Ma voi un’esplosione nucleare l’avete mai vista?

Oggi qua­si nes­su­no ricor­da la pau­ra nuclea­re. Gli anni del­la guer­ra fred­da, quan­do il rischio di con­flit­to ato­mi­co era altis­si­mo sono per la mag­gior par­te del­le per­so­ne un ricor­do sbiadito.

Que­sto è un pro­ble­ma, per­chè ci sono pae­si il cui rispet­to per la vita uma­na occi­den­ta­le (e non solo) è pari a zero e che si stan­no dan­do un gran daf­fa­re per costruir­si la loro bom­ba nuclea­re fat­ta in casa.

L’I­ran, tan­to per fare un esem­pio, sta trat­tan­do con gli Sta­ti Uni­ti per poter costrui­re i pro­pri impian­ti di fer­ti­liz­za­zio­ne nuclea­re. E voi sape­te cosa vuol dire nuclea­re, vero?

In caso con­tra­rio, qui sot­to ave­te una “com­pi­la­tion” par­ti­co­la­re; sono ripre­se auten­ti­che di auten­ti­che esplo­sio­ni di bom­be ato­mi­che e all’i­dro­ge­no. Par­lia­mo degli anni dal 1952 alla fine degli anni 70.

I colo­ri, le con­for­ma­zio­ni mostruo­se, le super­fi­ci di pla­sma che si vedo­no… sono tut­te vere. E, cre­do, tan­to ter­ri­bi­li quan­to sembrano.

Guar­da­te­ve­li tut­ti… e poi dite­mi che sie­te anco­ra tran­quil­li, pen­san­do ad un ter­ro­ri­sta con uno di que­sti gin­gil­li tra le mani…

Se il plu­gin des­se i nume­ri, que­sti sono gli altri quat­tro fil­ma­ti che vole­vo proporre:

La pri­ma bom­ba ter­mo­nu­clea­re inglese

“Tsar” 50 mega­ton russi

La pri­ma bom­ba ter­mo­nu­clea­re cinese

Una bom­ba ter­mo­nu­clea­re americana





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Guillermo

Io non vor­rei sem­bra­re fata­li­sta o fare il dram­ma­ti­co, però sono rea­li­sta, e le cose in que­sto sen­so non mi piac­cio­no affat­to. Per­so­nal­men­te sono mol­to pre­oc­cu­pa­to, e sin­ce­ra­men­te non cre­do ormai che la diplo­ma­zia pos­sa fare un gran­chè; secon­do me i gio­chi a que­sto pun­to son fat­ti. Pren­den­do spun­to dal­l’e­sem­pio di Franz riguar­do l’I­ran basta sol­tan­to, e no solo quel­lo che dice, guar­da­re il viso ‘buio’ di uomi­ni come que­sto per capi­re che non ci atten­de nul­la di buono…
L’u­ni­ca cosa che potreb­be cam­bia­re que­sto sta­to di cose è pra­ti­ca­men­te un mira­co­lo e cioè un cam­bia­men­to dal­l’in­ter­no nel­la coscien­za di que­sti uomi­ni, di tut­ti gli uomi­ni; la nasci­ta di una nuo­va con­sa­pe­vo­lez­za che por­ti ad uno sta­to d’u­ni­tà… Sin­ce­ra­men­te non vedo altra solu­zio­ne al pro­ble­ma del­le guer­re e dei con­flit­ti in tut­ti i sen­si (inter­ni ed esterni)…
Comun­que que­sta con­sa­pe­vo­lez­za, se vole­te come lato posi­ti­vo del­la cosa, mi spin­ge a vive­re anco­ra con più coscien­za e presenza…
Un salu­to, Guillermo.