Pruriti Scientifici: La Forza di Gravità. A cura del Dott. Ilia Musco
Prima di iniziare il secondo articolo di Pruriti Scientifici, desidero ringraziare i numerosi lettori (più di 300 durante la sola giornata di lunedì!) che hanno dato la loro attenzione al pezzo di apertura di questa rubrica. Questo spinge sia me che Franz, al quale va il mio sentito ringraziamento per il caloroso sostegno, ad andare avanti sperando di continuare a lungo sulla strada intrapresa.
Una piccola precisazione: nelle nostre intenzioni questa rubrica dovrebbe avere una cadenza bisettimanale, uscendo con un nuovo articolo ogni lunedì e giovedì. Siccome non è sempre facile trovare argomenti interessanti da trattare, invitiamo voi lettori a fare domande, a lasciare opinioni, che possano dare origine a discussioni di approfondimento, e a suggerire nuovi argomenti di loro interesse che vorrebbero veder trattati in questa rubrica.
Oggi parleremo di uno degli argomenti pilastro della fisica la cui comprensione ci permetterà di affrontare nel prossimo futuro alcuni temi molto affascinanti.
LA FORZA DI GRAVITA’ (DA NEWTON AD EINSTEIN)
“Non so come il mondo potrà giudicarmi ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l’oceano della verità giaceva insondato davanti a me. “
Isaac Newton (1643 – 1727)
“Io vedo nella Natura una magnifica struttura che deve far percepire ad una persona pensante un senso di umiltà.”
Albert Einstein (1879 – 1955)
In tutto l’universo fisico esiste una forza secondo la quale due corpi si attraggono tra di loro solo per il fatto di esistere ed avere una massa. È la forza di gravità, la cui intensità, come scoprì Newton, è direttamente proporzionale alla massa dei due corpi (M1 e M2) e inversamente proporzionale al quadrato della distanza D che li separa.
Formula di Newton
Siccome la costante di gravitazione universale G è un numero molto piccolo (G = 6,67 × 10-11) la forza di gravità diventa importante quando le masse in gioco sono molto grandi, come accade per i corpi celesti. Questa forza è alla base dell’evoluzione dell’universo e delle strutture in esso contenute come il nostro sistema solare.
Occorre precisare che la massa e il peso non sono la stessa cosa sebbene siano due concetti collegati tra di loro appunto dalla forza di gravità: la massa è una quantità fisica intrinseca alla materia, il suo peso invece ne è una misura relativa che dipende dal campo gravitazionale all’interno del quale viene misurata.
Per fare un esempio un uomo sulla Luna è molto più leggero che sulla Terra, il suo peso si riduce a circa 1/6 di quello misurato sulla superficie terrestre, senza che questo cambi minimamente la sua massa. Questo permise al famoso astronauta “Neil Armstrong”, che per primo appoggiò i piedi sul nostro satellite, di compiere salti di circa 120 metri.
Nella vita quotidiana un essere umano esercita una sua forza gravitazionale molto piccola, dagli effetti trascurabili ed in pratica non è in grado di produrre alcun effetto visibile. Un pianeta come la Terra invece, essendo dotato di una massa rilevante, esercita una forza d’attrazione importante su tutto ciò che lo circonda, ed è proprio questa forza a tenerci con i piedi attaccati alla superficie ed a permettere al nostro pianeta di avere un’atmosfera necessaria alla vita.
Se vogliamo uscire dal campo gravitazionale terrestre, cioè dal legame gravitazionale che ci lega alla Terra a causa della forza di gravità, dobbiamo allontanarci con una “ velocità di fuga” pari a circa 11,2 km/s che diminuisce progressivamente in accordo con la forza di gravità, che come abbiamo visto dalla formula di Newton e inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Così quando l’oggetto arriva, per fare un esempio, a 9.000 metri d’altezza, la velocità di fuga sarà pari a circa 7,1 km/s, un valore nettamente inferiore rispetto a quello iniziale.
Questo ci spiega perché i razzi destinati a lasciare il nostro pianeta devono accelerare così tanto in partenza: per raggiungere il punto in cui la loro velocità supera quella di fuga, ed uscire quindi dall’orbita terrestre.
