una notevole sorpresa. Perchè mentre dicevo così, ho sentito che in realtà stavo semplicemente… rifiutandomi di provare sensazioni spiacevoli.
Quello che stavo commentando era un caso di una ragazza violentata dopo una serata in discoteca. La ragazza ubriaca si è fatta abbordare da due ragazzi… etc. etc, la solita menata.
Ora che sia andata a cercarsi la rogna, può essere oggettivo oppure no. Sta di fatto che io non so come sono andate le cose. Ma allora perchè dico “Se l’è cercata?”.
Perchè così in qualche modo esorcizzo quello che potrei provare a livello emotivo per la povera crista in questione.
Perchè ne ho piene le palle di sentire i media che partono lancia in resta alla cavalcata delle emozioni più basse che riescono a generare, all’insegna della morale, del pietismo cattolico e del più scadente pettegolezzo.
E allora “Se l’è cercata” diventa un modo facile per chiudere la cosa, per chiudersi “alla” cosa, per liquidare un fatto come ordinario, quando tale non dovrebbe essere.
“Se l’è cercata” detto in assenza di riscontri oggettivi, vuole dire “Me ne lavo le mani”.
Mi pare che qualche altro stronzo in passato abbia usato lo stesso sistema.
Hanno violentato una ragazza. Se l’è cercata. Che porcata di frase!
Molte volte mi sono trovato a dire “Se l’è cercata..” di fronte a questo o quell’altro evento, e ho ragione di credere, almeno altrettante ne sono stato oggetto.
Ma oggi mi è capitato di dirla in un momento in cui passavo di lì… e mi sono reso conto improvvisamente del perchè questa sia una delle frasi più dette in Italia (ma anche all’estero).
Se l’è cercata… di solito si dice quando a qualcuno succede qualcosa di spiacevole, e noi sappiamo (o più spesso presumiamo di sapere) che il soggetto, con il suo comportamento, è stato la causa diretta degli accadimenti occorsigli.
Causa, effetto. Nulla di più semplice.
Ma quello che ho scoperto in me, mentre la dicevo, mi ha procurato una notevole sorpresa. Perchè mentre dicevo così, ho sentito che in realtà stavo semplicemente… rifiutandomi di provare sensazioni spiacevoli.
Quello che stavo commentando era un caso di una ragazza violentata dopo una serata in discoteca. La ragazza ubriaca si è fatta abbordare da due ragazzi… etc. etc, la solita menata.
Ora che sia andata a cercarsi la rogna, può essere oggettivo oppure no. Sta di fatto che io non so come sono andate le cose. Ma allora perchè dico “Se l’è cercata?”.
Perchè così in qualche modo esorcizzo quello che potrei provare a livello emotivo per la povera crista in questione.
Perchè ne ho piene le palle di sentire i media che partono lancia in resta alla cavalcata delle emozioni più basse che riescono a generare, all’insegna della morale, del pietismo cattolico e del più scadente pettegolezzo.
E allora “Se l’è cercata” diventa un modo facile per chiudere la cosa, per chiudersi “alla” cosa, per liquidare un fatto come ordinario, quando tale non dovrebbe essere.
“Se l’è cercata” detto in assenza di riscontri oggettivi, vuole dire “Me ne lavo le mani”.
Mi pare che qualche altro stronzo in passato abbia usato lo stesso sistema.
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