In Iran iniziano i test nucleari. E Obama fa occhiolino ad Ahmadinejad. E noi?

La noti­zia è di poco fa sul New York Times. Nel­l’impian­to nuclea­re a pochi chi­lo­me­tri da Busher, stan­no ini­zian­do i test nuclea­ri dopo un pro­ces­so dura­to tren­ta­cin­que anni, gesti­to con la con­su­len­za di un’azien­da rus­sa.

Oba­ma, che a quan­to pare ha deci­so di risol­ve­re il pro­ble­ma isla­mi­co calan­do il più pos­si­bi­le le bra­ghe, ha striz­za­to l’oc­chio al pre­si­den­te Ira­nia­no, offren­do la pro­pria col­la­bo­ra­zio­ne anche diplo­ma­ti­ca.

Ahma­di­ne­jad, dal suo can­to, non si lascia sfug­gi­re l’oc­ca­sio­ne e fa sape­re che se gli Sta­ti Uni­ti desi­de­ra­no seria­men­te appia­na­re i con­tra­sti, lui è d’ac­cor­do.

Taral­luc­ci e vino, forse? 

Non so, ma mi sem­bra che uno che si chia­ma Barack Hus­sein Oba­ma fos­se abba­stan­za vota­to ad esse­re filo-isla­mi­co. E sic­co­me il nostro Pre­si­den­te del Con­si­glio è filo-ame­ri­ca­no, ne dedu­co che pre­sto, per la ben nota pro­prie­tà tran­si­ti­va, anche l’I­ta­lia andrà a striz­za­re l’oc­chio a que­sti cam­pio­ni del sopru­so. D’al­tron­de abbia­mo già ini­zia­to a ven­de­re Uni­cre­dit alla Libia, per cui non vedo che pro­ble­ma ci sia!

Gen­ti­li signo­re ita­lia­ne, pre­pa­ra­te­vi a dover indos­sa­re il Cha­dor. Io dal can­to mio mi aspet­to di sve­gliar­mi tra qual­che gior­no al suo­no del­la voce di un Muez­zin, tran­quil­la­men­te appol­la­ia­to sul­la Madon­na del Duo­mo di Mila­no.

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Ilia Musco

Caro Franz, il tuo arti­co­lo mi offre l’op­por­tu­ni­tà per por­re una doman­da che mi sov­vie­ne ogni vol­ta alla men­te quan­do sen­to par­la­re di Iran e minac­cia nuclea­re, e che a nes­su­no inve­ce sen­to por­re. Dan­do per scon­ta­to che sia­mo per­fet­ta­men­te d’ac­cor­do che pae­si come l’I­ran sono gover­na­ti da Inte­gra­li­sti che por­ta­no avan­ti una cul­tu­ra che va con­tro la liber­tà, spe­cial­men­te qual­le del­le don­ne, che uti­liz­za­no la reli­gio­ne per leg­git­ti­ma­re la vio­len­za, ecc. ecc. ecc. Tut­to que­sto è asso­lu­ta­men­te cri­ti­ca­bi­le ed è giu­sto far­lo, anche dura­men­te. Ma chi sia­mo noi occi­den­ta­li per dire ad un’al­tro pae­se sovra­no che non deve fare uso del nuclea­re come meglio cre­de in casa sua, costruen­do anche armi? Noi lo fac­cia­mo. Facen­do così ci ponia­mo pre­sun­tiuo­sa­men­te su un pie­di­stal­lo di arro­gan­te e pre­te­stuo­sa supe­rio­ri­tà che secon­do me fa prin­ci­pal­men­te il gio­co degli inte­gra­li­sti, leg­gi­ti­man­do agi occhi del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca isla­mi­ca i loro com­por­ta­men­ti e le loro cri­ti­che ver­so “l’oc­ci­den­ta­le impe­ria­li­sta”. E con que­sto non sto dicen­do che con­di­vi­do la costru­zio­ne di armi nuclea­ri, anzi, non ser­ve par­lar­ne nep­pu­re. Ma il pun­to secon­do me è un’al­tro. I pae­si come l’I­ran devo­no cam­bia­re dal­l’in­ter­no, attra­ver­so i loro popo­li, e non for­za­ti da noi dal­l’e­ster­no. E per que­stio ser­ve una poli­tic inter­na­zio­na­le anche cri­ti­ca ma rispet­to­sa, in cui noi sia­mo i pri­mi a dare il buon esem­pio. Altri­men­ti non fac­cia­mo altro, come infat­ti fac­cia­mo, che leg­git­ti­ma­re gli inte­gra­li­sti agli occhi dei loro popo­li e strin­ge­re le popo­la­zio­ni attor­no a tali per­so­nag­gi. Otte­nia­mo così l’ef­fet­to con­tra­rio, ritar­dan­do un pos­si­bi­le cam­bia­men­to dal­l’in­ter­no, che è sem­pre l’u­ni­co cam­bia­men­to vero pos­si­bi­le, sia che si con­si­de­ri un sin­go­lo indi­vi­duo che l’u­ma­ni­tà inte­ra. Un saluto.