In generale la “velocità di fuga” è la velocità necessaria per emanciparsi dal campo gravitazionale generato da una determinata sorgente. Più grande è la massa della sorgente, maggiore è la sua attrazione di gravità e maggiore è la velocità di fuga necessaria. Per Giove ad esempio la velocità di fuga è di quasi 60 km/s, mentre per la luna è di soli 2,4 km/s.
Quando abbiamo a che fare con oggetti celesti come i pianeti o le stelle come il nostro sole, la formula di Newton ci fornisce una descrizione soddisfacente del comportamento della forza di gravità.
Quando però consideriamo masse molto più grandi come quelle delle galassie intere o masse ad altissima densità come quella di una stella di neutroni, la formula di Newton non è più in grado di descrivere adeguatamente il campo gravitazionale prodotto.
Dobbiamo necessariamente passare ad una teoria molto più complessa come quella della Relatività Generale formulata da Einstein nel 1916, le cui equazioni prevedono l’utilizzo di una struttura matematica molto raffinata, l’algebra tensoriale.
Equazioni di Einstein
[Nota di approfondimento matematico: Nell’equazioni di Einstein che vediamo nella formula Rμν, gμν ed R sono tensori, (oggetti matematici formati da diverse componenti) che descrivono le proprietà geometriche (la curvatura) dello spazio tempo, mentre Tμν è un tensore che descrive le proprietà intrinseche della materia (energia, massa, pressione, viscosità, ecc.). G è sempre la costante di Newton mentre c è la velocità della luce. In questa formula possiamo vedere, anche semplicemente dal solo punto di vista grafico, la descrizione geometrica dello spazio tempo (termine sinistro dell’equazione) messa in relazione alle proprietà energetiche della materia (termine destro dell’equazione).]
Questa teoria si basa su un postulato fondamentale secondo il quale nulla può muoversi ad una velocità superiore a quella della luce che ha un valore sempre costante di circa 300.000 km/s. a questo dobbiamo aggiungere la geniale intuizione di Einstein formulata nel principio di equivalenza, secondo il quale non vi è differenza per un osservatore tra gli effetti che si sentono stando fermi all’interno di un campo gravitazionale oppure muovendosi di moto accelerato all’interno di uno spazio vuoto in cui non c’è gravità. È il famoso esempio dell’ascensore, all’interno del quale, se l’ascensore si muove verso l’alto con un’accelerazione, si ha la sensazione di essere attratti verso il basso, come succede stando fermi sulla superficie terrestre per effetto della gravità del pianeta.
Questa teoria dimostra che anche la luce, seppure formata da particelle di massa nulla (fotoni), risente della forza di gravità. La spiegazione di questo stupefacente fenomeno è dovuta al fatto che la gravità agisce sulla struttura geometrica dello spazio tempo, curvandolo in maniera sempre più profonda all’aumentare della massa sorgente del campo gravitazionale.
Per fare un analogia che ci permetta di visualizzare il fenomeno, consideriamo un oggetto appoggiato su di una membrana elastica. Essa si deforma tanto più profondamente tanto maggiore è il peso dell’oggetto, come mostrato in figura. Allo stesso modo lo spazio tempo si curva tanto più profondamente attorno ad un corpo di una certa massa, tanto più grande è la massa in esame.
Questo produce profonde modifiche sul comportamento dinamico dei corpi in quanto lo spazio tempo in cui essi sono immersi è geometricamente modificato dalla loro stessa presenza.
Questo concetto di mutua dipendenza tra geometria dello spazio-tempo e massa/energia della sorgente del campo gravitazionale è stato magistralmente espresso da John Archibald Wheeler (1911 – 2008), famoso fisico recentemente scomparso con le cui parole concludiamo:
“Lo spazio dice ai corpi come muoversi e i corpi dicono allo spazio come curvarsi”.
A questo punto siamo pronti per fare il salto e addentrarci con la nostra astronave nelle profondità dell’universo.
La prossima volta faremo tappa nei pressi di un buco nero, cercheremo di capire cosa sia, e scopriremo che attorno a questo strano oggetto succedono fenomeni del tutto inaspettati.
Ciao Ilia
“Questa teoria si basa su un postulato fondamentale secondo il quale nulla può muoversi ad una velocità superiore a quella della luce che ha un valore sempre costante di circa 300.000 km/s”
Mi era capitato di leggere, tanto tempo fa quindi ho ricordi anche abbastanza sbiaditi, che in realtà sarebbe possibile identificare degli elementi (correggimi i termini, sono un profano) che sarebbero in grado di superare la velocità della luce.
