Diritti umani: fragili se non fondati su dio: Ratzinger alla carica… cosa c’entra adesso dio?
Sul Corriere l’ennesima sparata di PapaRatzinger.
“I diritti umani sono fragili se non fondati su dio, se si prescinde da questa solida base etica”
La crisi avanza, la regressione è andata ben oltre il premere alle porte, e ce l’abbiamo in casa.
La Chiesa sa bene che questi periodi di grande depressione economica sono i migliori per reclutare nuovi adepti, quindi ogni occasione è buona per avocare qualcosa a sè e al cattolicesimo (perchè ovviamente quando si parla di dio si parla della chiesa cattolica, ovvio: nespresso… what else?).
Il fatto è che i diritti umani sono quello che dice la parola stessa: umani. Cazzo c’entra Dio con i diritti degli uomini? Niente.
Quello che dovrebbe entrare in questa cosa, è una consapevolezza diversa, da parte degli uomini, tutti, sia il popolo che chi lo governa.
Se le persone fosse più consapevoli di se’, e passassero un po’ più tempo alla ricerca di qualcosa di più vero, invece che addormentarsi in continuazione nella non esistenza dell’avere e del sembrare, allora ci sarebbe anche una classe dirigente diversa.
Il politico sarebbe anche lui un po’ più vero, e di conseguenza un po’ più dritto nella vita. Il moralismo e la demagogia avrebbero meno spazio nella politica, e gli atti del governo sarebbero più veri, più umani.
Sono gli uomini che dormono. Sono gli uomini che potrebbero fare la differenza ma non la fanno, perchè non stanno svegli e dritti nella vita.
Smettiamola di tirare in ballo un dio antropomorfo, permaloso, costantemente in crisi epatica e incazzato come una bestia.
Quella cosa lì non esiste. Non può esistere, secondo qualsiasi logica, e aldilà di qualsiasi fede.
Ma finchè la gente continuerà a rivolgersi a questa pantomima ultraterrena di essere umano ci sarà sempre il Ratzinger di turno che ne userà l’immagine a proprio uso e consumo.
Perchè alla fine siamo stati noi uomini a generare Dio a nostra immagine e somiglianza, e non viceversa.
Tag Technorati: Chiesa, Papa, Ratzinger, Diritti Umani
guardando le foto di ratzi bisognerebbe farsi qualche domanda …… ma …. chi osserva?
Chi osserva? Domanda interessante. La risposta può dar luogo ad un gioco di matrioske, se si ha una fortuna sfacciata!
probabilmente la cosa migliore è farsi quattro risate….
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Ratzinger
VISTAAAA!! CHE GALLERY!!! FILATE TUTTI A VEDERLA! VALE VERAMENTE LA PENA!!!!
Ma in realtà la prospettiva religiosa, basata sui precetti (doveri) sanciti dalla divinità, si sviluppa su livelli del tutto differenti e inconciliabili rispetto alla prospettiva mondana dei diritti umani, fondata solo ed esclusivamente sui rapporti sempre paritari tra gli esseri umani. Il discorso è abbastanza complesso, per questo rimando a questa pagina per approfondire:
http://noirpink.blogspot.com/2008/12/quando-il-papa-vuole-imporre-la.html
“La prospettiva mondana dei diritti umani è totalmente differente. Non si fonda sui doveri sanciti dalla divinità, ma sui diritti insiti nell’umanità stessa di ogni essere umano. I diritti umani chiedono di essere rispettati non per rispetto a una divinità o per conquistarsi meriti ultraterreni, ma perché “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” (Preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani). Nel mondo, cioè in questo mondo.” Cito dal link sopra citato. Bene. E per quale motivo perseguire la libertà, la giustizia e la pace nel mondo dev’essere bene? Chi lo dice? Perché non sostituire tali valori con potere, forza e ricchezza? Secondo me ciò che fa sì che si persegua certi valori e non altri e che per tanto si possa aprire un dialogo sui diritti dell’uomo è fondamentalmente la morale e l’etica dei popoli. E secondo voi chi crede in un Dio, da dove prende spunto in fatto di morale ed etica, se non da ciò che ritiene essere la volontà di quello stesso Dio? E perciò, quando il papa si rivolge ai credenti chiedendo di partire da Dio nell’affrontare il tema dei diritti dell’uomo quale errore sta commettendo? Grazie.
