Un oceano d’amore.
Desiderio e oggetto dello stesso. Desiderare l’oggetto del desiderio non è che un atto figlio di qualcos’altro. Una sorta di “riduzione” materiale di qualcosa che muove pienamente tutto l’universo.
Se il desiderante riconosce una separazione dal desiderato, non vuol forse dire che è in qualche modo cosciente di una precedente condizione di unicità?
Altrimenti come potrebbe sentirsi separato? Se una cosa non è stata intera, come può accorgersi di non esserlo più?Il riconoscimento della separazione non è altro che il figlio, il frutto dimentico di una condizione di unità.
E il desiderio di quacosa a questo punto non può essere altro che la cieca conoscenza dell’unità tra desiderante e oggetto del desiderio.
Dal vuoto esso proviene. Quando il vuoto rivela se’ stesso con lo stesso atto illumina il desiderio, togliendogli l’oggetto su cui posarsi.
Perchè il desiderio altro non è che amore.
Un oceano d’amore.
Molto bella questa riflessione sul desiderio, sulla mancanza, sul vuoto e sull’amore.
Touche…
però resta un’inculata lo stesso
ma no, ma no. Poesia: I’illusione
Perdere qualcosa che tanto perder non si può
ecco l’illusione che qualcuno qui cantò.
Poesia secondo me sintetizzante del nucleo filosofico precedentemente esposto, una sorta di corredo in versi.
Non solo di quello qui si canta
ma di ciò che dopo l’illusione
resta all’uomo che non s’incanta
se non desia far la fine del coglione!
:kissmyass2: