Come troppo spesso accade in Italia, le aziende ex monopoliste di nome o di fatto, così come i politici nostrani, sono vergognosamente aggrappate alle loro posizioni previlegiate.
Alla faccia della libera concorrenza, che rappresenta un’ occasione per i cittadini di usufruire di servizi migliori ad un prezzo più basso, ma soprattutto alla faccia della libertà; di scegliere, di confrontare, di premiare i migliori, i più inventivi, i più efficenti.
Aziende come Telecom invece, approfittano, con la complicità delle istituzioni della posizione predominante, per ottenere ulteriori guadagni a fronte di.. “nulla”. Come l’aumento del canone giustificato con “l’impegno a migliorare il servizio (…) ed estendere la banda larga anche al di fuori delle aree urbane”.
Qualcuno recentemente ha sottolineato che una tra le condizioni necessarie per definirsi “imprenditore”, è correre il rischio d’impresa; invecequesti signori, come altri, trovano più redditizio – o più facile – imporre PRIMA aumenti agli utenti, e poi, forse, investire nella ricerca, programmare interventi, migliorare infrastrutture etc.
Alcune associazioni hanno proposto petizioni contro questa politica che definirei “predatoria”, ognuno è libero di aderire o meno, ma credo sia importante FARSI SENTIRE.
Non possiamo sapere ora i risultati che otterremo, ma non è importante. Se quello studente pugliese non si fosse dato da fare con intelligenza e caparbietà, oggi pagheremmo ancora i 10 € a ricarica sui cellulari, forse non è stato neanche ringraziato, ma si è esposto, e di persona.
E’ fondamentale, a mio parere, dimostrare in maniera inequivocabile che i cittadini, i consumatori, gli elettori, valutano e rispondono attivamente alle scelte imprenditoriali e politiche che vengono fatte. E si regolano di conseguenza.
Altrimenti… è già dentro tre quarti, vogliamo favorire l’ultimo “affondo”?
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Consumo “interattivo”
Come troppo spesso accade in Italia, le aziende ex monopoliste di nome o di fatto, così come i politici nostrani, sono vergognosamente aggrappate alle loro posizioni previlegiate.
Alla faccia della libera concorrenza, che rappresenta un’ occasione per i cittadini di usufruire di servizi migliori ad un prezzo più basso, ma soprattutto alla faccia della libertà; di scegliere, di confrontare, di premiare i migliori, i più inventivi, i più efficenti.
Aziende come Telecom invece, approfittano, con la complicità delle istituzioni della posizione predominante, per ottenere ulteriori guadagni a fronte di.. “nulla”. Come l’aumento del canone giustificato con “l’impegno a migliorare il servizio (…) ed estendere la banda larga anche al di fuori delle aree urbane”.
Qualcuno recentemente ha sottolineato che una tra le condizioni necessarie per definirsi “imprenditore”, è correre il rischio d’impresa; invecequesti signori, come altri, trovano più redditizio – o più facile – imporre PRIMA aumenti agli utenti, e poi, forse, investire nella ricerca, programmare interventi, migliorare infrastrutture etc.
Alcune associazioni hanno proposto petizioni contro questa politica che definirei “predatoria”, ognuno è libero di aderire o meno, ma credo sia importante FARSI SENTIRE.
Non possiamo sapere ora i risultati che otterremo, ma non è importante. Se quello studente pugliese non si fosse dato da fare con intelligenza e caparbietà, oggi pagheremmo ancora i 10 € a ricarica sui cellulari, forse non è stato neanche ringraziato, ma si è esposto, e di persona.
E’ fondamentale, a mio parere, dimostrare in maniera inequivocabile che i cittadini, i consumatori, gli elettori, valutano e rispondono attivamente alle scelte imprenditoriali e politiche che vengono fatte. E si regolano di conseguenza.
Altrimenti… è già dentro tre quarti, vogliamo favorire l’ultimo “affondo”?
Se vi piace…
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