Solo un piccolo appunto: esistono dei diritti che esulano dall’etica e dalla morale. E’ la definizione di ciò cui si ha diritto che invece purtroppo in quelle due costrizioni rientra.
Mi spiego: il fatto che tutti gli uomini abbiano diritto ad essere liberi è qualcosa che esula appunto da etica e morale. La definizione di libertà invece cambia proprio in modo dipendente da etica e morale.
In sintesi caro Umberto, reitero la cosa: “Cazzo c’entra Dio con i diritti umani? Niente!”
Dunque il diritto, se esula da considerazioni di natura etica o morale, significa che esiste oggettivamente al di là della speculazione dell’uomo? Ed in tal caso vogliamo forse immaginare che vi siano dei diritti al di là dell’esistenza stessa dell’uomo? Magari vi sono diritti addirittura in natura. Magari prima della comparsa dell’uomo già vi erano dei diritti, calpestati o meno. Ma chi ha inquadrato determnate norme che regolano i rapporti tra individui in ciò che noi sappiamo essere dei diritti? Saremmo in grado senza una coscienza, senza una morale, senza un’etica e senza una capacità speculativa profonda di concepire il concetto stesso di diritto? In caso che la risposta sia negativa (e mi permetto il lusso di presumerla tale), significa che ciò che ci permette di avere percezione di un diritto e valutarlo entro determinate concezioni è proprio la morale, la coscienza, la speculazione empatica. E queste cose ci derivano indissolubilmente dalla ricerca spirituale e filosofica che i nostri avi hanno condotto, digerito e tramutato in cultura. E per un cristiano, un mussulmano o un ebreo, non è solo la loro filosofia che li ha portati a concepire certi diritti, bensì la “parola di Dio”. Dirò di più. Correggetemi se sbaglio, ma mi pare che i sistemi giuridici di tutti i Paesi democratici derivino dal diritto canonico romano. Lo stesso presumeva essere ispirato da Dio. Quindi mi vien da pensare che quando il capo della religione su cui si è costruito l’ordinamento giuridico dell’occidente nelle sue origini, faccia richiamo a Dio nel ragionare sui diritti, in realtà, voglia un richiamo alle radici del diritto stesso ed al suo senso etico e morale, nonché alla sua coerenza con le fonti primarie del diritto. Cosa che in piccolo ha appena fatto il nostro Presidente della Repubblica quando il Cavaliere se ne è uscito dicendo che avrebbe cambiato la Costituzione. Oppure no…..
Dio, scusa se mi ripeto, non c’entra un cazzo. Il diritto ovviamente non è e non può essere oggettivo, in quanto prodotto umano. Ma ciò che è “diritto” si rifà a dei principi. Il diritto vero, quello di cui parlo deriva semplicemente da un principio. Il principio è causa (come dice il termine stesso) di una legge. Una legge si esplica materialmente in quello che noi chiamiamo diritto. Quindi esistono dei diritti che non sono altro che il riflesso umano di una legge, che a quel punto mi riconoscerai essere extra umana.
