Campo di realtà, meditazione e illusione ritratta

Per campo di realtà intendiamo l’insieme di condizioni al cui interno una determinata cosa risulta reale. Per chiarire rapidamente possiamo fare un facile esempio: il sogno.

All’interno del mondo onirico vi sono cose che, per chi è immerso in quel mondo, sembrano perfettamente reali, salvo poi risultare del tutto illusorie al risveglio. Il sonno nella fase REM costituisce il campo di realtà per ciò che avviene in quell’ambito.

Per dirla tutta, all’interno di un campo di realtà è giocoforza incluso anche l’osservatore, ovvero chi “percepisce” in qualche modo la realtà in questione come tale. Dato che una cosa può essere reale solo all’interno del suo campo di realtà, anche l’osservatore per cui essa risulta reale deve essere immerso all’interno dello stesso campo.

Il concetto può sembrare complesso ma serve a spiegare molto semplicemente il concetto di illusione, come riferito all’interno di diverse filosofie e religioni, quella Buddhista in primis, e anche quello di Meditazione.

Il nostro mondo è reale solo per chi si trova all’interno del suo campo di realtà: fuori da esso, non esiste. Oppure, quandanche possa essere percepito, risulta alla stessa stregua di un sogno visto da uno stato di veglia: una vaga idea e nulla più.

Il nostro pensiero, quella cosa cui siamo così tanto affezionati e in realtà dalla squisita natura meccanica, ha un campo di realtà costituito sostanzialmente dal nostro cervello. Fuori da esso non esiste. Potremmo continuare per parecchio, ma mi pare che il tutto sia già sufficientemente chiarito.

Il campo di realtà spiega anche il concetto recentemente espresso da diverse teorie di fisica quantistica per cui il mondo è in realtà creato dall’osservatore. Infatti, se ci ragioniamo bene, un campo di realtà, per definizione, è l’ambito all’interno del quale qualcosa risulta reale.

Ma perchè qualcosa risulti reale deve esserci qualcuno a cui questa realtà risulti: l’osservatore. Niente osservatore, niente percezione. Quindi niente campo di realtà (e fine dell’illusione).

All’interno di un cammino di crescita interiore, quello che andiamo a fare altro non è che cercare di uscire dai limiti del campo di realtà attuale.

La cosa interessante è che, per chi si trova immerso in un campo di questo tipo, tutto quello che si trova all’esterno non può essere percepito (infatti si trova fuori dal campo e quindi non può esistere).

Quindi quello che conta, alla fine, sono i limiti dei campi di realtà. Limiti che, come abbiamo visto, vengono generati e definiti dall’osservatore. Se noi aumentiamo, per fare un esempio, la nostra capacità di comprensione, quello che prima era un problema, cessa di colpo di essere tale.

E’ il classico esempio dello studente che non riesce a capire un concetto matematico: una volta compreso, ciò che prima rappresentava un problema irrisolvibile, diventa un semplice passaggio: la percezione è uscita dal campo precedente e quindi tutto ciò che in quel campo si trovava smette di essere percepito come reale.

Comprendere la natura del campo di realtà significa immediatamente avere l’indicazione su come procedere, allo stesso modo in cui avere la consapevolezza che ci troviamo all’interno di un sogno ci fa diventare padroni del sogno stesso (come nei casi di sogno lucido).

Alla fine la Meditazione è questo: espansione della consapevolezza al di fuori del campo di realtà corrente.

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