Vi è mai capitato di…

E’ acca­du­to poco fa.

Cam­mi­nan­do per il cor­so ho sen­ti­to del­l’ot­ti­mo jazz. Pro­ce­den­do ho incon­tra­to un ragaz­zo. Tran­quil­lo, sedu­to su un ampli a bat­te­ria, un let­to­re MP3 che gli dava la base e una chi­tar­ra clas­si­ca amplificata.

L’am­pli non era un Mesa­boo­gie e la chi­tar­ra non era una Mar­tin. E lui non era San­ta­na.

Però suo­na­va da Dio!

Un suo­no pie­no, arpeg­gi in con­tro­tem­po da far veni­re le ver­ru­che sui tim­pa­ni a Gero­ge Ben­son e un sen­so del tem­po impres­sio­nan­te. Ma soprat­tut­to un “tiro” da impaz­zi­re. Pro­gres­sio­ni armo­ni­che al limi­te del­l’im­pos­si­bi­le, posi­zio­ni così aper­te che mi si è lus­sa­to un dito solo a guar­dar­le… Insom­ma… un feno­me­no!

A un cer­to pun­to, men­tre lo ascol­ta­vo, mi sono accor­to di qual­co­sa di cui non so dare una spiegazione.

E’ sta­to come se il mio “spa­zio” si fos­se pie­ga­to intor­no alla musi­ca. Non so come altro dirlo.

Come se la musi­ca fos­se sta­ta una biglia su un tes­su­to ela­sti­co e lo aves­se pie­ga­to per il peso ma in for­ma sferica.

Quel­lo che ho spe­ri­men­ta­to è sta­ta una cosa mol­to simi­le ad alcu­ne ripre­se che si vedo­no nei film d’a­zio­ne. Ave­te pre­sen­te quan­do si pren­de in pri­mo pia­no il pro­ta­go­ni­sta e tut­t’a un trat­to tut­to ciò che sta sul­lo sfon­do sem­bra allon­ta­nar­si rispet­to al pri­mo pia­no che rima­ne fisso?

Ecco: ho spe­ri­men­ta­to la stes­sa cosa, ma ad esse­re in pri­mo pia­no era la per­ce­zio­ne del­la musi­ca. Tut­to il resto si è allon­ta­na­to di col­po, come se fos­se un film pro­iet­ta­to su uno scher­mo lontano.

Tenen­do pre­sen­te che: A) Non ero ubria­co B) Non fac­cio uso di sostan­ze stu­pe­fa­cen­ti, que­sta vol­ta la spie­ga­zio­ne mi sfugge.

Ergo… BOH!

Però quel ragaz­zo suo­na­va da Dio!



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4 Commenti
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Fede

Sei sicu­ro sugli stu­pe­fa­cen­ti? :mrgreen: 😮

Valeria

E lo sta­to di ebbrezza? 😯

cnj

Più o meno mi capi­ta con “Rio Gran­de Mud” (1972) dei ZZ Top 🙂

GTO

Qual­co­sa del gene­re mi è suc­ces­so qual­che tem­po fa men­tre ascol­ta­vo con l’i­pod un pez­zo di Miles Davis trat­to da “Kind of Blue”. Un pez­zo tra l’al­tro che ave­vo ascol­ta­to deci­ne di vol­te pri­ma di allo­ra. Ma quel gior­no è sta­to diver­so, era come se io FOSSI quel­la musi­ca, come se l’a­ves­si scrit­to io quel pez­zo, non so come dire… La mia men­te e il mio emo­ti­vo segui­va­no la suc­ce­sio­ne di note qua­si anti­ci­pan­do­le e il pia­ce­re che pro­va­vo nel­l’a­scol­ta­re quel­l’ar­mo­nia mi riem­pi­va com­ple­ta­men­te. Alla fine sono scop­pia­to in un pian­to di gio­ia mista a malin­co­nia inde­scri­vi­bi­le. Un’e­spe­rien­za bel­lis­si­ma e scon­vol­gen­te al tem­po stes­so, mai più provata.