Un oceano d’amore.

Desi­de­rio e ogget­to del­lo stes­so. Desi­de­ra­re l’ogget­to del desi­de­rio non è che un atto figlio di qual­co­s’al­tro. Una sor­ta di “ridu­zio­ne” mate­ria­le di qual­co­sa che muo­ve pie­na­men­te tut­to l’u­ni­ver­so.

Se il desi­de­ran­te rico­no­sce una sepa­ra­zio­ne dal desi­de­ra­to, non vuol for­se dire che è in qual­che modo coscien­te di una pre­ce­den­te con­di­zio­ne di uni­ci­tà?

Altri­men­ti come potreb­be sen­tir­si sepa­ra­to? Se una cosa non è sta­ta inte­ra, come può accor­ger­si di non esser­lo più?Il rico­no­sci­men­to del­la sepa­ra­zio­ne non è altro che il figlio, il frut­to dimen­ti­co di una con­di­zio­ne di unità.

E il desi­de­rio di qua­co­sa a que­sto pun­to non può esse­re altro che la cie­ca cono­scen­za del­l’u­ni­tà tra desi­de­ran­te e ogget­to del desiderio. 

Dal vuo­to esso pro­vie­ne. Quan­do il vuo­to rive­la se’ stes­so con lo stes­so atto illu­mi­na il desi­de­rio, toglien­do­gli l’ogget­to su cui posar­si.

Per­chè il desi­de­rio altro non è che amo­re.

Un ocea­no d’amore.

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6 Commenti
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Giuseppe

Mol­to bel­la que­sta rifles­sio­ne sul desi­de­rio, sul­la man­can­za, sul vuo­to e sull’amore.

primularossa

Tou­che…

franco magnani

però resta un’in­cu­la­ta lo stesso

franco magnani

ma no, ma no. Poe­sia: I’illusione

Per­de­re qual­co­sa che tan­to per­der non si può
ecco l’il­lu­sio­ne che qual­cu­no qui cantò.

Poe­sia secon­do me sin­te­tiz­zan­te del nucleo filo­so­fi­co pre­ce­den­te­men­te espo­sto, una sor­ta di cor­re­do in versi.

Franz
Reply to  franco magnani

Non solo di quel­lo qui si canta
ma di ciò che dopo l’illusione
resta all’uo­mo che non s’incanta
se non desia far la fine del coglione!
:kissmyass2: