Obama fa rima con Lama. Ma non lo riceve lo stesso.

Obama deve andare in visita a Pechino e quindi non riceve il Dalai Lama .

E questo la dice lunga su quanto il denaro gestisca gli atti dei governi, di qualsiasi governo.

La Cina è un paese in cui i diritti umani valgono meno della merda di un cane per strada. Un paese in cui si usano paura e terrore per governare, in cui la popolazione viene privata anche delle pur minime libertà.

Un paese in cui lo stato è ovunque e sorveglia qualunque cosa; in cui Internet è censurata e i militari la fanno da padroni ovunque.

La Cina dovrebbe essere isolata, combattuta su ogni piano, civile, economico, industriale, politico e morale.

Ma siccome dalla cina arrivano tanti, tanti soldi e soprattutto i cinesi hanno comprato ormai mezzo mondo, invece di isolare questo paese con ogni mezzo, ad ogni livello… gli si lecca il culo.

L’hanno fatto tutti. Anche noi italiani. Obama non fa eccezione.

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GTO

Peccato, credo che Obama abbia perso una grande occasione per distinguersi dagli altri politici e mantenere la schiena dritta. Sono deluso … :thumbdown:

Sciuscia
Reply to  GTO

Cosa credevate, figlioli?
Obama è pur sempre il presidente USA.
Se domani eleggessero Pino Scotto come Papa… be’, sarebbe pur sempre il Papa.

A certe cariche non ci arrivi, se sei uno che ha in mente di fanculizzare la Cina.

Fede

Si ank’io, in questo frangente, trovo il Barak un po deludente. Per quanto riguarda la Cina e gli States, io so (ma non ho prove per confermarlo) che la Cina, tempo addietro, ha comprato tutto il debito privato americano in forma di obbligazioni (non so dire a quanti miliardi di dollari ammonta) e quindi se andassero all’incasso la nazione americana Collasserebbe ad ogni livello: da qui la statunitense paura della Cina che, a questo punto stringe i coglioni a stelle e strisce nelle proprie mani…

Paolo

Buonasera a tutti. Ciao Franz, bentrovato. Sono stato via qualche settimana per lavoro esterno ma vedo che continui a postare argomenti interessanti.
In merito all’articolo capisco perfettamente la delusione per l’atteggiamento del number one alericano ma credo che il suo non sia assolutamente una presa di posizione netta, anzi, piuttosto credo rimandi solo l’evento a quando sarà di maggiore effetto (senzazione e opinione personale).
Il discorso economico trova riscontri solo parziali in quanto detto da Fede sui numeri del debito pubblico ecc, ma, in realtà, non è corretto dire che il coltello dalla parte del manico sia a Pechino, per niente.
Se a qualcuno dovesse interessare domani possa dare qualche indicazione in merito, sui numeri chiaramente, compreso il discorso economico finanziario che lega indissolubilmente i due Paesi.
Se interessa, chiaramente, domani, visto che ora vado a cena.
Grazie e buona serata a tutti

Ps: Japan docet

lucia

A Paolo… i numerosi debiti che gli USA hanno con la Cina: ovvero il perché gli Stati Uniti d’America ancora non sono devastati definitivamente… :beer: vado a farmene un paio va’ là…

Paolo
Reply to  lucia

Grazie della risposta dettagliata e ben documentata..! La Cina è arrivata l’altro ieri e già è la locomotiva del mondo intero.
Meglio che non posto le mie argomentazioni, va là!

cnj

Obama Barbatrucco di Eugenio Benetazzo:
http://www.youtube.com/watch?v=zb-B26naIW4
E’ giusto che tutti si facciano un idea su Obama. Per quello che mi riguarda la sua elezione mi è apparsa come una rivoluzione… oggi sto cominciando a pensare che quell’elezione è stata voluta per far credere ad un rivoluzione che a distanza di 1 anno non c’è stata e il tempo passa e le cose vanno sempre peggio. Obama non può far nulla da solo ma potrebbe scegliersi persone attorno a se capaci di sbloccare una situazione drammatica. Non sembra che lo stia facendo. Anzi a stare a sentire amici americani che conosco bene c’è da aver paura per il futuro prossimo… dicono che entro 6 mesi “the dollar colapse” e cambiano i loro dollari in oro (come ha fatto lo IOR da qualche tempo). Obama sarà capace a sovvertire l’ordine delle cose? Io lo spero (anche se non sembra ho simpatia per Obama) ma a distanza di un anno dalla sua elezione, con una spesa per le armi che continua ad aumentare, guerre che non smettono e budget per strani progetti che volano alle stelle (http://wp.me/plKDA-dW) mi aspetto poco.
La rivoluzione verde di Obama prevede che dal 2012 le auto consumino 7 litri di benzina per 100 kilometri… stiamo ancora parlando di petrolio e questo è tutt’altro che la rivoluzione che si aspettava tanta gente.
Per la Cina concordo con Franz.

