Ricerca della Verità e meditazione 14 – Ancora sul dubbio

truth2.jpgLo spazio aperto dal dubbio dura pochissimo. Di fatto appena il tempo sufficiente a che la mente tenti in qualche modo di chiuderlo. Ma ciò non toglie che uno spazio effettivamente si crei, sempre più grande ad ogni dubbio.Questo spazio viene genericamente chiamato curiosità, e normalmente rimane confinato ad alcuni episodi della vita, per lo più macroscopici.

Occasionalmente però questa curiosità impatta con qualcos’altro. Una truttura interiore un po’ più complessa, che accetta stimoli provenienti anche da altre fonti oltre a quelle usuali del cibo, della mente o del piacere fisico.

Allora scatta qualcosa. Una specie di ricerca a 360 gradi, per cui tutto quello che c’è è soggetto a indagine. A furia di dai e dai, questa ricerca arriva a procurare al ricercatore il dubbio che non possa esistere solo quello che si vede, che esista qualcosa al di là della sicurezza e del cibo, al di là del sesso e del calcio, delle veline e del denaro.

Qualcosa al di là di un Cristo, di un Allah o di qualunque altro improbabile Dio antropomorfizzato, isterico e permaloso. Qualcosa che veramente dia una risposta a tutti quei dubbi che nel frattempo coalizzati, hanno dato luogo ad un pieno di menzogna che a lungo andare si è trasformato in un vuoto di verità.

Per riempire questo vuoto, una volta arrivati al dunque, cioè all’aver compreso che quello che si cerca è solo quella Verità sfuggente e nascosta ai sensi, il problema che si presenta al ricercatore di verità, è quello degli strumenti.

Lo strumento scientifico, la matematica, la fisica, per altri la ricerca biologica, o genetica o scientifica in genere, sono tutti validissimi, ma portano con sè un unico difetto: quello di indagare il mondo fenomenico esterno al ricercatore.

Un ricercatore di verità che tenti di utilizzare questi strumenti otterrà sicuramente qualcosa, ma come nel caso dell’astrofisica ad esempio, quanti anni dovrà passare a studiare, prima di arrivare a possedere gli strumenti matematici sufficientemente complessi da toccare quelle situazioni di frontiera su cui ad esempio si cimenta uno
come Stephen Hawking?

Esistono invece degli strumenti abbastanza semplici, che non implicano lauree o decine di anni passati a studiare teorie astruse e complesse, ma che soprattutto non sottostanno ad alcuna logica commerciale, e che possono essere utilizzati immediatamente per iniziare quel viaggio nella conoscenza da tanti agognato.

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