Occhio per occhio.
Pensavo, qualche giorno fa, che la gente forse crede di vivere alla televisione, “dentro” la televisione.
Credo che ogni cosa, dalla lotta all’abuso di alcool, alla violenza gratuita, all’ignoranza, all’indifferenza dilagante, inizi dentro la nostra testa, nel nostro cuore.
Forse si pensa di poter delegare ad “altri” la responsabilità delle nostre azioni, in ossequio ad una mentalità radicata da pubblico dipendente, e alla fine non è colpa di nessuno se le cose non vanno come dovrebbero, o meglio, la stessa viene suddivisa tra tutti, in briciole infinitesimali.
Il colpevole è “il sistema”, “la società”, “chi comanda”; è sempre un “altro”.
Questo si vede praticamente a tutti i livelli, dall’impiegato, all’imprenditore, al governante.
Non si vuole prendere coscenza, se non a parole, che le azioni che compiamo (o che non compiamo) portano a delle conseguenze.
Vorrei vivere in un mondo dove chi ha più potere senta maggior responsabilità verso gli altri, dove chi sbaglia non si agiti come un’ossesso cercando inutili alibi o giustificazioni e possa ammettere serenamente i propri errori.
Errare è umano, come è umano essere preda delle tentazioni, ed è umano anche il saper perdonare.. potrebbe essere un segno di altissima civiltà potersi permettere di perdonare davvero.
Possiamo scegliere, discriminare, non siamo animali preda degli istinti e degli impulsi… O lo siamo?
Quasi quasi mi piacerebbe ripristinare la legge “occhio per occhio dente per dente”, così chi picchia, stupra, ruba, se ne fotte del prossimo potrà, forse, sentire sulla propria pelle che vuol dire sentire le ossa rotte, il culo pure rotto, trovarsi senza un quattrino, con gli altri che ti travolgono come se non esistessi.
Oddio, poi chi gestirebbe questa responsabilità? Chi comanda? I giudici? Il clero? Nessuno che porti un’ idea di giustizia.
Credo nel Karma, quindi credo che ci sia una profonda giustizia nel far assaggiare (senza spirito di rivalsa o risentimento) il frutto delle proprie azioni negative a chi le ha compiute, soprattutto se compiute consapevolmente.
Mi rendo conto, però, che la prima cosa da fare è costruire dentro di noi un’etica ed una rettitudine che in quest’ epoca si stanno perdendo, o si sono già perse, e sbatterle in faccia con i fatti, con l’esempio, a tutti quelli che delegano le proprie responsabilità al “destino”.
Concordo abbastanza su questa analisi, Sting. Però, per quel poco che so, la legge del karma non ha nulla a che vedere con la giustizia, specie quella umana.
Mi risulta più una questione di causa ed effetto, quindi slegata da qualsiasi considerazione su ciò che è giusto e ciò che non lo è. D’altronde abbiamo credo avuto tutti occasione di sperimentare l'”ingiustizia” della vita.
Molto spesso le persone rimangono sconvolte quando le cose vanno in un modo che non ritengono “giusto”. Ma la vita non è “giusta”. La vita è quello che è. Ci piaccia o no.
Ma su una cosa ti do ragione in pieno. sul fatto che la rettitudine vera, quella interna, sia qualcosa che si va sempre più perdendo. Il numero di persone in grado di stare in piedi da sole è in forte calo.
Cribbio, mi sa che ho usato un esempio troppo basato sulla mia visione soggettiva confondendo di più li concetti. Dunque:
1- Il karma non ha nulla a che vedere con tutto ciò che mente umana possa partorire, giustizia compresa. Concordo
2- La vita “è quel che è”. Riconcordo. Troppe variabili in atto e troppo limitata la visione umana per poter valutare alcunché.
Volevo solo dire che, senza nessun desiderio di vendetta, o accanimento, ma solo per far provare gli effetti in prima persona, farei, ad esempio, bere un bel litrozzo di latte alla melammina a quei simpatici cinesini che lo hanno prodotto!!