Ciò comporterebbe l’identificazione di una sorta di spartiacque determinato proprio dalla velocità della luce stessa: da una parte tutto ciò che non riesce ad andare oltre, superandola, e che al massimo può eguagliarla, dall’altra questi “elementi” che invece starebbero al di sopra di tale livello e non riuscirebbero a scendere al di sotto.
E, allora, non ero riuscito a capire se era una condizione prospettica (in funzione di una eventuale evoluzione della teoria) tale per cui si lasciavano aperte più porte ad ulteriori e potenziali scoperte in materia (quindi era solo situazione virtuale, al momento) oppure esistevano realmente ed erano eccezioni alla teoria di Einstein.
Un altro dubbio derivava dal fatto che comunque ogni elemento dotato di materia (o massa, continua a correggermi) non possa superare assolutamente tale livello di velocità, motivo per cui questi dovrebbero non avere massa?? A maggior ragione allora sarebbero virtuali, qualora anche esistessero?
Un’altra cosa: puoi mettere due righe per spiegare, SE POSSIBILE, altrimenti fa niente, il concetto di somma di due velocità?
Un’ultima cosa:
“Questo produce profonde modifiche sul comportamento dinamico dei corpi in quanto lo spazio tempo in cui essi sono immersi è geometricamente modificato dalla loro stessa presenza”
Qui ho qualche difficoltà a far combaciare il concetto col principio di inerzia. Sempre se fosse possibile con parole il meno scientifiche possibili avere un chiarimento…
Grazie e ciao
Caro Paolo, il tuo commento apre un vaso di pandora immenso e dal contenuto affascinante che non è assolutamente facile da trattare.
Magari nel prossimo futuro dedicherò un articolo della rubrica proprio alla questione della velocità della luce. Intanto per, ceracre di fornirti qualche chiarimento, ti posso dire che è come ricordi: la velocità della luce fa da spartiacque nella teoria. La materia che noi conosciamo può raggiungere al massimo la velocità della luce la quale è raggiunta veramente solo dalle particelle di luce (fotoni) che hanno massa zero mentre tutte le altre particelle per andare a questa velocità avrebbero bisogno di una energia infinita, quindi possono solo avvicinarvisi sempre di più aumentando l’energia loro fornita (è quello che succede all’interno degli acceleratori di particelle). Le particelle con velocità superiore a quella della luce, chiamate tachioni, sono al momento solo un’ipotesi teorica. La teoria non dice che non possano esistere ma dice che la loro massa, che non sarebbe zero, è un numero immaginario, cioè il suo quadrato sarebbe un numero negativo (!). La cosa è un po’ complessa perchè è connessa al principio di cusa ed effetto tra due eventi e al numero di dimensioni spaziali con cui descriviamo il mondo che ci circonda. I tachioni, se li vedessimo proverrebbero nella nostra realtà tridimensionale ma ci sembrerebbero arrivare dal futuro, o meglio da una regione dello spazio tempo causalmente sconnessa con la nostra. Passando ad un mondo a 4 dimensioni spaziali (iperspazio) per esempio, le cose cambiano prospettiva. Lo so, sembra fantascienza ed in realtà lo è perché stiamo parlando dei limiti di una teoria, cioè delle porte per un’evoluzione concettuale alla quale non siamo ancora completamente arrivati anche se i fisici ci lavorano da tanto tempo (teoria delle stringhe!). Non posso dilungarmi ulteriormente sull’argomento in questa sede ma ti posso consigliare un link dove trovi maggiori informazioni a riguardo scritte in maniera non troppo difficile: http://www.cosediscienza.it/spazio/02_tachioni.htm
Per quanto concerne la somma delle velocità, la teoria di Einstein, ampiamente verificata dagli esperimenti, ha dimostrato che quando abbiamo a che fare con velocità molto inferiori a quelle della luce, le velocità, in un moto relativo di un corpo rispetto ad un’altro, si sommano semplicemnete. Quando però le velocità in gioco si avvicinano a quella della luce, cioè non sono più trascurabili rispetto ad essa, la loro somma deve essere invece fatta con una trasformazione un po’ più complessa che impedisce al risultato finale di superare il valore della velocità della luce stessa. In altre parole, per fare un esempio, una particella di luce si allontana da un punto sempre con un valore della velocità di 300.000 km/s, indipendentemente che tale punto si muova nella direzione della particella di luce, o in verso opposto, oppure rimanga fermo. E’ uno delle grandi novità di Einstein che generalizzo la cinematica all’epoca descritta dalle leggi scoperte da Galilei con nuove e più complesse relazioni. All’interno di queste relazioni vi è un rapporto v/c (cioè velocità del punto in questione fratto velocità della luce) che, quando è molto piccolo come nella nostra realtà quotidiana, diventa non sperimentabile e le velocità si sommano semplicemente come ci ha insegnato Galielo.
Riguardo all’ultimo punto che hai sollevato, cerca di visualizzarti bene l’esempio descritto nel testo: una membrana elastica deformata da un peso appoggiato. Immagina la membrana come la struttura dello spazio-tempo ed il peso come la massa sorgente del campo gravitazionale. In questa analogia puoi vedere che, più vicino sei al centro e più profonda è la deformazione, la curvatura cioè, prodotta dalla gravità. Questa avrà naturalmente un effetto sulla dinamica di quello che accadrà in questa regione dello spazio-tempo, che è differente rispetto ad uno spazio vuoto dove lo spazio-tempo è piatto.
Spero di averti aiutato a comprendere meglio. Hai fatto domande puntuali e stringenti che toccano elementi non facili della teoria e che richiedono un po’ di riflessione per essere digeriti. Io ci provo a semplificare scrivendo gli articoli ma non è semplice quando si ha a che fare con argomenti che esulano dalla nostra esperienza quotidiana.
Grazie dei commenti, spero di trovarti ancora su questa rubrica.
🙂
TACHIONIIIII, la “parolina magica”. Oh, non c’era verso di farmela tornare alla memoria.
Ok ho letto tutto, poi vedrò con calma anche il link che hai mandato. Un paio di spunti, se permetti:
“Lo so, sembra fantascienza ed in realtà lo è perché stiamo parlando dei limiti di una teoria, cioè delle porte per un’evoluzione concettuale alla quale non siamo ancora completamente arrivati anche se i fisici ci lavorano da tanto tempo.”
Due concetti personali (lungi da me l’idea di dare qualsiasi spiegazione scientifica):
1- se non credessi ad una realtà a più dimensioni mi sarei già suicidato, giusto per dire. Io odio non potermi spiegare fenomeni: o c’è spiegazione razionale (e la cerco per mare e per monti fino a che non la trovo o fino a che schiatto) o posso solo pensare che, qualora non riesca a spiegarla, il mondo sia fatto di più mondi, o dimensioni, o stratificazioni spirituali o…. quello che vuoi, ma, per l’amor del cielo, qualcosa deve esserci. Quindi a me non sembra fantascienza pur non avendo un approccio alla materia tipicamente scientifico come il tuo.
2- se non erro lo stesso Einstein ha lavorato su basi preesistenti cambiandole e “ammodernandole” dopo un paio di migliaia di anni (mica pizza e fichi), dunque … perché dubitare di una nuova evoluzione dell’evoluzione stessa?
“quando abbiamo a che fare con velocità molto inferiori a quelle della luce, le velocità, in un moto relativo di un corpo rispetto ad un’altro, si sommano semplicemnete. Quando però le velocità in gioco si avvicinano a quella della luce, cioè non sono più trascurabili rispetto ad essa, la loro somma deve essere invece fatta con una trasformazione un po’ più complessa che impedisce, al risultato finale di superare il valore della velovità della luce stessa.”
Quindi la velocità massima è la velocità della luce: due velocità di 299000 sommate daranno sempre 300000. E’ qui che sbattevo la testa confrontando la teoria coi tachioni!! Dura la vita.
“una membrana elastica deformata da un peso appoggiato”
Qui faccio fatica e ripiglio quanto detto da te nell’articolo precedente:
“Questa teoria dimostra che anche la luce, seppure formata da particelle di massa nulla (fotoni), risente della forza di gravità. La spiegazione di questo stupefacente fenomeno è dovuta al fatto che la gravità agisce sulla struttura geometrica dello spazio tempo, curvandolo in maniera sempre più profonda all’aumentare della massa sorgente del campo gravitazionale.”
