Essere e personalità, Dott. Jekill e Mr. Hyde in autostrada.
Pochi giorni fa, in autostrada, appena finito di fare il pieno, un rumore strano mi ha fatto voltare. C’era una donna, una motociclista, riversa tra le due colonne di distribuzione. Accanto a lei un marito in stato semicatatonico la guardava senza abbozzare un minimo di reazione.
Ho sistemato la moto al volo e mi sono avvicinato per vedere cosa stesse accadendo, insieme a me uno degli addetti della stazione che, afferrata la situazione al volo, ha preso una sedia per tenere in alto le gambe della donna.
Quell’essere, sdraiato a terra in evidente stato di collasso, aveva due occhi azzurri color del cielo, di una limpidezza straordinaria, in un viso da bambina, nonostante tutto il resto denunciasse un’età di almeno quarant’anni. Incrociando quello sguardo nel portare i primi soccorsi, ho visto un grandissimo stupore, insieme a un’enorme paura.
La donna ha iniziato a bofonchiare, le parole che uscivano inintelliggibili, un po’ per lo stato di shock, un po’ perchè tentava di parlare italiano ma non sapeva una parola.
Quello che mi è arrivato addosso come un treno in quel momento sono stati sofferenza e spavento. Ma nonostante ciò, quegli occhi rimanevano puliti come quelli di un neonato. Non ho mollato quello sguardo nemmeno per un secondo, mentre le slacciavo il giubbotto e la cintura lombare. Qualche secondo e già un po’ di colore le tornava sulle guance. Un paio di minuti ed è arrivata l’ambulanza, il personale paramedico ha prestato tutti i soccorsi del caso e la donna ha iniziato immediatamente a riprendersi.
Alle mie spalle una signora di passaggio che parlava tedesco ha iniziato a parlare col marito e a fare da traduttrice per gli infermieri. Ho potuto così apprendere che la donna aveva avuto una crisi di panico all’entrata nella galleria poco distante, dopo aver ricevuto una telefonata in cui la figlia le diceva di non voler più stare con lei dopo il divorzio dei genitori.
Tutta la traduzione avrà preso, si e no, trenta secondi.
Ma quando mi sono voltato per guardare ancora in viso la donna… non c’era più!!!
Meglio, era ancora lì, ma al posto della bambina dagli occhi puliti, ora c’era una persona piena di rabbia e di furia a malapena trattenute. Tutta la bellezza, tutta la pulizia della bambina che mi aveva guardato tra le lacrime… svanite, kaputt, è proprio il caso di dirlo data la nazionalità di quella persona.
Sembrava di vedere Dottor Jekill e Mr Hyde dal vivo.
Durante la crisi, l’essere che faceva capolino, subito dopo, la personalità che riprendeva prepotentemente le redini.
Che peccato! Ma che culo averlo potuto osservare!
Siamo tutti Dott. Jekill e Mr. Hyde: non abbia troppe aspettative dagli altri o sarà eternamente deluso!!!
Infatti non ne avevo. E non ne ho. Mi pare che la sorpresa sia ben sottolineata nel post, così come la consapevolezza della fortuna di aver potuto osservare un simile cambiamento.
O forse non lo ha letto tutto?
L’uomo è una strana composizione formato da una miscela di bene e di male, ed è quasi normale che convivano, anche se a volte lottano tra loro nel nostro profondo, i due antagonisti. Però più spesso con la ragione ed il raziocinio possiamo far tacere la voce del Male. Antonio.
Buongiorno. Sono d’accordo con Antonio, dai. Non mi piace limitarmi a vedere il male in ogni cosa, per quanto diffuso e frequente sia nella nostra società. Nonostante abbia conosciuto parecchia gentaglia (e qualcuno magari dirà lo stesso di me) devo dire che molte sono pure le persone che non hanno per niente disatteso le mie positive aspettative, anche a distanza di anni. Certo dipende da quali sono le aspettative e da quanto soggettivamente affrontiamo il problema. Comunque, tutto sommato, di brave persone ce ne sono ancora, e tante. E spero che qualcuno lo pensi anche di me. Una domanda, Franz: non è che il cognome della donna magari fosse Goebbels o Hess o von Ribbentrop ..?? Sai, buon sangue non mente (mai)eheh. E scusami per la battuta
Ciao e buona continuazione
Ciao
Per Antonio e per Paolo
Scusate, ma a questo punto devo essermi espresso male, ritengo.
Cosa centrano il bene e il male?
Io ho parlato di essere e personalità. Ovvero ciò che c’è di profondamente vero in noi e ciò che invece è costruito dalla vita come la viviamo.
Bene e male non c’entrano nulla.
Permanente e impermanente, forse. Bene e male non hanno nulla a che vedere con quello che ho avuto la fortuna di poter osservare.
Ovvero prima l’essere profondo, quello che traspariva durante il collasso, quando le difese della personalità erano disabilitate e poi il se’ superificiale, quello che in ognuno di noi fa il lavoro esterno.
Più chiaro così?
Per Paolo. :)))))
Ok è chiaro. Il mio era un discorso abbastanza generale e certamente non profondo eheh, una sorta di compromesso ideologico forse un pò qualunquista: alcune cose vanno in un senso e altre in un altro senso, come sempre si dice per non entrare, pericolosamente, in discorsi più seri e legati prevalentemente all’esperienza interiore di ciascuno di noi. Non per niente, a dire il vero, mi è venuta prima la battuta del pensiero! Più che altro, in realtà, la cosa che mi ha fatto intervenire sull’argomento è stata la replica di Anna, che mi è sembrata invece un pò pessimistica; se ciò dipende dai suoi trascorsi mi dispiace sul serio. Grazie comunque del chiarimento
Ciao a tutti
Io ritengo che la schizofrenia sia assai più comune di quanto si creda e certamente non dipende né dal bene né dal male. La schizofrenia è un fenomeno inerente all’identificazione: le persone, in genere, si identificano con delle emozioni: ogni identificazione è una piccola personalità e dato che, nell’uomo comune, le identificazioni sono molte, allora egli è un insieme di piccole personalità tutte in conflitto tra loro.
Consiglio chi non lo avesse fatto una rapida lettura di quanto il Sig. Gurdjieff ha scritto riguardo “essere” e “personalità”.
Banalmente posso sintetizzare “personalità” come l’insieme di tutte la sovrastrutture artificiali e artificiose che la cultura, i condizionamenti, la morale, le abitudini, il bisogno di aderire alle immagini di “vincente” o “perdente” che la cultura dominante pone (e altro), abbiamo addosso e scambiamo per “noi stessi”.
E’ chiaro che in fase di “emersione” da uno stato traumatico, prima che la cosiddetta coscienza riprenda possesso dei suoi domini, può emergere l’ “essere”. Ciò che di più vero siamo.
Complimenti per la botta di culo, Franz. Meglio che vedere una stella cadente!! :beer:
Oooh! Grazie! Stavo cominciando a sudare!
YOUR WELCOME. :thumbup:
Buon ferragosto.
Anche a te!
Bello il gravatar!
Ho letto questo post con un po’ di ritardo. Trovo: 1)Che sei stato molto fortunato a vivere una simile esperienza (anche se c’è da dire che se fosse capitata ad un altro non avrebbe afferrato quello che ha colpito te); e 2) non te la prendere Franz se quando si parla di questi argomenti non si è capiti da tutti e si viene fraintesi, penso sia normale quando mancano nel lettore le giuste conoscenze dell’argomento. Continua a parlarci di simili esperienze, perché sono molto interessanti. Ciao.