Arriva la superpatata OGM. Zaia contro tutti.

Al di là delle facili battute… la vicenda è semplice: la BASF ha brevettato una patata che produce un amido più facilmente utilizzabile nella produzione della carta.

Per farlo ha preso una patata normale e ne ha alterato il codice genetico in modo che producesse un amido diverso, ma soprattutto diventasse resistente a due antibiotici di tutto rispetto, la Neomicina e la Kanamicina.

La BASF ha comunicato di voler usare questa patata per la produzione industriale, destinandone gli scarti all’alimentazione animale e chiedendo contemporaneamente di poter “sforare” dai limiti di contaminazione consentiti.

Non ci vuole un genio per capire che, se dai da mangiare agli animali alimenti contaminati da materiale genetico che li rende resistenti agli antibiotici , non è poi così improbabile che questa resistenza si trasferisca ad essi e poscia agli uomini che se li mangiano.

Neomicina e Kanamicina sono classificati come antibiotici critici per la cura dell’essere umano. Questo significa che se un uomo è resistente a questi antibiotici è molto dura riuscire a curarlo in caso di necessità.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato in un tutto questo.

La BASF è un’azienda che ha iniziato la sua fortuna nella produzione di materiali plastici e supporti magnetici. E’ una multinazionale, d’accordo ma… consideriamo semplicemente la frase:

La BASF brevetta una patata alterata geneticamente per produrre più carta ed essere resistente a due antibiotici indispensabili

Ma vi rendete conto di quale assurdità rappresenti questa frase?

Capisco l’assuefazione alla semantica, la dipendenza da imbecillità… ma qui si esagera! Non stiamo parlando di neologismi dovuti a necessità linguistiche per rappresentare realtà finora non manifesta.

Stiamo parlando di normale linguaggio per descrivere tre  concetti uno più assurdo dell’altro.

Il primo:

La BASF brevetta una patata.

Qui l’unico che può vantare il brevetto sulla patata dovrebbe essere il padreterno, anche se Adamo magari ce l’ha ancora su con lui per quella vecchia storia di mele e foglie di fico. Comunque non di certo un’azienda che produce materiali plastici.

Il secondo:

Una patata geneticamente modificata.

Il codice genetico di una patata, per quanto semplice, quando viene alterato da’ comunque luogo ad un essere vivente che non è più “conforme” a come era inteso che fosse. E’ inutile che ci vengano a raccontare che è un’operazione innocua e sicura. Soprattutto dopo aver detto la stessa cosa per un certo vaccino spacciato per indispensabile.

Il terzo:

Una patata resistente agli antibiotici che verrebbe in parte utilizzata per l’alimentazione degli animali da macello

E qui non credo ci sia bisogno di sottolineare l’assurdità stessa del concetto che prevede la contaminazione completa della catena alimentare umana.

Per una qualche grazia, pare che il Ministro Zaia si sia opposto alla cosa e in qualche modo cerchi di vietare l’ingresso di questa patata anche in Italia. Contro il parere di mezzo governo e dello stesso Presidente del Consiglio che, come non ha mai mancato di far notare, se potesse farebbe entrare gli OGM in Italia senza battere ciglio.

Tuttavia, molto probabilmente, il fatto che l’Italia si opponga alla coltivazione della patata BASF non sarà di grande utilità, prima di tutto perchè non siamo nella maggioranza e il nostro voto conta quanto un cavolo (OGM) a merenda.

Ma soprattutto perchè se anche noi chiudessimo la frontiera a questo ennesimo colpo dell’industria OGM, ci troveremmo comunque in casa, prima o poi, carni o altri alimenti provenienti da quei paesi che invece la schifopatata la coltivano e alla grande.

Quindi, per concludere, come al solito l’abbiamo preso nel culo.




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16 Commenti
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Sciuscia

Che palle!

salvo

sciuscia la pensa come me\\\ mi riferivo alle palle della ragaza in alto a sinistra||| :swim: :swim:

Luna

Andiamo bene. Ma ste povere bestie devono per forza mangiare gli scarti della nostra industria, non facciamo loro già abbastanza del male? Prima ci guadagnamo la loro fiducia dando loro da mangiare e rendendole mansuete, poi le tradiamo e le mandiamo a morire. Non ci basta?
Come? Ah, scusate, dimenticavo… tanto sono solo bistecche che camminano.

Ma poi, perchè vogliono fare la super – patata più resistente proprio a quei due tipi di antibiotico? Personalmente, la cosa mi puzza.

un certo marco

Buone notizie! (?)

“La BASF brevetta una patata alterata geneticamente per produrre più carta ed essere resistente a due antibiotici indispensabili”.

Si, la BASF, multinazionale, famosa, importante, ci si può fidare!
In fin dei conti ci modifica solo la patata (quella commestibile…) quindi, nulla di male: è una patata! E poi ci produciamo la carta, che male fa la carta. E poi una patata che resiste agli antibiotici: bene, così non serve più usare gli antibiotici! (Per la patata??? Gli antibiotici? La peronospora e la dorifora della patata non si curano con gli antibiotici)

Le notizie cattive non ce le diranno mai!

