Tracce di Profumo. Partenza – By Valeria
Quando è imminente una partenza tutto si “assottiglia”. O almeno io sento così.
Prendiamo le distanze da ciò che ci circonda e che, per un po’ di tempo (lungo o breve), ci era divenuto familiare. Iniziamo dunque a interporre una barriera protettiva fra noi e l’ambiente che stiamo per lasciarci alle spalle.
I momenti che precedono il commiato hanno così il sapore della pausa, vengono percepiti (a volte anche dolorosamente) come una sorta di sospensione fra l’attimo presente e quello che si trova nel nostro immediato futuro.
Può succedere allora che molti dettagli che ancora non avevamo notato diventino improvvisamente evidenti eppure, in qualche misura, irrilevanti.
Ce ne stiamo separando e questo ce li fa osservare forse per la prima volta e pur tuttavia con un certo distacco.
Si potrebbe desiderare di rimuovere quell’improvviso senso di “mancanza” ma è difficile.
Infatti, il momento che precede un commiato è uno dei pochi durante i quali barare con se stessi, evitare di ascoltarsi, può diventare un’impresa davvero ardua.
Accade alla fine di una vacanza, a volte anche sul finire di una sola giornata trascorsa in luoghi dove siamo stati particolarmente bene. Accade quando una persona a noi cara parte. Accade quando avvertiamo emotivamente una separazione come definitiva.
Ci sono rari momenti durante la nostra esistenza in cui accade e basta. Semplicemente nella nostra mente.
Non dobbiamo andare da nessuna parte, non è in procinto un addio, eppure percepiamo quella stessa “qualità emotiva”.
Restiamo in ascolto del contesto in cui siamo calati in assorto silenzio e, in fondo al cuore, sentiamo quel mondo non appartenerci più.
Normalmente non si dà ascolto a queste percezioni; e tuttavia molto spesso potrebbero rivelare una precisa, intima aspirazione al mutamento, una spinta ad un cambiamento radicale.
Si trattasse anche “solo” di un cambiamento interiore, questo segnale andrebbe ascoltato.
Potrebbe rappresentare l’espressione di un importante desiderio di trasformazione oppure la percezione di una metamorfosi è già in atto.
Magari, ascoltando questi attimi con lucida onestà, l’imminente fase di transizione ci coglierebbe meno impreparati, potremmo essere più forti nel gestirla, nell’accettarla, nell’andare oltre e affacciarci al nuovo.
Infondo si sa, la vita è impermanenza.
Cara Vale, in effetti partire è un po’ morire e spesso fa male. Devo dire, che pur potendolo fare, non mi sono mai focalizzata sul cambiamento, ma su ciò che perdevo!
Eh già Primularossa, ma reagiamo così perchè ci hanno imposto un costante condizionamento…: “Sai quello che perdi ma non sai quello che trovi”… “Non lasciare la strada vecchia per la nuova…”
Ce ne hanno inculcate parecchie di paure per indurci a non trasformare la nostra vita…!
Ciao, grazie del commento!!! Vale
Ehi Franz, il titolo era “Partenza”, non “Paura”… 🙄
Ciao!!! Vale :drunk:
PORCA TROIAAAAAA!!!! Sono rincoglionito!
Chiedo venia e faccio formale ammenda!!! :bang:
Il solito esagerato :)))
Grazie comunque ho visto che il titolo ora è quello originale.
Ma… chissà come è potuto accadere che hai letto “partenza” e hai scritto “paura”… Uhmmm… :bye:
Paura della partenza: paura dell’ignoto? Paura del futuro? Mah!
Mah Fede, non lo sapremo mai… :muah: