Stefano Cucchi: morto in carcere, avrebbe firmato il divieto di avvertire i familiari? Posso avere un dubbio?
Secondo quanto leggo sull’ANSA, Stefano Cucchi sarebbe morto in ospedale senza che i genitori potessero vederlo perchè lui stesso avrebbe firmato il diniego a fornire informazioni sulla sua salute.
Sempre secondo lo stesso articolo, tutti i segni, ecchimosi e fratture vertebrali di Stefano sarebbero state dichiarate da Cucchi come provocate da una caduta per le scale avvenuta tra le 13,30 e le 14,05 del giorno dell’udienza del 16 Ottobre.
Scusate, ho alcuni dubbi:
1) Come mai questa cosa del diniego del consenso di Cucchi ad informare chiunque sul suo stato di salute viene fuori solo adesso?
2) Come mai l’autopsia di Cucchi, a quanto si è letto in questi giorni, è stata eseguita senza informare per tempo i familiari? (forse il divieto di diffondere notizie sul suo stato di salute includeva anche l’autopsia?)
3) Come mai i familiari si stupiscono così tanto di fronte a questa presa di posizione di Cucchi? Forse che lo conoscevano così poco?
4) Per quale motivo una persona come Stefano Cucchi può aver rifiutato cure, accertamenti e anche di avvertire i propri familiari?
Ovviamente pura curiosità la mia… e altrettanto ovviamente sono certo che le prossime indagini chiariranno tutto…
Direi che un dubbio ce lo facciamo venire, eh?
caro franz, e che dire dell’articolo che ho letto ieri su repubblica (è vero: son coministi ma tant’è) che esisterebbe una registrazione telefonica in cui qualcuno “consiglia” di “non picchiarlo lì nelle celle ma di portarlo giù”. hai letto questa cosa?
succede quel che è peggio di tutte le schifezze varie degli ultimi giorni: succede che ora queste cose passeranno come “eeh, brutta roba, ma che ci vuoi fare”.
terrificante.
““succede quel che è peggio di tutte le schifezze varie degli ultimi giorni: succede che ora queste cose passeranno come “eeh, brutta roba, ma che ci vuoi fare”.””
Non è detto, forse questa volta gli attacchi da più direzioni potrebbero essere utilizzate (per così dire) a livello politico, visto l’ampio disaccordo sui partiti e, anche se in modo strumentale, portare finalmente a qualcosa! Mah, vedremo.
Anche per non dimenticare:
In questi gg la madre di Marcello Lonzi, 29 anni, morto nel carcere delle Sughere (ormai nel “lontano” 2003) ha scritto una lettera al ministro della Giustizia. Questa la lettera:
“Mi spiega – scrive Maria Ciuffi ad Alfano – perché ci sono voluti sei maledetti anni per capire che era stato ucciso? Le foto di mio figlio sono così crude che io come mamma non dovrei neppure guardarle, ma se sono arrivata sin qui è solo grazie alla mia volontà di lottare e non grazie ai politici, è grazie alla stampa che, vedendo le foto, mi ha teso una mano, cosa che avrebbe dovuto fare il ministro della Giustizia e non la gente comune. La invito pertanto a guardarle su internet. E non parlo solo per me, ma per tutte quelle madri che non hanno avuto lo stesso trattamento riservato al caso Cucchi”.
Altro riferimento, se qualcuno ha visto le iene proprio ieri sera, si può fare con Aldo Bianzino, falegname, 44 anni con mogli e un figlio allora di 14 anni, morto il 14 ottobre 2007 in circostanze ancora sconosciute (!!!). Lui e la moglie, residenti nelle campagne dell’Appennino umbro marchigiano, furono arrestati e portati presso il carcere di Capanne a causa di alcune piante di marijuana trovate nel loro giardino. Proprio la mattina del 14 ottobre la moglie, Roberta, fu scarcerata e in quello stesso momento le dissero della morte del marito. Ancora oggi non si sa niente sulle cause del decesso, quel che è certo è che al momento dell’ingresso in carcere il certificato medico dimostra che entrambi godevano di perfette condizioni di salute. Il medico legale nominato dalla famiglia assiste alla prima autopsia dichiarando che il corpo dell’uomo presentava lesioni al fegato, alla milza, al cervello e due costole rotte.