Il diritto alla libertà, ad esempio. Non c’entra dio, perchè il dio delle varie religioni è sempre quello citato nell’articolo, antropomorfo e rincoglionito dalla stessa morale che le varie religioni devono promulgare, in quanto istituti essoterici di gestione umana. La morale è necessaria in un certo punto della storia di un popolo, ma ad un certo punto diventa inutile, e dannosa, se non sostituita da una consapevolezza più allargata. Il diritto alla libertà, non è qualcosa di soggettivo. E’ l’interpretazione d cosa la libertà sia ad esserlo. In altre parole il vero diritto è l’espressione materiale di una legge corrispondente ad archetipi diversi. E su questo non c’è soggettività che tenga. E’ la conoscenza delle leggi che governano questo mondo (quelle vere, ovviamente) a determinare la conoscenza del diritto reale. Aver diritto a qualcosa, significa di fatto aver accesso a quel principio o quell’altro. Non so se sono riuscito a spiegarmi, ma devo dire che queste sono le discussioni che mi attizzano veramente!
Sai caro Franz che forse sei finito proprio dove speravo che tu finissi? Tu mi dici (ed io approvo) che esistono leggi (anche se il termine legge mi piace poco, in quanto implica una imposizione forzata) extra-umane. Credo si intenda tutto quel complesso (tanto più complesso quanto spaventosamente semplice) di “regole” attorno a cui si sviluppa l’Universo, tutto quel delicato intrigo di equilibri che sono costanti ovunque, attorno a cui la Natura si svviluppa in tutta la sua perfetta imperfezione, matematicamente esatta al punto da non essere prevedibile. Quel cosmo di norme che fanno sì che il battito cardiaco di un topo e di un rinoceronte abbiano una stessa costante, che fa sì che ogni creatura (ma non usiamo quel termine, perché implicherebbe un’opera creatrice, mentre nulla si crea e nulla si distrugge), perciò ogni essere vivente nelle sue infinite possibilità comportamentali segua un percorso perfetto per l’equilibrio universale. Certo, queste regole (o leggi, se preferisci) sono extra-umane. Il riflesso umano di tali regole, o meglio ancora, l’evoluzione percettiva dell’uomo di tali regole si sviluppa in un diritto. Questi diritti diventano sempre più complessi con il rendersi sempre più complessa la comunità umana (l’uomo preistorico aveva poche regole e semplici, oggi è un puttanaio). Ma le regolesono insite nell’esistenza stessa di ogni cosa e di ogni essere. E secondo te, una persona che attribuisce tutto l’Universo e tutto ciò che in esso è contenuto come l’opera di un Creatore che chiama Dio, come può percepire tale perfezione di regole esistenti, se non come le Leggi di Dio? Ora concludo: perché una mente eccelsa come credo sia la tua non riesce a vedere ciò che un fedele monoteista sente essere Dio, come altro rispetto alla macchietta antropomorfa che citi? E ancora, tu sai bene la qualità intellettiva della fetta principale di popolazione terrestre, specie qua in occidente e nei paesi islamici. Bene, secondo te non può starci che una religione cerchi con semplici concetti simbolici di far comprendere alla gente lo spirito stesso di ciò che io chiamo scorrettamente Natura ed altri chiamano banalmente Dio ed altri ancora Verità? Se si deve ricreare una macchietta antropomorfa per far passare un concetto lascia fare, che male fa? Io credo che l’accanimento contro un Dio o la fede in un Dio rischi di passare per un fondamentalismo e per tanto per chusura, cosa che io so non appartenerti. Anche attraverso una storiella del cazzo si può avvicinare qualcuno alla Verità a parer mio, scegliendo il linguaggio giusto per l’interlocutore giusto. Perciò credo che se mi dovessi rivolgere ad un Cristiano, un Mussulmano od un Ebreo per chiedergli di fare la cosa giusta, credo che anch’io gli direi di seguire i divini insegnamenti per fare la sua scelta. Tanto più se fossi a capo di una di queste religioni. Scusami, mi sono dilungato un po’ troppo.