Ilia Musco

Capi­sco quel­lo che vuoi dire e non pos­so dar­ti tor­to. Cre­do comun­que, ma for­se sono un ingua­ri­bi­le idea­li­sta, che oggi con inter­net i regi­mi non rie­sca­no com­ple­ta­men­te a con­di­zio­na­re i popo­li come una vol­ta e col tewm­po non pos­sa­no che usci­re scon­fit­ti su que­sto fron­te. Inol­tre come fac­cia­mo a trat­ta­re que­sti pae­si come “galeot­ti” sen­za ine­vi­ta­bil­men­te cade­re nel­l’in­ge­ren­za poli­ti­ca? Con que­sto non voglio dire che a livel­lo diplo­ma­ti­co non vada­no fat­te pres­sio­ni for­ti per cer­ca­re di modi­fi­ca­re cer­te loro scel­te come quel­la del nuclea­re da par­te del­l’I­ran (e maga­ri anche la nostra di que­sti gior­ni!). Sono però con­vin­to che se noi pri­ma di tut­to des­si­mo un esem­pio di mag­gior inte­grii­tà in casa nostra, for­se ver­re­mo ascol­ta­ti con mag­gior atten­zio­ne. E comun­que voglio riba­di­re che cre­do che il rischio mag­gio­re in que­sto tipo di situa­zio­ni sia quel­lo di otte­ne­re l’ef­fet­to oppo­sto, fomen­ta­re mag­gior inte­gra­li­smo e meno liber­tà. E poi? Fac­cia­mo la guer­ra ad ogni pae­se peri­co­lo­so come in Iraq? Non mi sem­bra una gran solu­zio­ne visto quel­lo che poi suc­ce­de, al di là del­la sof­fe­ren­za di miglia­ia di inno­cen­ti che si gene­ra. Que­ste sono comun­que situa­zio­ni dif­fi­ci­li. Non cre­do che ci sia una visio­ne uni­ca appli­ca­bi­le rigi­da­men­te in ogni situa­zio­ne… biso­gna valu­ta­re di vol­ta in volta…

Valeria

Caro Franz, imma­gi­no che sto per fare la figu­ra dell’ingenua… altro che ingua­ri­bi­le idealista!
Tut­ta­via non rie­sco a trat­te­ne­re que­sto pensiero:
io cre­do che il mon­do SIA UNO SOLO. Se qui in Ita­lia io non sono obbli­ga­ta ad usa­re il cha­dor non è per meri­to mio, “per­ché sono occi­den­ta­le e quin­di miglio­re”, ma solo per­ché ho avu­to la for­tu­na di nasce­re in que­sta epo­ca e in que­sto con­te­sto socia­le. Il qua­le comun­que mi impo­ne mol­te altre rego­le più o meno espli­ci­te (o impli­ci­te) per il fat­to di esse­re una don­na e non un uomo.
Comun­que sia in Ita­lia le don­ne vota­no da poco più di 60 anni e non più di trent’anni fa nei pae­si di mon­ta­gna (ma imma­gi­no anche al sud) le vedo­ve era­no obbli­ga­te a por­ta­re il faz­zo­let­to nero. Alle altre era con­ces­so quel­lo colorato.
Alme­no fino ai pri­mi anni ‘70 (se non oltre) il c.p. disci­pli­na­va il rea­to di “adul­te­rio” a cari­co del­la moglie che aves­se tra­di­to il mari­to, punen­do­la con la reclu­sio­ne fino ad un anno.
A cari­co del mari­to, inve­ce, c’era il rea­to di “con­cu­bi­na­to” (puni­to con la reclu­sio­ne fino a due anni).
La pre­vi­sio­ne dei due rea­ti costi­tui­va già negli anni 60 un cla­mo­ro­so caso di mio­pia legi­sla­ti­va, con­si­de­ra­to che due com­por­ta­men­ti iden­ti­ci era­no puni­bi­li o meno a secon­da dei diver­si sessi.
Que­sti sono solo pochi esem­pi, ma solo per dire che, se le cose qui sono cam­bia­te, non cre­do che lo dob­bia­mo a que­stio­ni di “bra­vu­ra” ma piut­to­sto a con­di­zio­ni eco­no­mi­che mol­to più favo­re­vo­li (rag­giun­te per altro sfrut­tan­do le risor­se di tut­ti!!! cioè pro­sciu­gan­do altri popo­li). L’accresciuto benes­se­re ha por­ta­to ad allar­ga­re l’obbligo di istru­zio­ne a tut­ta la popo­la­zio­ne; meno igno­ran­za equi­va­le anche a meno spa­zio per qual­sia­si for­ma di inte­gra­li­smo, bigot­ti­smo, miopia…
Voglio dire che noi abbia­mo avu­to mag­gio­ri oppor­tu­ni­tà per cam­bia­re il nostro siste­ma socia­le rispet­to ai popo­li del Medio Orien­te (e a mol­ti altri). E mal­gra­do tut­to, per lo meno qui in Ita­lia, non mi sem­bra che pos­sia­mo van­tar­ci dei nostri gover­ni e governanti.
E spes­so nep­pu­re di mol­ti nostri concittadini!!!
Insom­ma, farò pure la figu­ra dell’ingenua, ma io mi sen­to sem­pre mol­to, mol­to a disa­gio quan­do si par­la di “noi e loro”. Di orien­te e occi­den­te, di sud e nord, di lati­ni e aria­ni, di bian­chi e neri. Non so, mi cor­re un bri­vi­do lun­go la schie­na; ho pro­va­to a razio­na­liz­za­re que­sta sen­sa­zio­ne ma non cre­do di non esser­ci riu­sci­ta. Anche per­ché so che essa con­tie­ne qual­co­sa di non del tut­to razio­na­le, di non esprimibile.