Crisi mutui: il signoraggio questo sconosciuto 19 – Prima conclusione
Bankitalia vende allo stato pezzi di carta senza alcun valore (la moneta non è più garantita dalla riserva aurea). Lo stato li paga con il denaro dei contribuenti, che però nel frattempo ha acquisito valore, in quanto risultato di un lavoro.
Oltre al valore stampato sul pezzo di carta, lo stato riconosce a Bankitalia un 3% circa di diritto di signoraggio.
Bankitalia è di proprietà di Banche private, in particolare di due Istituti di credito: Intesa San Paolo e Unicredit, e di una Banca, il Banco di Sicilia.
Questi azionisti sono i principali depositari degli introiti di Bankitalia, ottenuti dalla vendita di denaro allo stato. Gli stessi azionisti, con i soldi ottenuti da Bankitalia, prestano a noi italiani il denaro che ci serve per lavorare, andare in macchina, andare in ferie, vivere. Su questi prestiti, mutui, fidi etc. etc. percepiscono degli interessi, che noi italiani gli paghiamo con lavoro e il sudore.
In sintesi:
le Banche prendono dei soldi inesistenti, perfettamente virtuali. Li prestano a noi, facendosi pagare un interesse che va dal 6% del mutuo fino all’11-12% della commissione di massimo scoperto sul fido o sul conto, noi li usiamo tra le altre cose per pagare le tasse ad uno stato il quale usa quegli introiti per pagare Bankitalia per il denaro che gli ha dato, con un ulteriore interesse del 3% circa per i diritti di signoraggio. Alle Banche ritornano i dividendi per le attività di Bankitalia, e il gioco è fatto. Il denaro virtuale è diventato reale. Con un interesse che va dal 9 al 15% minimo.
Questo si che è saper investire.