Fede

Non dimentichiamoci che poco dopo il suo insediamento, Barak ha istituito la Sanità gratis per tutti i bambini americani, sfidando e vincendo la lobby delle assicurazioni e tutto ciò, a mio, avviso gli vale che il suo è stato un Felice mandato!! Io sento così…
Buonanotte

Fede

E inoltre, con un buon grado di probabilità, Obama estenderà la gratuità sanitaria anche agli adulti, con tutti gli assicuratori americani, dal più insignificante al più potente, che se lo inchiappetterebbero a dovere, il buon presidente… Sono uscito un pò fuori tema e pertanto chiedo scusa.

homoeuropeus

In realta’ la posizone americana e’ dettata da logiche di puro pragmatismo politico: dispiace che un presidente che aveva impostato tutta la sua immagine sull’idealismo, poi cada su una cosa cosi’…
http://homoeuropeus.wordpress.com/2009/10/05/usa-cin/

Sciuscia

Ma sono l’unico a non stupirsi della “delusione Obama”?
Obama non farà mai nulla di buono, in politica estera, a parte le belle dichiarazioni. E non è che glielo si possa chiedere, del resto. Un presidente “rivoluzionari”, non diventa presidente, semplicemente.

Paolo

La delusione è sempre figlia delle aspettative eccessive. Se ci si aspettava un mago al posto di un presidente (e così è stato, visto che è mancata solo la rappresentazione con cilindro e bacchetta magica) è chiaro che ora ci si debba ricredere. Però non è che abbia preso in mano il bar della stazione da ristrutturare!

lucia

Credo di non aver capito bene, ma forse la mia risposta “dettagliata e ben documentata” ha infastidito Paolo. Se è così me ne dispiaccio ma non credo che la questione del debito USA con la Cina sia abbastanza nota. In ogni caso, Paolo, io ho solo fatto un’ipotesi delle ragioni per cui il Dalai Lama fatica a incontrare il presidente americano (chiunque sia)… se avessi le “Risposte” probabilmente sarei già altrove…

posso solo documentare con un paio di link

http://www.lkv.it/articoli/05_06/cosi_cina_finanzia_america.html

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=14722

ps: ma nessuno si è chiesto perchè nel giorno del 60esimo anniversario della Repubblica Cinese l’Empire State Building (notoriamente di base a New York) fosse stato illuminato da centinaia di migliaia di luci rosse e gialle?
:borg:

Paolo
Reply to  lucia

“A Paolo… i numerosi debiti che gli USA hanno con la Cina: ovvero il perché gli Stati Uniti d’America ancora non sono devastati definitivamente… vado a farmene un paio va’ là”

Scusa, è questa l’ipotesi per cui Obama non ha incontrato il Dalai Lama, come mi dici nell’ultimo tuo? Se si non me ne ero accorto, ecco perchè ho risposto così!

Sul discorso della rovina finanziaria da parte degli usa a favore della cina non ho solo dubbi, ma ti dirò che è l’ultima cosa che la cina vorrebbe vedere, anzi! E il debito di cui parli, detto così, non ha assolutamente senso e per chi, come dici tu pochi, non è a consocenza della situazione è assolutamente fuorviante

In merito all’amicizia tra i due paesi con l’esempio dell’illuminzione credo che siamo ancora più fuori luogo. Di amicizia (anche interessata) ce n’è ben poca: vuoi insegnare al lupo come fare a rubare la pecora?

I dati su tutto sono rilevabili sui siti ufficiali usa del min esteri, delle finanze e sui siti dei comitati per l’import-export, nonchè sul sito del fmi.