Copincollo dal sito http://www.sudamerica.it

“Le prime patate diploidi, seminate inizialmente nel sud del Perù, si propagarono verso il nord e il sud del Sudamerica. A partire da quelle e con l’apporto di geni di altre specie silvestri, si originarono le patate coltivate tetraploidi (2n=4x=48) che oggi conosciamo come varietà della sottospecie indigena che i gruppi umani trasportarono verso altre regioni del Sudamerica dove nuove forze evolutive e differenti intensità di selezione diedero origine alle patate coltivate tetraploidi proprie di Colombia, Ecuador, Bolivia, Argentina e sud del Cile che, in quei tempi, i conquistatori spagnoli trovarono come uno dei principali alimenti della popolazione.”

Curiosità: l’uomo ha 46 cromosomi, 2 in meno della patata

padella

Leggo delle cose…

Ragazzi, ma siete seri?

Primo: in che modo – mangiando qualcosa – ne assumo il codice genetico ?????????

Secondo: il fatto che essa sia stata modificata con geni che conferiscono resistenza ad antibiotici come può interessare DIRETTAMENTE l’ uomo? Riprendo il discorso “[…] Neomicina e Kanamicina sono classificati come antibiotici critici per la cura dell’essere umano. Questo significa che se un uomo è resistente a questi antibiotici è molto dura riuscire a curarlo in caso di necessità. […]”. Vi rendete conto che la frase non ha senso?
Gli antibiotici agiscono contro i BATTERI, non contro l’ uomo. Conoscete il concetto di resistenza, vero? Vuol dire che la medicina non ha più effetto e nel caso specifico degli antibiotici si attua quando il battero e NON l’ uomo è diventato immune ad essa.

Terzo: il tubero in questione è destinato alla produzione di carta, non al consumo. Ergo, preoccupazioni superflue.

saluti

padella

ok, sul fatto della pericolosità per l’ uomo in maniera diretta e cioè che l’ uomo potesse diventare esso stesso resistente direi che abbiamo chiarito.. scusa il tono, ma mi era sembrata veramente troppo grossa.
E infatti i 3 punti della “smentita” erano solo per quello.

Il trasferimento genetico ai batteri è senz’ altro possibile.. i batteri ne sanno parecchie su come insediarsi e permanere in un luogo. Trasposoni, plasmidi, ecc..

Considera una cosa, però: le mutazioni che selezionano batteri resistenti, per esempio durante una terapia antibiotica fatta male, sono molto esose in termini di efficienza energetica. E il batterio è uno che si fa sempre i conti in tasca.
Esperimenti hanno dimostrato che se impiantiamo colonie di batteri resistenti in cavie e non le trattiamo con medicine, dopo poche generazioni i ceppi resistenti spariscono, proprio perché – in assenza dell’ antagonista – mantenere l’ apparato di resistenza costa una spesa energetica che li vede in svantaggio rispetto a quelli comuni. Che quindi li soppiantano.

Dunque anche se la patata contiene tali geni e questi dovessero essere passati ai batteri, quest’ ultimi farebbero in fretta a toglierseli dai piedi in assenza di stimoli. Personalmente non vedo il razionale di dare antibiotici (per l’ uomo!!) ad una pianta.

padella

mettiamola così. Anch’ io non capisco bene il motivo che ha spinto a “potenziare” le capacità produttive di amido di una pianta tramite un gene che conferisce antibiotico-resistenza… per la serie: ma un altro modo non c’ era?

Solo che, contrariamente alla filosoofia “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, di cui sono normalmente un buon esponente, questa volta – valutata la questione – non mi sento di pormi il problema più di tanto per le ragioni che ho detto prima (e nemmeno leggendo le tue spiegazioni, mi spiace ^^).

Questa volta il complotto (vero o falso che sia) non mi ha irretito..

padella
Reply to  padella

la ragione di base che mi spinge a pensarla così è che, se dobbiamo proprio preoccuparci dello sviluppo di resistenza agli antibiotici (problema enorme e, ritengo, non risolvibile), prima di condannare la povera patata che POTREBBE trasmettere QUEL gene ad un batterio PATOGENO nei nostri confronti, ci sarebbe il vastissimo e micidiale parco degli allevamenti golbali in cui il bestiame è IMBOTTITO di antibiotici per necessità commerciali…. e quello sì che promuove le resistenze!!

Ci siamo capiti? Può anche essere un problema, questa patata, ma prima di dare la colpa a lei c’ è una lunga lista nera di veri responsabili da condannare.

padella

ultima cosa: kanamicina e neomicina, per via del loro basso indice terapeutico e delle complicanze anche gravi, non sono antibiotici di prima scelta.
A maggior ragione un ipotetico batterio resistente dovrebbe prima fare i conti con la terapia classica e sarebbe oltremodo costretto a liberarsi dei geni superflui per tentare di sopravvivere

padella

grazie, anche a te! 😉