Allora le domande/dubbi che vengono a me sono questi:
se una persona muore, in qualsiasi circostanza accada, la medicina moderna accerta quasi sempre e velocemente, oltre che con n altissimo grado di affidabilità, la causa; in questi casi specifici passano anni e nessuno arriva al dunque.
Non dovrebbe essere così complicato confermare o smentire un pestaggio o delle percosse (anche qualora fatto con metodi “moderni”, come qualcuno prova a dire). Se si smentisce il pestaggio basta allora dichiarare la causa primaria con allegati che ne comprovino effetti ed esito finale (purtroppo ben conosciuto), se invece la si conferma si tratta di trovare il colpevole (o i colpevoli); lineare, mi sembra ma, soprattutto, semplice nel ragionamento e nell’esecuzione dell’operazione stessa a livello investigativo prima e giudiziale successivamente.
Il fatto è accaduto in un carcere, le persone all’interno della struttura sono quelle, identificabili e ben conosciute a tutti, dai carcerati a tutti gli altri, quindi….
Resta il fatto che da solo difficilmente possa essersi fatto quei danni e se fosse stato un altro carcerato la situazione dovrebbe essere ben nota a guardie, direttore e altri carcerati (oppure ognuno lì dentro si fa i cazzi propri e scorrazza come gli pare??). Niente telecamere di sicurezza?
Se nulla di ciò esce fuori non mi sembra che, purtroppo, si possano fare tante altre supposizioni se non quella che viene in mente a chiunque 30 secondi dopo aver iniziato a leggere la storia! Certo, le supposizioni non danno certezze e non costituiscono prove: speriamo non si punti su questo!!
Facendo mente locale, anche se potrei sbagliarmi, mi sembra di non aver mai sentito di un mafioso (o similare) che, poche ore dopo l’incarcerazione, venisse trovato morto con segni o dubbi di un probabile pestaggio; vale la stessa cosa per i vari “pezzi grossi” della nostra economia (qui ne sono sicuro, invece, almeno negli ultimi anni) che a suon di truffe hanno causato danni a migliaia di italiani. Forse c’è una casta ben definita tra i carcerati? Se si a che pro? Finanziario o politico?
Ma se i morti sono per causa naturale allora la domanda nemmeno si pone!!
Infine, seppur constatando che peggio di questi casi, in tale ambito, non ci possa essere altro:
qualora non si trattasse di morte naturale, mera supposizione, preciso bene, non si sa mai, quante altre di queste persone subiscono lo stesso trattamento appena incarcerate e, per paura e minacce e altro, non denunciano il fatto? O si tratterebbe di casi isolati e “poco significativi”??.
Una cosa è certa, perché i numeri non sbagliano mai: nel 2009 ci sono stati, dati al 31 ottobre, 61 suicidi in carceri italiane, circa il 30% in più del 2008 (e mancano ancora due mesi alla fine dell’anno), oltre il 20% in più rispetto alla media degli ultimi anni. Negli ultimi 10 anni 1/3 dei morti in carcere (1500 circa) è stato causato dal suicidio dei detenuti: siamo peggio della media europea, mi sembra solo meglio di Francia e Gran Bretagna (fuori dal mondo tanto sono peggio), oltre alla Russia (se qualcuno pensa possa fare testo, anche oggi!!). Controlli migliori non sarebbe opportuno farli?
Forse qualche “accorgimento” in più si potrebbe adottare.
Saluti
caro paolo, ottimo il tuo post. grazie!
sei documentato più di me. ora vado a cercare i riferimenti che hai dato.
fino ad ora ho sempre pensato che in fondo sono tedesca, se diventa troppo brutto stare qua prendo mio figlio e me ne torno a casa. ma non avevo paura. questa storia qua mi9 ha fatto rizzare i pelli della nuca.
Vabbè, diciamo che se ti dovessi trovare a dover decidere se inchiappetare i risparmi a mezzo milione di italiani o farti una canna… ora sapresti cosa fare (se non vuoi rischiare troppo!!).
Ciao