E io ho detto che ero disposto a postare documentazione in merito (E LO SONO ANCORA, MA SOLO SE INTERESSA SUL SERIO), non mie ipotesi, per capire quale fosse la situazione attuale del secondo semestre 2009, quindi assai recente.

Non mi sembra interessi molto, forse perchè non c’entra (?) con l’argomento principale. Ma allora… perchè parlare di economia e relazioni economico-finanziarie tra i due paesi??

Ciao

Fede
Reply to  Paolo

Posta pure Paolo, a me interessa

Paolo

Ok grazie Fede.
Direi che secondo me, per rendere sin da subito l’idea, occorrerebbe pensare già alla situazione peggiore che potrebbe capitare: l’insolvenza degli USA, rischio che il paese corre più seriamente sulla carta che non in realtà, ma è una situazione in ogni caso possibile qualora tutti gli elementi negativi si manifestassero completamente e contestualmente. Senza descrivere per filo e per segno la situazione attuale degli USA basti sapere che negli ultimi anni la Cina ha creato una sorta di range entro il quale muoversi per quanto riguarda le importazioni mentre non si è certamente posta alcun limite alle esportazioni. Complice la convenienza dei prodotti, chiaramente, gli USA sono stati e sono tra i maggiori acquirenti dell’export cinese. Risultato: le autorità monetarie cinesi, grazie soprattutto al favorevolissimo tasso di cambio (oltre il 50% di vantaggio) oltre che dei prezzi competitivi alla fonte hanno accumulato un enorme ammontare di riserve valutarie in dollari. A questo si aggiungano ulteriori acquisti extra import-export ed effettuati principalmente in obbligazioni del debito pubblico americano e la situazione diventa chiara, anzi, chiarissima. In sostanza, perché si verifichi una crisi in USA come detto sopra da Lucia, sarebbe sufficiente che la Cina cominciasse a mettere sul mercato enormi quantità di queste obbligazioni, il che farebbe scendere e di molto il loro valore sia intrinseco che valutario, con inevitabile seconda e forte crisi per il dollaro. Devastazione degli USA? No, solo aggravamento della crisi attuale (come detto sopra non sarebbe sufficiente a far crollare l’economia statunitense) ma, soprattutto, una situazione incredibilmente grave per la Cina stessa che si troverebbe a vendere obbligazioni a prezzi via via inferiori (da notare che già oggi valgono meno per effetto della evidente svalutazione pregressa del dollaro e non si possono certo considerare appetibili vista la situazione tassi interna). Questo inizialmente. In seguito la condizione conseguente ed obbligatoria sarebbe un notevole quanto inevitabile incremento dei prezzi per i prodotti cinesi in dollari (svalutazione causa principale) ed una drastica riduzione dell’export verso il suo più grande acquirente. Arrivati a questo punto mi sembra logico pensare quanto la Cina veda nero solo al pensiero di avanzare pretese sulla solvibilità USA. Anzi, è probabile che tenderà a sostenerla ulteriormente qualora se ne prospettasse la necessità.

Due indicazioni veloci sui numeri di questo debito, in parte giunto nelle casse cinesi. Gli Stati con il debito pubblico più alto sono lo Zimbabwe ( 200% del PIL) ed il Giappone (poco meno del 200%), quindi l’Italia è attorno al sesto posto con circa il 105%. L’India che ha un indebitamento pubblico del 78%, l’Iran al 25%, il Venezuela al 17%, la Cina al 15% e la Russia al 6%. gli USA sono attorno al dodicesimo posto con l’82% circa. Ora chiedetevi perché, stranamente o forse no, i Paesi con un così basso indebitamento in realtà hanno una condizione politica di un certo tipo o, da questa condizione ne sono appena usciti. E soprattutto, se è così necessario avere un DP basso per essere forti a livello economico mondiale!

