Tecnologia interiore: la ricerca dell’oggettivo. Una definizione difficile.
Se andiamo a prendere il significato del termine “oggettivo”, troviamo un’interessante definizione:
Che ha per fondamento la realtà stessa.
Ma possibile che manco il dizionario alla fine riesca a dare una definizione seria di questo termine?
Santo cielo, tutto ha per fondamento la realtà stessa. Il problema è la percezione che si ha di questo tutto. Si può percepire qualunque cosa ma alla fine lo si fa normalmente mediante i sensi. E chiunque sa che i sensi non sono la realtà. Per un essere umano, la percezione della realtà è lontana quanto la Luna per una pulce (a meno che questa non si infili tra i peli pubici di un’astronauta).
I sensi trasmettono al cervello, mediante neurotrasmissione, una modulazione di impulsi elettrici. Il cervello ricostruisce, sulla base di una “mappa interna”, quello che i sensi gli inviano.
L’essere umano non vede, non sente, non gusta, non tocca, non odora. L’essere umano vive in una scatola chiusa a cui arrivano dall’esterno delle immagini, suoni, odori e sensazioni tattili. Ma tral’essere umano e la realtà c’è l’interpretazione che il cervello da degli stimoli che i vari occhi, orecchi, naso e pelle gli trasmettono.
Non avendo mediamente altre fonti cinestesiche, l’essere umano si convince che ciò che il suo cervello gli propina è la realtà. Salvo poi rimanere vittima di allucinazioni, false memorie, o di quelle malattie che, alterando l’elaborazione cerebrale, gli fanno vedere cose che non esistono o non vedere cose che esistono.
Gli esseri umani si convincono di parlarsi di qualcosa dimenticandosi che ognuno ha una sua percezione della realtà, perfettamente falsa, per quanto realistica, ma soprattutto perfettamente non trasmissibile.
Anche quando siamo convinti di aver perfettamente trasmesso a qualcuno una nostra esperienza, occorre ricordarsi che comunque chi ha ricevuto, lo ha fatto tramite i propri sensi e non tramite i nostri. E che i relativi segnali sono stati elaborati sulla base delle sue esperienze e non delle nostre.
Una realtà oggettiva esiste. Questo è ovvio. Il problema è che ordinariamente questa realtà è fuori dalle possibilità di percezione dell’essere umano. Ci si potrà avvicinare, si potrà farsene un’idea, ma come dice il saggio, la mappa non è il territorio. E quindi la percezione della realtà… non è la realtà.
Ecco perchè tutte, ma proprio tutte le discipline relative ad una crescita interiore insistono sul termine verità.
Per verità non si intende il contrario della menzogna. Non si intende nemmeno la sincerità. Per Verità si intende: ciò che è.
Per citare Andrea Di Terlizzi:
L’Oggettivo è un assoluto, una realtà incontrovertibile, non modificabile dal pensiero e dalla volontà degli uomini.
Continua
Il significato di “Oggettivo”, dal dizionario:
«Che ha per fondamento la realtà stessa» [delle cose],
equivale esattamente alla citazione di Andrea Di Terlizzi:
«L’Oggettivo è un assoluto, una realtà incontrovertibile, non modificabile dal pensiero e dalla volontà degli uomini».
“Oggettivo”, vale a dire, tutti riconoscono un oggetto allo stesso modo, appunto incontrovertibile, non modificabile. Si contrappone a “Soggettivo” realtà considerata e appartenente a un solo soggetto. “Diritto oggettivo” diritto di tutti, mentre “Diritto soggettivo” è il diritto di un solo soggetto.
Franz, io, nella mia immensa ignoranza, sarò stato banalissimo ma così la penso, senza rendere complessa una cosa semplice, come il significato di “Oggettivo”.
Mi ricordo una volta Carmelo Bene affermare: «Chi non vede l’oggettivo è pazzo» (nell’accezione di persona che non ragiona comunemente). Un saluto circolare. :coffee: :smirk:
S, ok, va bene…
eh…mi imbattei qui per strani giri sul web..
oggettivo… occorre una coscienza oggettiva per poter comprendere di che si tratti, aldilà delle definizioni verbali..
di certo è ciò che è …indipendentemente da ciò che ne pensiamo noi. una mela cade a terra se la lascio andare dalla mano, indipendentemente da ciò che io credo, o dal fatto che io sia un induista, un cristiano, un ebreo..uno scienziato o un satanista… essa cade!
allora come relazionarsi con ciò che è indipendente dal nostro pensare e percepire?..
esistono strati di livelli di realtà in cui l’oggettività è evidente..tipo tutti gli uomini hanno due braccia , due mani, e la mela cade a terra..esistono forze e principi del reale che s’impongono con forza ed evidenza al nostro percepire..quindi certi livelli di oggettività sono evidenti..
ma altri livelli sfuggono del tutto alla nostra comprensione che, in mancanza di meglio,si aggrappa apppunto alla soggettività. se già entriamo nel territorio delle emozioni tutto diventa più sfumato, con meno certezze..idem in quelli del pensare.. e altri livelli ancora (premettendo che il livello di oggettività evidente sul piano fisico è molto grossolano e superficiale)
è evidente che il problema è proprio in quell’io che percepisce, nel soggetto conoscente…
se l’ ”io” è un filtro ed è pure condizionato (dal passato, dal conosciuto, dalla biografia, dal linguaggio ecc..)allora è lì che risiede il problema del conoscere la realtà oggettiva. quando il “campo” sarà perfettamente conoscibile dal “conoscitore del campo”? quando questi sarà cristallino come uno specchio senza veli e senza polvere (i condizionamenti) e potrà riflettere perfettamente la realtà per quello che è e non per quello che vorremo che fosse o crediamo che sia..questo lavoro di decondizionamento è lungo e può avvenire tramite diverse vie, ma conduce poi (se tutto va bene e si ha culo e si sopravvive ..) al Testimone, una parte di noi che in silenzio non giudica, non proietta, non si agita, non rompe i maroni condizionato dagli impulsi vari…vede e basta, vede per davvero..
my 2 cents soggettivi 🙂