Il suono: saper ascoltare la musica non è cosa comune.

Nei due post precedenti ho presentato due esecuzioni diverse ma straordinarie dello stesso brano. Nella prima vi era un solo strumento, anche se talmente polifonico da rendere la complessità di un’orchestra, mentre nella seconda vi era un’orchestra vera e propria.

Ascoltare veramente la musica non è propriamente uno scherzo. Occorre che discernimento e cuore vadano a braccetto.

Vi è una parte di noi, quella emotiva, che reagisce con delle sensazioni, con delle emozioni al suono. E quanto più il suono è oggettivo, quanto più la corrispondenza tra frasi o note musicali e sensazioni sarà precisa.

Ma la parte emotiva necessita spesso di essere educata all’ascolto della musica, dato che il nostro apparato emotivo è estremamente inquinato da quella vita che cerca continuamente di proporci sensazioni grevi, superficiali e grossolane.

Per ascoltare con piacere un brano come la Toccata e Fuga, occorre che anche la parte del discernimento si metta all’opera.

Se ci lasciamo esclusivamente prendere dalla sensazione d’insieme, la nostra “visione emotiva” ne risulterà grandemente limitata.

Parimenti, concentrando l’attenzione sui singoli strumenti, la nostra “visione emotiva” verrà quasi completamente a mancare, avendo perso la sensazione d’insieme.

Occorre proprio allenare la mente, imparando a distinguere il suono dei singoli strumenti (o gruppi di strumenti), intanto che il cuore continua a fare il suo lavoro con la visione d’insieme.

Quindi due punti di vista presenti contemporaneamente: la visione d’insieme e il singolo particolare. Il filmato dell’esecuzione orchestrale aiuta molto in questo, perchè il regista ha saputo seguire la direzione d’orchestra, andando a dare dei tagli sui singoli strumenti nel momento del loro attacco.

Operando in questo stesso modo durante l’ascolto, si impegna a fondo quella parte del cervello deputata alla gestione dei circuiti neurali auditivi. La mente a quel punto sarà libera di creare immagini visive, richiamate dalle emozioni. Ed ecco che avremo anche una sperimentazione visiva della musica che stiamo ascoltando.

Se poi a questo aggiungiamo un osservatore interno che “assiste” al crearsi delle emozioni e al loro scorrere insieme alle immagini proposte dalla mente, ecco che avremo anche l’occasione di scoprire qualcosa sul nostro cuore e su ciò che abbiamo all’interno.

Un’esperienza eidetica unica, quando avviene, e che rende quei dieci minuti di ascolto uno spazio di esperienza a se’ stante.

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