Il debito pubblico americano è ora sopra i 14 mila miliardi di dollari: solo una parte di questo è collocato sul mercato e di questo, appunto, il 44,5% risulta sottoscritto da investitori stranieri. In particolare, il valore dei titoli a lungo termine del Tesoro degli Stati Uniti e detenuto dai soli 6 maggiori Paesi asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan e Singapore) ha superato i 1300 miliardi di dollari, pari ad una consistente percentuale di queste obbligazioni (di quelle collocate), mentre il restante è in mano ad altri Paesi, la maggior parte dei quali europei ed una parte meno rilevante (quote minori e marginali) detenute da altri investitori stranieri (stiamo parlando di circa il 25% del totale). La parte non collocata è in mano a istituzionali e fondi pensione, oltre alle agenzie governative. Insomma, male che vada ¾ è tuttora in casa loro. La Cina dunque detiene circa il 6% del totale, grossa fetta indubbiamente e in grado di far male se mossa nel modo sbagliato ma non sufficiente a far crollare l’economia usa; e se il risvolto della medaglia è quello visto sopra..!

In merito alla presunta leccata di … deretano di Obama ai Cinesi vorrei far notare che proprio in questi mesi sono stati introdotti dazi doganali sulle merci cinesi con tariffe tra il 15 ed il 50%, in poche parole in taluni casi il prezzo va alle stelle, con grande incazzatura del governo di Pechino che ha minacciato ritorsioni economiche. Per tutta risposta e per ribadire chei (ancora, per ora, comanda) il buon Obama ha detto che stanno improntando un ulteriore dazio su altre due merci che potrebbe arrivare al 90/95% del prezzo d’importazione: praticamente raddoppia. Allora Pechino cosa ha risposto? Che loro potrebbero aumentare a loro volta le tasse sull’importazioni di polli dagli USA, tutto qua.

Ci sarebbero mille altri argomenti ma, chiaramente e per il tema e per il tempo necessario, è dura postarli tutti.

Spero di aver dato un’idea discreta di come, per ora sicuramente, USA continua a controllare e Cina scodinzola

Fede

Quali sono le fonti di questa tua dettagliata informazione?

Paolo
Reply to  Fede

Sono tante. Io come lavoro extra mi occupo con un’altra persona di un fondo off sh. come già detto in altro post e dunque la documentazione la compriamo o ce la facciamo rilasciare poi l’assembliamo in file utilizzabile velocemente. Però, per esempio a portata di mano ti metto questo dove vedi da te dati reali e non supposizioni o numeri buttati là

Department of the Treasury/Federal Reserve Board:
http://www.treas.gov/tic/mfh.txt

Come vedrai da te, è diverso parlare per sentito dire rispetto a vedere i dati effettivi rilasciati dagli organi governativi competenti.

Non mi chiedere per favore ogni documento se no mi ci vuole di più che a postare un articolo

Paolo
Reply to  Fede

Un altro esempio:

Fonte primaria US Census Bureau

Settembre 2009:
innalzamento dei dazi doganali su pneumatici cinesi per auto e camion leggeri dall’ attuale 4%, per tre anni a scalare: 35% il primo anno/30% il secondo anno/25% il terzo.

(Condizione critica per l’export della Cina che, di questi tempi, non se la passa certamente bene come negli ultimi 5 anni.)

Il provvedimento è stato preso dal governo USA su richiesta dei sindacati americani che ritengono insostenibile la concorrenza dei cinesi; si tratterebbe, secondo loro, di vendita sottocosto (dumping) con l’unico scopo di acquisire più mercato possibile eliminando la concorrenza interna ed acquisire quote di mercato nel tempo, che sarebbero poi sfruttate in pieno solo in un secondo momento dopo avere appunto eliminato le più valide alternative nazionali.
Se fosse realisticamente provata l’ accusa di dumping i dazi di cui sopra Usa potrebbero arrivare fino al 95% buttando letteralmente la merce cinese fuori mercato.

Obama quindi deve sottostare al volere dei sindacati dei lavoratori, qualora le richieste fossero razionali e motivate, indipendentemente dal volere della Cina o di altri. Per gli USA, a livello economico-finanziario, la patria viene sempre prima di tutto e tutti.

Altri dazi, ma di minore entità, sono stati imposti sui tubi di acciaio cinesi: tra il 10,90% e il 30,69%, per un totale approssimativo di 2,6 miliardi di dollari. I produttori cinesi dovranno quindi versare in contanti oppure obbligazioni queste nuove imposte doganali.

Fede
Reply to  Paolo

Grazie del chiarimento.