Mi pare che alla fine io e te si sia finiti nello stesso posto… comunque visto che ti sei dilungato tu, mi dilungo anch’io (quindi scuse accettate :)). Lo so che il termine legge fa pensare ad una forzatura, ma se non vado errato il termine in questione viene da “Lex, Legis”. che ha entrambe le etimologie, sia “Ligare” ovvero come dici tu “imporre”, che “leggere”, oltre che la terza, molto meno conosciuta, proveniente dalla radice nordico-celtica “Lagh” che ha il significato di “porre” o “giacere”. La legge cui mi riferisco io, è quella cosa che discendendo da un punto un po’ più… vogliamo chiamarlo “alto”?… assume aspetti vieppiù complicati man mano che incontra diverse densità, o se preferisci frequenze vibratorie più basse. Pertanto in realtà, l’assunto che più mi trova in sintonia, quando si parla di questa legge, è quello che comunque, quando una legge è oggettiva, essa è in realtà causa di qualcosa, che fino alla realizzazione (e quindi al superamento) della legge stessa non può essere contrastato. Per fare un esempio possiamo parlare della morte. Quando un essere umano si rende conto di cosa sia realmente, la morte cessa di essere tutto ciò che è stata illusoriamente fino a quel momento (fine della vita), per assumere il suo vero significato, che di certo non starò ad esplorare qui. Oppure la gravità. Fin tanto che non la si comprende si sta a terra. Quando si comprende questa legge… si vola! In entrambi i casi come dici tu, e se non vado errato pure io nel commento precedente, il riflesso umano di alcune leggi extra umane (peraltro presenti su questo scellerato pianeta), diventa… il diritto. Ma, partendo dall’assunto che una verità è tale quando può essere provato anche il suo contrario, ecco che il diritto ha anche la possibilità di non essere applicato. Che strano, eh? Alla fine il posto dove ci sono più leggi è anche quello in cui se ne possono superare (in quanto comprese) di più!
Il fatto che un uomo che creda in Dio non possa che alla fine attribuire tali leggi allo stesso, mi sembra perfettamente sano, e normale. Tutto ciò che poi dici sulla religione e sulla semplificazione macchiettistica della figura divina, se leggi il commento da cui trai spunto, mi trova perfettamente d’accordo. Ciò che intendo è che credo sia giunta l’ora che in quella fetta preponderante di popolazione umana da te citata, si sviluppi una consapevolezza diversa, sia del Divino (per quanto porzionalmente percepibile) che delle leggi, intese come manifestazioni dello stesso. Come, sottolineo una volta in più già detto, la religione ha avuto (ed ha tutt’ora in alcuni casi) una sua più che signora utilità, nel dare una regola a coloro che non hanno altro strumento per avvicinarsi ad una diversa comprensione. Ma ora questo strumento è diventato vecchio. Deve cambiare o sparire, o mettersi da parte. Perchè adesso la religione (in senso lato, non solo quella cattolica) è di ostacolo all’evoluzione umana, avendo perso la misura del proprio compito, se non nella totalità dei suoi ministri, quanto meno in una grossa fetta. Guarda il caso dell’aborto. Una religione come Dio comanda (scusa la facile battuta) si preoccuperebbe di insegnare alle donne la loro natura, e quella profonda della maternità, del rapporto sessuale, della prostituzione e così via, anzichè spingere con tutte le sue forze contro un atto che, se eseguito con consapevolezza altro non sarebbe che libera scelta, mentre invece ad oggi viene visto come metodo anticoncezionale. E poi la stessa religione illuminata si preoccuperebbe di difendere le donne, istruirle, renderle consapevoli della loro natura iniziatrice (non dimentichiamo che è la donna alla fine a dare la vita ad entrambi i sessi. Anche questo non è che il riflesso sul piano fisico di altri principi, ma vedi che alla fine la legge non è imposizione? Quella umana lo è. Quella divina no. Altrimenti Lucifero che cazzo ci starebbe a fare, oltre che a generare la farsa del libero arbitrio?), e le preparerebbe ad assumere il loro vero ruolo all’interno di una società illuminata. E per finire, riferito al fare la cosa giusta… qualcuno un giorno mi disse “non esiste giusto o non giusto! Esiste ciò che deve essere fatto”. E dio solo sa quanto lo ringrazio per questo insegnamento!