Quindi (e qui mi uscirà una cazzata immane, chiedo venia sin da ora!!) la luce non avanza secondo un moto rettilineo uniforme ma si sviluppa in una sorta di moto che piega lo spazio-tempo per utilizzare la via più breve, dunque più diretta, per arrivare a “destinazione”? Per favore, non me lo fare ripetere, non so se mai riuscirò nemmeno a capire più quello che ho appena scritto!!
“Spero di averti aiutato a comprendere meglio…. Io ci provo a semplificare scrivendo gli articoli ma non è semplice quando si ha a che fare con argoemnti che esulano dalla nostra esperienza quotidiana.”
Aiutato sicuro; la semplicità nello scrivere deve essere aiutata anche dalla predisposizione a comprendere. Non essendo ferrato in materia è molto più facile che sia io a non comprendere un concetto elementare spiegato semplicemente che non tu ad averlo spiegato in modo criptico.
Grazie dei commenti, spero di trovarti ancora su questa rubrica
Su questo non ci piove. Ma non so se per te sarà un bene! Eheh
TENKIU
Ciao Paolo, penso di poter dire dalle tue considerazioni che hai capito le mie spiegazioni.
Dici giusto quando affermi che la luce percorre sempre il cammino più breve, che in uno spazio curvato dlla gravità è una linea curva e non retta, e quindi l’effeto risultante che si misura e un’attrazione gravitazionale sulla luce.
Il fatto che certe considerazioni siano al limite della teoria e sconfinino nella fantascienza non vuol dire che non siano interessanti e che molti scienziati non le prendano inconsiderazione, anche se poi quelli che vanno in televisione sono spesso i più conservatori.
Semplicemente non si vuole scadere in una forma di “new age scientifica” dando credito ogni possibile stravaganza.
Un vero ricercatore deve essere anche un socratico, cioè saper di trovarsi sempre di fronte ad un mare di verità insondata, per riprendere le parole di Newton, e quindi con pazienza e dedizione continuare ad interrogare la natura e ad interrogarsi all’interno.
Grazie per gli stimoli. A presto. 🙂
A te
alla prossima
➡
Salve Dott.ssa Ilia Musco, vorrei tanto che mi spiegasse con parole semplici il motivo e in che modo il Tempo è influenzato dallo Spazio. Cordialmente, Carmine.
Non so se il Dott. Musco (Ilia è un nome maschile) vorrà rispondere. Intanto ci provo io: in parole semplici non è possibile spiegarlo. Quello che si può dire in parole semplici è che tempo e spazio sono legati da leggi complesse ma nessuno dei due influenza l’altro. In entrambi i casi, semmai, è la nostra percezione a cambiare. Il modo e il motivo per cui questa percezione cambia non sono spiegabili con parole semplici, almeno io non ci riuscirei.
Ciao Ilia! Complimenti per la rubrica. Iniziare dalle basi di questa
materia per poi affrontare temi più complessi mi sembra la cosa migliore.
Raggiungere la velocità di fuga per emanciparsi dalle leggi
terrestri mi sembra molto attinente con il lavoro di un ricercatore 😉
Ciao Sandro, grazie del commento. Come tu dici, ogni superamento del limite è la base per un vero ricercatore, in qualunque campo egli si muova, materiale o interiore.
Come mi disse una persona a me cara diversi anni fa, ciò che si ottiene all’esterno si riflette all’interno e viceversa.
😉
Conosco gli argomenti trattati, quindi mi sento di lodarti per l’ottimo approccio “noob friendly” che stai dando agli articoli.
Grazie tante per l’apprezzamento. Anche se non sembra quando si legge il prodotto finito, scrivere questi articoli è un lavoro che richiede ogni volta alcune ore di sudore e combattimento con se stessi per cercare la quadra tra sintesi, comprensibilità e rigore scientifico.
Spero che anche i prossimi siano di tuo gradimento.
Alla prossima! 😉
Già. Se dovessi fare la stessa cosa io, mi perderei subito, ne sono certo, incerto ad ogni riga sullo stare riuscendo o meno a rendere i concetti comprensibili senza svilire la materia.
L’unica cosa che riesco a fare su questi argomenti è scherzare: http://satirasciusciesca.blogspot.com/2009/08/ingegnerate-lezioni-di-fisica.html (scusa Franz per la spammata ).
