Occhio al fattore acqua – By Giuseppe

Anche questo post stavo per intitolarlo diversamente, cioé: “Occhio al problema acqua”.
Ma l’acqua non è ancora un problema serio, non per noi occidentali, non per ora almeno. Ma potrebbe diventarlo prima di quanto immaginiamo perché a dirla tutta ci stiamo impegnando piuttosto seriamente per fare precipitare la situazione.
Trovo buffo accingermi a scrivere sulla scarsità dell’acqua proprio dopo una notte di abbondante pioggia. Esco di prima mattina che è ancora buio, per fare colazione, pensando all’acqua. Mi guardo intorno…acqua dappertutto: in cielo e in terra.
E penso a come siamo stati capaci, in due secoli di industrializzazione irresponsabile, di fare diventare l’acqua un problema (pensiamo solo che per lavorare 1 kg di alluminio occorrono ben 100.000 litri di acqua e 15.000 lt per i kg di manzo).
In questa cattiva “gestione” dell’acqua ci siamo dentro anche noi, abitanti di un meraviglioso territorio, l’Italia, che “ha acqua da tutte le parti”. Proprio noi ci permettiamo il lusso di sprecare per perdite di condutture il 30% della disponibilità pro capite di acqua potabile.
Pensando a questo entro nel bar proprio mentre una persona sta imprecando contro la pioggia. Io gentilmente gli faccio notare che la pioggia è una benedizione: “Pensa alla gente dell’Africa che non ne ha”, gli dico. “Già, è vero!” risponde distrattamente…e comincia a parlare di calcio.
L’acqua nel mondo
Tutti sappiamo bene che l’acqua, sul nostro pianeta, è presente in quantità stratosferiche: si stimano ben millequattrocentomiliardi di metri cubi (1.400.000.000.000), metro più, metro meno.
Ma quella che interessa maggiormente a noi, in questa sede, è solo una parte infinitesimale di questa quantità (9.000-12.000 km cubi), quella cioè veramente utilizzabile, l’acqua dolce, potabile, bevibile, usabile per cucinare, per irrigare i campi e nelle industrie alimentari, eccetera.
L”acqua nelle sue tre forme: solida, liquida e gassosa, rappresenta l’idrosfera.
Questa ha un interscambio costante con l’atmosfera attraverso i fenomeni dell’evaporazione e della condensazione.
L’insieme di questi fenomeni viene detto: “Il ciclo dell’acqua”.
Acqua dolce nel mondo
E’ proprio grazie al Ciclo dell’acqua che in milioni di anni si sono formate riserve naturali, utili al fabbisogno umano.
Queste riserve di acqua dolce adatta come “nutrimento”, che ci è fornita da sorgenti, falde acquifere, pozzi, fiumi e laghi, non sono facilmente rifornite di nuove acque “donate” da piogge generose.
Inoltre l’acqua dolce non è distribuita equamente sul pianeta. Vi sono zone del pianeta dove l’acqua abbonda (grazie a copiose precipitazioni piovose) come le Isole del Pacifico, Cherrapunji in India, Indonesia, ed altre zone.
Ma vi sono anche immensi territori dove l’acqua è quasi assente (Sahara e deserti in genere) o comunque molto scarsa, come in tutta l’Africa e buona parte dell’Asia e del Medio Oriente.
Il fabbisogno procapite di acqua dolce
Si stima che il fabbisogno adeguato pro capite di acqua dolce sia di 1.700 metri cubi all’anno per persona. In base a questi dati il territorio dove si vive dovrebbe avere la capacità necessaria al fabbisogno di chi lo abita, ma non sempre è così.
Inoltre, se sotto i 1.700 metri cubi di acqua per persona all’anno si ha scarsità, se si scende sotto i 1.000 si ha una vera e propria carenza d’acqua e sotto i 500 la cosa si fa seria.
Escludendo quei territori di per sé aridi, purtroppo anche in zone che abbondano di risorse idriche e di acqua piovana c’è l’incombente “rischio” di insufficienza di acqua dolce potabile. Ne sono vittima addirittura gli States. Infatti nel sud-ovest degli Stati Uniti (Texas, eccetera) vi è una forte emergenza idrica.
Il nord-ovest dell’India sta affrontando una grave crisi. Mentre in Cina ben 500 miliardi di persone che vivono in zone rurali non hanno accesso all’acqua potabile (e pensare che vi è addirittura il 20% di spreco a livello nazionale, sempre per condutture rotte).
Mentre scrivo queste cose penso alle missioni spaziali (casomai per cercare proprio l’acqua) e alle spese per armamenti (solo per dirne alcune), che follia!
Vogliamo ora dare un’occhiata ad alcune disponibilità medie di acqua pro capite in qualche posto del mondo?
Svizzera (il più florido bacino idrico d’Europa) – 6.520 m cubi a persona
Algeria – sotto i 500
Arabia Saudita – 160
Israele – 1.080
Italia – 2.700 (di cui 700 vanno dispersi)
Stati Uniti – 1.800
Gran Bretagna – 300
Cina – 700
Questi sono solo alcuni dati attuali, più o meno precisi, ma le previsioni di disponibilità d’acqua per il 2025 sono ancora più allarmanti.
Già da molto si è lanciato l’allarme su questo tema. I più catastrofici prevedono che fra non molto le guerre non si faranno più per il petrolio, ma per l’acqua.
Con queste cifre forse sarà più chiaro capire perché l’acqua è stata definita “L’oro blu”. Infatti, in barba all’apparente “benessere” dell’epoca attuale i 2/3 del mondo (cioè tutto il Sud America, Africa e buona parte dell’Asia versa in condizioni disastrose (e stiamo considerando solo il punto di vista idrico).
Ma la cosa non riguarda solo i Paesi del Terzo mondo, anche nei cosiddetti “paesi ricchi” una forte percentuale della popolazione, come ho accennato, non versa in “buone acque”.
Come abbiamo visto, in pratica tutti i paesi africani vivono sotto la soglia di un adeguato fabbisogno annuo pro capite di acqua dolce. Ciò vuol dire che se non saranno aiutati in questo senso (e non sto dicendo una cosa nuova) aumenteranno a dismisura l’emigrazione (indovinate verso dove?) e i conflitti per “l’oro blu”.
Non solo la quantità d’acqua alla quale si ha accesso, ma la qualità. A parte lo stoccaggio e la distribuzione, c’è anche il problema della qualità. Se l’inquinamento atmosferico farà piovere acqua non pulita, se le falde si inquinano, se nei fiumi ci vanno gli scarichi, sarà sempre più difficile procurarsi acqua pulita. E’ un ciclo e se cominci a sporcare parti di questo ciclo potrebbe influenzare tutto il sistema.
Grazie Francesco, hai anticipato quello che sarà il prossimo tema sull’acqua. 😉