Pieghe nella notte.
La strada si snoda sul fianco della gola, tortuosa e infida.
Non riesco a sentirmi tranquillo su questa strada. Forse è colpa della notte che falsa le distanze, che non ti fa capire bene quanto ti puoi spingere.
E allora mi fermo. Nello spiazzo, la luce argentea e fredda della Luna piano piano si rivela all’iride che si abitua all’ombra notturna.
In montagna questa luna è molto più luminosa che in città e guardandola non posso fare a meno di considerarla un minuscolo sole. Ne ha persino il colore!
Allora mi chiedo: cosa succederebbe alla luna se non ci fosse il sole? Nulla! Esisterebbe comunque, continuerebbe a generare le maree e tante altre cose. Solo sarebbe invisibile, non sapremmo che c’è.
Ma lei ci sarebbe comunque. Essere e basta.
Ed ecco che con questo pensiero mi rendo conto che intorno a me i picchi dei monti diventano chiarissimi. Quasi più chiari che durante il giorno.
Con una strana sensazione dietro gli occhi risalgo in sella e riparto.
La strada ora è diventata fluida, chiara e perfettamente definita. Con un sorriso apro il gas senza più paura, senza più esitazioni, sdraiando la moto ad ogni curva, senza pietà.
Perchè adesso le vedo.
Vedo le pieghe nella notte.
Bellissima e chiara spiegazione di ciò che è Essere.Complimenti. Sono sempre più contenta di essermi iscritta.
Ciao
Molto suggestivo e intenso, soprattutto nella definizione implicita della chiarezza.
Tu però, nel dubbio, sii prudente ;]
Il cervello in genere lo tengo collegato. Poi ogni tanto me ne dimentico e lo perdo per strada… ma grazie per la preoccupazione…