Sei il benvenuto! 🙂 🙂 🙂
Bell’articolo , pensa Franz che l’ho capito pure io che sono un troglodita !
Continuate così bravissimi
Io mi chiedo leggendo la Tua rubrica pubblicata: a che velocità và la luce assorbita da un buco nero?
Beccati questa, Ilia! 😆 😆 😆
Next time, se non ho capito male
8)
La luce viaggia nel vuoto sempre a 300.000 km/s, in qualunque, situazione, e quindi a tale velocità viene catturata da un buco nero.
Allinterno di un mezzo materiale, come l’acqua o il vetro, la luce interagisce con la materia e quindi viaggerà ad una velocità diversa, inferiore a 300.000 km/s.
Scusa Ilia ma come al solito, dall’alto della mia ignoranza, fatico a capire ogni cosa:
se la luce viene “catturata” dal buco nero, significa che la forza gravitazionale dello stesso è in grado di annullare la forza che la luce possiede grazie alla sua velocità? Se si allora la luce si esaurisce una volta catturata? E in tal caso, si esaurisce perchè la sua velocità in quelle condizioni diventa infinita e dunque non più percepibile o perchè si forma un’azione-reazione uguale e contraria tra forza di gravità del buco nero e velocità della luce contraria alla gravità??
Avrò fatto confusione sicuramente ma fatico a trovare una soluzione che, per te, arà fin troppo semplice, immagino.
😯
Ciao Paolo.
La luce è un’onda elettromagnetica che, in quanto tale ha massa nulla (cioè uguale a zero) e si propaga sempre e comunque ad una velocità di 300.000 km/s nel vuoto.
Se la luce viene totalmente assorbita da un corpo, come per esempio un buco nero, essa non si propaga più e la sua energia interagisce con il materiale. Nel caso del buco nero ne aumenta semplicemnete la sua massa. In altri casi invece, come avviene per esempio nella nostra realtà quotidiana, produce un’interazione che scalda il corpo eccitando lo stato delle molecole che lo compongono.
Un saluto.
ciao Ilia: non vedo l’ora che scrivi della teoria delle stringhe e le quattro forze…
😀 😀 😀
Povero me! Guarda in che cosa mi sono impelagato… 😕
In un bel casino si Ilia! In effetti…
Poi questo tipo di argomenti scatena sempre le domande più strane.
Io vorrei sapere qualcosa di più a proposito della massa mancante (o materia oscura). Spero tu possa scriverne in uno dei prossimi post.
Poi c’è una cosa che non ho mai capito: alla velocità della luce che succede alla variabile tempo?
Buona notte e sogni d’oro 🙄
Ho capito, questa è una congiura. Vi siete messi d’accordo per non darmi tregua. Franz, ti prego fai qualcosa! 🙁
Ma non hai il marito astronomo a cui fare queste domande imbarazzanti? 😯
Si, vero, ma come tutti gli scienziati un po’ snob non ama la divulgazione…
E poi, Ilia, il fatto di aver mosso la nostra curiosità ti fa onore… altro che congiura 🙂
Se vuoi ti faccio qualche domanda anche io… ne ho giusto tre o quattro che mi “prudono”.
🙂
Ciao Valeria.
Per quanto riguarda la materia oscura è sicuramente un’argomento in cantiere per il futuro ma non ho idea quando.
Per quanto riguarda la variabile temporale non sucede niente! Forse tu ti riferisci a come varia la misura del tempo. Per un osservatore solidale con il fenomeno osservato il tempo scorre sempre allo stesso modo, ma per un osservatore che osserva il fenomeno da lontano, esso può sembrare evolvere nel tempo in maniera diversa rispetto all’osservatore solidale: gli intervalli di tempo si dilatano, per esempio, quando si osserva da lontano un oggetto che sia avvicina sempre di più ad un buco nero, fino ad una dilatazione infinita quando l’oggetto entra nel buco nero. E’ un effetto di relatività appunto. Per l’osservatore che entra nel buco nero non succede nulla, a parte l’enorme pressione della gravità, il tempo scorre sempre allo stesso modo. Il fenomeno in se quindi non cambia, ma cambia la percezione che si ha di esso a seconda del sistema di rferimento, cioè del punto di vista dell’osservatore.
Spero di averti soddisfatto! 8)
Si questo è quanto accadrebbe, se io ho ben capito, a velocità relativistiche (cioè prossime a c).
In questa condizione un orologio in moto visto da un osservatore fermo apparirebbe rallentare il proprio ritmo.
Ma se io potessi misurare la variazione del tempo di un fotone che viaggia ALLA velocità della luce che cosa misurerei?
A sua discolpa, devo dire che mio marito non è un teorico e pertanto non si occupa di relatività. E così io sono rimasta con la curiosità 🙂 .
Girovagando in internet ho trovato le risposte più assurde tipo questa:
“Avvicinandosi alla velocità della luce il tempo si dilata, ma nello stesso tempo lo spazio si contrae, quindi alla velocità della luce il tempo si ferma e l’universo si riduce ad un singolo punto”.
E’ veramente così?
…di ‘forza di gravità’ non ha capito un tubo ne Newton tantomeno Einstein e neanche voi che tanto bene ripetete a pappagallo teorie che non hanno mai ricevuto alcuna conferma o riscontro oggettivo o minimamente scientifico… non c’è in tutto l’universo una sola prova che confermi la di Newton ‘gravitazione’.… i corpi non si attraggono per natura… la forza di gravità è data dalla rotazione sull’asse della terra che attira e centripeta i gas rarefatti presenti nello spazio creando così un’atmosfera tutt’intorno a se stessa dove si instaurano delle condizioni di equilibrio forzato…
ciaodino
Sono sbalordito!!! :wow:
… sono il più grande esperto di gravità esistente sull’intero pianeta… se non altro perche sono il solo a sapere delle sue origini… la scienza ufficiale la disintegro con la ragione di chi conosce la verità nello specifico della gravita… potrei in un anno vincere la fame nel mondo, basterebbe soltanto che mi si ascolti senza quella puzza sotto il naso di chi pretende di ridurre la scienza ad una fede.… la scienza non è una religione per credere pretendo le prove non mi bastano le chiacchiere… non c’è volontà politica la conoscenza della gravità ci porterebbe a dei cambiamenti che i padroni del mondo non vorrebbero innescare per non perdere le redini nel sistema.… ciaodino
:drunk:
@ Ilia,
scusa ma dove hai letto che Amstrong faceva salti fino a 120 metri sulla luna… puoi farci vedere qualche link a riguardo sono molto curioso di questa notizia da te riportata.… ciaodino
armstrong non e’ mai stato sulla luna…son cazzate,nn vedrai mai salti di 120 metri perche’ il set era piu’ piccolo.
piuttosto sarebbe interessante sapere come mai esiste una sola foto dell’apollo 15 dell’ oggetto “alieno” identificato poi da quel video del’ ex autroinauta russo del segreto apollo 20.collaborazione russia-usa.
mi piacerebber vedere con una sonda la foto da vicino di quell’oggetto…e’ innegabile che ci sia …dalla foto si nota una forma strana…cosa costa farci passare una sonda e fare qualche foto …e’ sul dark side of the moon percui niente telescopi,ma le sonde e gli shuttle possono arrivarci .intanto vediamo la foto e se e’ vero dato che quel filmato dello pseudo astronauta sembrava in parte fake o tutto forse…ma la foto di apollo 15 esiste pero’.
senza contare che la foto di apollo 15 e’ vecchissima e fatta dall’alto ‚il cratere ‚comecazzsichiama,si vede ma non bene,la risoluzione dell’epoca era quella delle fotocamere a rullino.niente diigitale,lo zoom si,ma o non se ne sono accorti,oppure ci fan vedere solo quella foto.
che sia vero o no il video dell’ex membro apollo20,o che sia esistita apollo20 ‚cosi’ come descritta nel video,non e’ rilervante…ma l’oggetto appoggiato nel cratere,simmetrico e in contrasto con la forma del paesaggio e’ inquietante…potrebbero e’ssere i veri adamo e eva se fosse davvero un astronave.
ps.s sono daccordissimo con chi ha scritto che la forza di grvita’ il il segreto dell’universo…o perlomeno la chiave x controllare molte cose.
non lqa studiano o non riescono a venirne a capo perche’ sono caproni,prima o poi nascera’ 1 altro einstein.